Con la vittoria in due set su Nico Jarry, Grigor Dimitrov ha raggiunto la sua nona semifinale Masters 1000 in carriera. L’ultima, lo scorso anno a Monte Carlo persa da Davidovich Fokina; la più importante, a Cincinnati 2017, quando batté John Isner per poi prendersi contro Nick Kyrgios quello che per adesso è il solo trofeo “Mille” che splende nella sua bacheca.
Secondo Grisha, la chiave della vittoria nei quarti al Rolex Shanghai Masters va cercata nella risposta al servizio di Jarry, “uno di quelli con il servizio più difficile da leggere” ha spiegato dopo il match. “È anche complicato perché non ti fa giocare molti scambi. Devi crearti le occasioni lottando più del solito”. Via alle domande…
D. Solo tre gratuiti e nessuna palla break concessa: uno dei tuoi migliori match ultimamente?
“Però, fico, non lo sapevo [sorride]. È così che dovrebbe essere un incontro soddisfacente, specialmente a questo punto di un torneo di tale livello. Ho dovuto giocare al meglio nelle poche occasioni avute, non sapevo se ne avrei avute altre. Per come è andata, ci sono pochissime cose che avrei potuto fare meglio. Il break nel secondo set mi ha permesso di osare di più. Pochi errori e semplicità nei momenti importanti.”
D. È la seconda volta di fila che ti prendi la rivincita contro un giocatore che ti ha battuto recentemente. Quanto ti fa sentire bene?
“Quello che voglio è mettermi nella posizione di giocare contro quelli che non sono solo difficili da affrontare, ma che non ho ancora battuto. Puoi aver vinto o perso contro qualcuno quattro o cinque volte, ma c’è sempre un’opportunità. Non voglio accontentarmi, voglio giocare alla grande e, se lo faccio, vincere o perdere è lo stesso. Voglio essere sicuro di dare tutto.”
D. Non stai solo andando benissimo in Cina, ma in tutta la stagione. Hai sempre superato i primi due turni negli Slam e sei tornato in top 20: è il tuo anno migliore dal 2017?
“Sì, nessun dubbio. Certo, il 2017 è stato complessivamente il migliore in assoluto in termini di vittorie – tornei, incontri e tutto quanto –, ma è stato anche piuttosto irregolare. Ho giocato davvero bene durante alcuni mesi e in altri non vincevo molto. Preferisco essere più continuo perché sento di imparare più su me stesso, sul mio gioco e su cosa funziona per me per essere più continuo, che è quello che mi interessa ora. Sono in un momento della carriera in cui ho bisogno di mantenere un buon carico di lavoro. Non posso permettermi di allenarmi come facevo a 22 anni o a 26, devo stare molto attento a come risponde il corpo. Non mi pongo mai limiti, ma devo essere più premuroso per essere in grado di giocare bene nei tornei importanti. È anche importante, dal punto di vista mentale, essere riposato, consapevole e concentrato sulle cose che davvero contano quando vado a un torneo.”
D. Una volta c’era una band chiamata One-Handed Backhand Boys, con te, Tommy Haas e Roger Federer e cantavate insieme. Ci sarà una reunion?
“Non so, ho appena visto Roger e immagino che ne parleremo (sorride). Purtroppo, ognuno di noi ha preso la propria strada (ride). Ho adorato quei momenti così tanto che forse salteremo fuori con qualcosa quando meno ve lo aspettate.”