Blanchet è piccolino (175 cm) e a 24 anni compiuti stazionava ancora attorno alla trecentesima posizione mondiale (n.324 prima del torneo). In sostanza proprio l’avversario che, mentre ti rallegri del sorteggio, sei contento di affrontare.
Deve essere più o meno quello che ha pensato il nostro Flavio Cobolli prima dei quarti di finale che invece si sono risolti in una bruciante sconfitta (6-3 6-1) per il tennista romano. E’ evidente come Mattia Bellucci abbia cercato di far tesoro dell’amara esperienza del connazionale per prendere le giuste contromisure, anche perché all’azzurro una vittoria oggi sarebbe servita come il pane, un’occasione irripetibile per dare un senso a questa stagione non troppo fortunata.
Ma non era destino che le cose andassero così, come si è subito capito nel secondo game quando Mattia subiva il primo dei cinque break che avrebbero zavorrato in maniera irrimediabile la sua partita. I tre break a sua volta ottenuti bastavano solo a rendere interessante il match ma non a riequilibrarne le sorti. Il doppio 6-4 con cui il francese ha portato a casa il primo Challenger della sua carriera lascia l’amaro in bocca al tennista di Busto Arsizio che probabilmente non avrà un bel ricordo di questo 2023, anche se in realtà appare sulla buona strada per riannodare i fili di un racconto che sembrava una fiaba (ricordiamo la vittoria a Cassis a inizio settembre).
Già abbiamo scritto su queste pagine che dopo un 2022 da fantascienza ci si potesse aspettare un momento di ripiegamento, quasi a metabolizzare gli straordinari progressi appena realizzati. Rimaniamo quindi convinti che il ragazzo abbia tutte le potenzialità per salire ancora di livello, anche se è ovvio che il 2024 sarà per lui decisivo.
Il francese invece sprizzava gioia da ogni poro e, oltre al trofeo, porta a casa il nuovo best ranking alla posizione n.209, con un progresso di oltre 100 posti. Ora lo aspetta la prova del nove a Olbia, nel neonato Challenger 125 targato MEF che ha appena preso il via. Il suo primo avversario sarà il ceco Zdenek Kolar, che sarà pure in fase calante ma rimane pur sempre una vecchia volpe. Best ranking anche per Flavio Cobolli, l’altra vittima italiana di Blanchet, che si avvicina sempre di più alla top 100, precisamente al n.106.
Si interrompe invece un passo prima della finale il bel torneo di Luca Nardi chea Bratislava (Challenger 125, cemento indoor) si fa sorprendere dal belga Joris De Loore col punteggio di 7-5 7-6(5). Ma il 30enne nativo di Bruges, che quest’anno ha già battuto Fognini, Gigante, Travaglia e Piraino, ha dovuto poi arrendersi in finale al canadese Gabriel Diallo (6-0 7-5), un altro che, immagino ricorderete, ha un conto aperto con gli italiani.
Stop in semifinale anche per Luciano Darderi che sulla terra rossa della sua Buenos Aires (è nato in provincia, a Villa Gesell) alza bandiera bianca contro Mariano Navone, dopo un’aspra battaglia terminata 2-6 6-4 7-5. Se può consolarvi anche il 22enne argentino ha origini italiane, per la precisione liguri. Domenica sera, quando noi già penseremo ad altro, cercherà di conquistare il suo secondo titolo Challenger (in giugno a Poznan il precedente) a spese della connazionale Federico Coria.