[26] S. Korda b. [19] B. Shelton 6-7(10) 6-2 7-6(6)
L’inedito derby a stelle e strisce tra due figli d’arte (babbo Bryan è già superato, Petr è più impegnativo) è anche la sfida tra l’esplosività e la facilità nello far scorrere la palla: è questa seconda caratteristica a prevalere dopo 2 ore e 54 minuti al Rolex Shanghai Masters, quando Sebastian Korda trasforma il sesto match point dopo averne mancati cinque consecutivi. 6-7(10) 6-2 7-6(6) il punteggio con cui ha battuto Ben Shelton, ancora troppo discontinuo eppure già top 20 al suo primo anno sul Tour – era oltre il 500° posto un anno e mezzo fa.
Un match per larghi tratti decisamente godibile al netto di un calo di concentrazione di Shelton nel secondo parziale, peraltro di fronte a un Korda centratissimo dopo un tie-break spettacoloso e mozzafiato da ventidue punti. Molto bravo Ben a rientrare a un passo dal baratro in una partita finale che pareva ormai indirizzata a favore del n. 26 del ranking, che ha mostrato qualche fragilità sia in quel momento e ancor più nel tie-break finale, dove si è fatto recuperare dal 6-1. Per sua fortuna, il dritto lungo di Shelton che gli ha offerto una nuova e quel punto insperata chance, questa sì giocata alla grande, gli eviterà incubi sulla comoda volée di dritto affossata poco prima.
Primo set – L’equilibrio che prelude a un tie-break spettacolare (Pellegrino dell’Anno)
L’inizio si sviluppa sui servizi, con un solo game ai vantaggi dei primi cinque, rapidamente cancellati dal servizio e l’aggressività di Shelton. Da fondo meglio Korda, più geometrico nel disegnare e aprirsi il campo, ma non sempre l’avversario, sparando a tutta forza, gli dà il tempo di farlo. Gli schemi, dopo nove game in 31 minuti, senza palle break, sono chiari: Sebastian prova a cambiare ritmo da fondo, anche con dei colpi stretti per spalancare il campo, Ben rimanda bombe pure, specie con il dritto.
L’equilibrio si spezza nell’undicesimo game, a favore di Shelton. Bravo da parte sua a mostrarsi propositivo, trova un gran rovescio lungolinea sulla riga e propone comunque palle velenose, potenti. Rivedibile Korda, che commette un paio di gravi non forzati, tra cui una comoda volée affossata in rete che regala il gioco alla tds n.19.
Ma alla fine si arriva in ogni caso alla risoluzione annunciata, il tie-break, raggiunto dal figlio di Peter con un rapidissimo contro-break, in un game in cui ritrova lucidità e costanza da fondo, prendendo in mano lo scambio e togliendo riferimenti all’avversario. Un gran tie-break, intenso e spettacolare, in cui a tratti si assiste a un gioco quasi d’attesa e timore, ma per la maggior parte dei punti a grandi giocate e salvataggi al limite, premia Shelton con il punteggio di 12-10. Il 21enne di Atlanta, dopo 4 set point sciupati e uno annullato a Korda chiude con un ace un bel primo set, in cui ha avuto quantomeno il merito di osare un po’ di più.
Secondo set – Un Korda lucidissimo non lascia scampo alle seconde di Shelton
Rientrato dal toilet break, Ben mette in campo una solo prima, anche una seconda va fuori bersaglio, subisce l’iniziativa di Sebi che gli strappa la battuta e qualche minuto dopo è sopra 2-0, un po’ quello che ci si aspetta da un match equilibrato – piccolo calo di chi ha vinto un primo parziale tiratissimo, reazione di quello sotto. Il servizio di Shelton è ancora assente, Korda continua a disegnare il campo con l’usuale disinvoltura e apparente mancanza di sforzo, ricavando spazi in cui affondare.
Il (piccolo) passaggio a vuoto arriva appena intascato il 3-0 pesante, ma la differenza di solidità tra i due in questa fase è troppo ampia e, pur con qualche imprecisione, il classe 2000 da Bradenton vola 5-1, si vede annullare quattro set point da sinistra con il servizio e chiude la frazione 6-2. 54% di prime in campo per il diciannovenne, 2 su 16 i punti vinti con la seconda.
Terzo set – Korda in controllo fino a che… non lo è più
Tocca a Sebastian lasciare il campo, ma il suo rientro è… Ben diverso: risponde sempre e di nuovo ottiene il break in apertura, addirittura a zero, presto consolidato. Shelton c’è, muove il punteggio e, con la complicità di uno smash fallito, ha tre occasioni consecutive per pareggiare, ma Korda, freddissimo e perfetto, mantiene il distacco. Vorremmo rivivere la tensione del tie-break, ma al momento Sebi è una macchina perfetta, al contrario – secondo Ben, che si lamenta con l’arbitro Messina – di quella che dovrebbe rilevare il “net” in battuta.
In ogni caso, è proprio la battuta del n. 20 ATP a evitare una fine troppo anticipata quando fronteggia il 15-40. In un copione già visto, dal possibile 5-2 all’effettivo 4 pari è un attimo indolore (magari non per il figlio di Bryan che in un dritto in recupero si dà una racchettata in testa), tra due errori di Korda e due ottime risposte dell’altro. Il quale ci ha preso gusto a rientrare dal 15-40 praticamente senza far giocare l’avversario e si porta sul 5-4, mentre il giudice di sedia si sincera che la testa non gli stia sanguinando.
Nessun problema ulteriore per chi batte ed è tie-break, ma questa volta sembra non ci sia storia: Sebi parte con il piede giusto allungando lo scambio (è il ventesimo su ventisette oltre i nove colpi che fa suo), conferma con la battuta, “fotografa” un prima e continua fino al 6-1. Ben accorcia con la battuta, cancella altri due match point (se li annulla l’altro con una pessima volée e un comodo rovescio in uscita) e si cambia campo dopo 12 punti. Shelton sbaglia però un’accelerazione di dritto e questa volta Korda torna a giocare il tennis che sa: servizio esterno, dritto dall’altra parte e volée in contropiede che gli vale la prima semifinale in un Masters 1000.
Scambio di sorrisi a rete fra i due e Sebastian può tirare un sospiro di sollievo (il rischio di perdere con cinque match point consecutivi…). Ci sarà tempo per preparare il confronto con Hubert Hurkacz (1-1 i precedenti) che vale un posto in finale.