Il 2023 è la stagione del grande ritorno del tennis in Cina. Superate le innumerevoli limitazioni legate alla pandemia Covid 19, il circuito ATP è tornato a pieno regime per lo swing asiatico. Trasferta in Asia che coincide con la prima edizione “allargata” del Rolex Shanghai Masters, passato con il tabellone a 96 giocatori e la durata di 12 giorni.
Ritorno del tennis in Cina che si affianca alla celebrazione dei 25 anni di partenership con il circuito ATP della città di Shanghai. Presente per l’occasione anche il presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi che ha parlato davanti ai media del ritorno del tennis in Cina, della crescita dei Masters 1000 e anche di Jannik Sinner recente vincitore del torneo di Pechino.
MODERATORE: Innanzitutto vorrei chiedere ad Andrea, trattandosi della seconda volta che viene a Shanghai, se lui ricorda la sua prima visita nel 2000, quando perse duro match di primo turno contro Magnus Norman e come ha trovato oggi questo fantastico stadio Qizhong per i festeggiamenti
ANDREA GAUDENZI: “Grazie. Ho un ottimo ricordo, anche se, ovviamente, ho perso un match molto equilibrato al primo turno. Ovviamente non è mai bello quando persi al primo turno di un torneo. Sono rimasto davvero colpito tornando qui 23 anni dopo, innanzitutto dello sviluppo della città. Ieri sera, facendo un giro e guardandosi intorno, è incredibile pensare al progresso, l’innovazione e la modernità della città. Il nuovo stadio è qualcosa di completamente diverso da quello che ho vissuto nel 2000. Visto il massiccio miglioramento delle infrastrutture, credo tutti abbiano fatto un ottimo lavoro. Grazie a Juss Event e, grazie anche, ovviamente, alla città di Shanghai per il supporto. Sta davvero aumentando lo standard dei Masters100, che è uno dei pilastri fondamentali del piano strategico OneVision che abbiamo implementato tre anni fa.“
D. Questo è il quarto torneo ATP in Cina, ed è la terza settimana dello swing cinese. L’ATP è soddisfatta di tutti i tornei che si stanno svolgendo in Cina, dal punto di vista del numero di spettatori, dei tifosi e della reazione dei giocatori?
ANDREA GAUDENZI: “Moltissimo. Penso che anche la settimana scorsa a Pechino e quella precedente siano state molto positive. I giocatori si divertono molto a giocare lo swing asiatico. C’è anche la comodità di viaggiare da Pechino a Shanghai in treno. È un viaggio fantastico, un treno molto moderno. Penso che anche il modo in cui abbiamo elaborato il programma, con una finale ritardata a Pechino e un inizio a metà settimana a Shanghai, aiuti i giocatori ad occupare il tempo e ad avere l’opportunità di godersi un ottimo swing di tre o quattro settimane. Ovviamente, tutto dipende da quando perdi a Shanghai. Quando esci qui, puoi tornare per la stagione indoor europea e prepararti potenzialmente per Bercy e poi per le ATP Finals. Quindi penso che sia un grande swing. Siamo molto felici, i giocatori sono felici, quindi finora tutto bene.”
D: Mi chiedevo se potessi parlare della crescita di questo evento e dell’impatto dell’upgrade del torneo avvenuto quest’anno con i 12 giorni e il 96 giocatori.
ANDREA GAUDENZI: “In generale, abbiamo lanciato il piano strategico OneVision tre anni fa, che è stato implementato lo scorso anno. Crediamo davvero nella crescita dei Masters 1000. Si tratta dei nostri tornei più importanti. Sono tornei obbligatori con tutti i migliori giocatori che vi devono partecipare. Quindi sono davvero il prodotto di punta dell’ATP.
Penso che avere tornei come Shanghai che si svolgono su due settimane, così come Madrid, Roma e nel 2025 anche Canada e Cincinnati, incrementi gli standard e il livello dei nostri tornei. Shanghai ha già guidato questo processo di crescita negli ultimi anni. L’investimento fatto da un punto di vista delle infrastrutture e di come trattano i giocatori, i servizi per i giocatori, la fan zone, l’esperienza si sta davvero spostando a un livello diverso, che è l’obiettivo principale del nostro piano.
Abbiamo i quattro tornei del Grande Slam come livello più alto del nostro sport, ma dobbiamo davvero elevare anche il livello dei Masters 1000. Penso che soprattutto Shanghai stia facendo un ottimo lavoro, e altro ancora verrà fatto in futuro.“
D. Signor Presidente, abbiamo appena visto un italiano vincere a Pechino per il China Open, e Sinner giocherà in doppio con il miglior giocatore cinese qui a Shanghai. Mi chiedo, se hai incontrato Jannik e poi potresti parlare, per favore a proposito del suo sviluppo in questa stagione?
ANDREA GAUDENZI: “Stamattina ho incontrato brevemente Jannik mentre si stava riscaldando nell’area giocatori. Abbiamo parlato per due o tre minuti. Non volevo disturbarlo perché si stava riscaldando. Ma sostanzialmente sono rimasto davvero sorpreso positivamente dalla sua esperienza in Cina. Era la sua prima volta. Non solo era felice perché ha vinto il torneo, ma abbiamo parlato anche dell’ospitalità, delle infrastrutture, del cibo. Lui e tutta la sua squadra erano estremamente felici, come molti altri giocatori, quindi è stata una cosa molto positiva per loro.“
D. La prima volta che sei stato in Cina hai giocato molto lottato con Magnus Norman. Norman ha scritto un commento sul passaggio dei tornei del Grande Slam da 14 giorni a 15 giorni e della durata più lunga anche dei Masters evidenziando una preoccupazione non solo per il fisico ma anche per la gestione mentale dei giocatori.
ANDREA GAUDENZI: “Questo è il primo anno che stiamo disputando con questo calendario. Abbiamo effettuato un upgrade per i tornei di Madrid, Roma e Shanghai, ma Indian Wells e Miami si giocavano già su due settimane, da 10 a 12 giorni per circa 30 anni. Questo avveniva anche quando giocavo. Credo fermamente che i giocatori si adatteranno a questo. Sono tornei più lunghi, ma lo sono effettivamente solo per i giocatori che arrivano alla fine dei tornei perché, se perdi al primo, secondo o terzo turno, alla fine, il numero di giorni è pressoché simile.
Ma quello che credo davvero sia importante è che ora i giocatori possano avere un giorno libero tra una partita e l’altra e quello a lungo termine, penso diminuisca la possibilità di infortuni. Con questo calendario devono modificare il loro programma e probabilmente prendersi qualche pausa in più tra un torneo e l’altro per trascorrere qualche settimana in più a casa perché potenzialmente aumenta il numero di giorni da passare in giro per il mondo. Ma dal punto di vista della salute mentale e fisica, penso che avere tabelloni da 96 giocatori in 12 giorni sia molto meglio che dover giocare sei partite in sette giorni consecutivi perché è così che arrivano gli infortuni. Solo col tempo sapremo se sarà stata la scelta corretta, ma siamo molto fiduciosi che lo sarà.”