Due anni fa, di questi tempi, il tennis in Oriente era per via del Covid 19 ancora un tabù, e il torneo di Indian Wells, spostato ad ottobre, aveva preso il posto del 1000 di Shanghai. In quell’occasione, Grigor Dimitrov aveva eliminato sul suo percorso (interrottosi in semifinale) il numero due del mondo, Daniil Medvedev. Due anni dopo, il bulgaro torna a vincere una partita contro un top 5 (in mezzo, dodici sconfitte consecutive), conferma il suo stabile posizionamento in top 20 e raggiunge Nicolas Jarry ai quarti di finale di Shangai, gli ottavi della sua stagione. “Nel corso degli anni ho affrontato molti giocatori diversi, e ovviamente lui è uno dei più giovani – ha detto il bulgaro parlando del suo avversario di oggi, Carlos Alcaraz –. Ti ci vuole un po’ per abituarti.” Grigor aveva perso in tutte e tre le precedenti sfide con il giovane spagnolo: “Ho sempre pensato che avrei potuto fare qualcosa di più nei miei match precedenti contro di lui. Ma non volevo scendere in campo oggi con certi obiettivi e certe aspettative. La mia aspirazione era semplicemente giocare un match migliore e fare le scelte giuste. Volevo correggermi. Credo di essere riuscito a farlo questa sera.”
Di Dimitrov è spesso esaltato il grande talento, la tecnica sopraffina, l’estetica neoclassica che gli era valsa l’appellativo di “Baby Federer”; eppure, negli anni, il bulgaro ha costruito la sua carriera anche e soprattutto su una tenuta fisica impeccabile, fatta di atletismo e slanci spettacolari. Contro un giocatore come Alcaraz, tuttavia, ha dovuto servirsi di armi diverse: “Fisicamente lui è ad un altro livello. Io credo di essere ad un buon livello – mi muovo bene, sono veloce – ma vederlo arrivare su alcune palle è stato semplicemente spettacolare per me, anche come giocatore. Nel tennis però devi essere abbastanza intelligente da saper compiere la scelta giusta al momento giusto. In certi momenti ho rallentato e sono stato più razionale in termini di decisioni da prendere e di situazioni da gestire. Si tratta di esperienza: sento di possedere degli assi nella manica da utilizzare quando è necessario. Credo che questo abbia fatto la differenza oggi.”
Dimitrov affronta ora Nicolas Jarry, il cileno sospeso per doping tre anni fa ma tornato ora sulla cresta dell’onda. La sua annata, decisamente positiva, ha vissuto un momento importante nella vittoria del torneo di Ginevra: in quell’occasione, il finalista sconfitto fu proprio Grigor, sotto 2-0 nei precedenti. “Apprezzo il match di stasera, sono felice, ma adesso diventa tutto più difficile – ha detto il bulgaro –. Jarry colpisce molto bene la palla e ha un gran servizio, è altrettanto pericoloso. Posso solo concentrarmi su me stesso e sul mio gioco: il come si svilupperà la partita non è nelle mie mani.”
Dimitrov è comunque a tre partite dal suo secondo titolo 1000, dopo il suo successo a Cincinnati del 2017. La sua campagna asiatica non è stata negativa: ha vinto due partite sia a Chengdu che a Pechino, prima di arrendersi a Zverev e Sinner. Cruciale in questo swing asiatico è stata la capacità di adattarsi: “Nelle ultime tre settimane abbiamo giocato su tre superfici diverse, con tre differenti tipi di palline. La cosa più importante è sapersi adattare. Credo che giocare contro grandi giocatori aiuti molto in questo senso. Nel match che ho avuto con Sinner a Pechino, ad esempio, sentivo che avrei potuto dare di più. Ho davvero imparato da quella partita. Stasera ho avuto una chance di dimostrarlo, di correggere gli errori della settimana scorsa. Quando giochi contro i top ti adegui alla loro palla, alle loro abitudini, e così alzi automaticamente il tuo livello.
Credo di essere in una buona posizione al momento. Sono grato per ciò che ho, ma sono convinto che il mio lavoro non sia ancora finito. Non so cosa succederà nel prossimo match; ciò che so è che voglio mostrare la giusta attitudine e fare il mio gioco.”