[2] A. Mannarino b. R. Safiullin 6-4 6-4
Adrian Mannarino batte Roman Safiullin con un doppio 6-4 in un’ora e 32′. Ha impiegato, sicuramente, più tempo ad attendere le sue valigie che a stare in campo per battere il russo. La testa di serie n. 2 del seeding è apparso lucido, costante e bravo a restare concentrato nel momento migliore del suo avversario.
Oltre che nel punteggio, identico anche l’andamento dei due parziali, con Mannarino avanti di due break sul 4-1 e con Safiullin capace di recuperarne solo uno dei due.
Falloso il russo rispetto a quello visto nell’ultimo periodo, con sei doppi falli commessi e solo il 35% di punti portati a casa con la seconda di servizio. Mannarino affronterà Gael Monfils agli ottavi di finale.
G. Monfils b. F. Misolic 6-4 6-3
Bastano 75′ a Gael Monfils per battere Filip Misolic. Il francese vince 6-4 6-3 con grande autorità. L’attuale n. 140 del ranking infila 11 aces e ottiene l’89% di punti con la prima di servizio. Una sola palla break concessa e annullata al serbo che torna a casa con pochi rammarichi.
Monfils è stato costantemente in controllo della gara sin dall’avvio. Il match si origina con un break in favore di Gael che incanala il primo parziale. Il francese soffre nel sesto gioco in cui è costretto ad annullare una palla break. Passata la paura rischia di salire 5-2 ma è impreciso nella chiusura del colpo. A “0” tiene il game che decide il primo set 6-4. Nel secondo set, dopo i primi due turni interlocutori, Misolic va sempre in difficoltà quando è al servizio. Subisce il break nel terzo gioco, deve fronteggiare un’altra palla break nel settimo game e poi riperde la battuta nel nono e deciso game, per il 6-3 finale.
[LL] T. Machac b. S. Wawrinka 6-4 6-1
Non si vincono diciassette partite su diciannove per caso. Thomas Machac, tennista ceco ventitreenne, è stato il protagonista assoluto nelle ultime settimane nel circuito Challenger e lo testimoniano le tre finali consecutive, tutte in territorio francese, con i titoli di Mouilleron de Captif e di Orleans (unica sconfitta in finale a Cassis contro Mattia Bellucci), che l’hanno condotto meritatamente sino all’ottantunesima piazza del ranking. Entrato in tabellone come LL dopo il forfait della quarta tds Alejandro Davidovich Fokina, Machac ha liquidato uno scostante Wawrinka – al loro primo scontro diretto – con il punteggio di 6-4 6-1 in un’ora e sei minuti di gioco, confermando il suo periodo roseo a fronte di quello poco felice dell’avversario, che con questa sconfitta arriva a quota tre insuccessi consecutivi. Dopo un inizio match molto combattuto dove a farla da padrone è stato il servizio, Stan ha completamente gettato all’aria il primo set con un turno di battuta inspiegabilmente pessimo. Poi, nella seconda frazione, ha staccato la spina, permettendo così allo sfidante di poter accedere ai quarti di finale dove incrocerà la racchetta con il serbo Laslo Djere.
Dei primi sei giochi del match c’è poco da raccontare. Semplicemente a fare da filo conduttore sono i rispettivi turni di battuta dei due tennisti che, sempre piuttosto agevolmente, si alternano in questo compito per quasi venti minuti. Nel settimo gioco Wawrinka è abile a sfruttare un calo al servizio di Machac per procurarsi le prime palle break, ma il giocatore ceco non ha alcuna intenzione di farsi strappare la battuta, annulla tre break point e tiene fede alla regola sei servizi. I due continuano a esibire un tennis da cemento indoor, privo di molti scambi e colmo di accelerazioni, tanto che tutti scommetterebbero sul fatto che si arrivi al tie-break, e anche piuttosto velocemente. Questo sport, però, ci insegna che regole certe non esistono, anche quando un match sembra dirigersi in una palese e scontata direzione. Stan, in questo caso, è l’esempio più lampante. Il decimo game è un completo disastro per il trentottenne di Losanna, che spegne la lampadina, spara dritti a occhi chiusi e con ciò regala il primo set a Machac, con tanto di fiocco, con il punteggio di 6-4 dopo trentanove minuti di gioco.
All’inizio della seconda frazione il tennista ceco ha qualche difficoltà a tenere il turno di battuta nel terzo game ma, dopo aver superato la missione, è lui a rendersi pericoloso in risposta. Un frustrato Wawrinka continua a sferrare rabbiosamente dritti improbabili che terminano molte volte fuori, e con questo concede palla break. Machac, attento, risponde sui piedi al suo avversario che fatica ad arginare il colpo, lo chiama a rete nel punto successivo, e una demi volée mal controllata da Stan impacchetta il break a favore del ventitreenne di Beroun, che poi conferma il vantaggio con sicurezza. Il finalista di Umago non ci crede più e lo si vede non solo dal suo linguaggio del corpo particolarmente rassegnato, ma lo si può percepire anche dalle insensate accelerazioni che prova, segnali di uno che ha staccato la spina da più di qualche minuto. A Machac basta, quindi, giocare per inerzia fino alla vittoria, la seconda contro un top 50, che arriva dopo un’ora e sei minuti con lo score di 6-4 6-1. Al secondo quarto di finale di quest’anno a livello ATP – il primo a Houston – il tennista ceco sfiderà il serbo Laslo Djere.
Paolo Pinto e Andrea Binotto