Holger Rune, nel pieno di una preoccupante crisi di risultati (sette sconfitte nelle ultime otto partite giocate, compresa quella di mercoledì con Kecmanovic a Stoccolma, dove Holger difendeva il titolo del 2022) ufficializza quello che ormai era nell’aria da qualche giorno, ovvero l’ingaggio come allenatore dell’ex campione tedesco Boris Becker (già coach di Djokovic dal 2013 al 2016), con l’obiettivo di dare una svolta alla sua giovane carriera, tentando di superare un periodo di crisi che ormai dura da troppo tempo. La notizia è stata data dallo stesso Becker durante un podcast a Eurosport Germany.
I primi mesi dell’anno erano stati tutto sommato soddisfacenti per Rune (classe 2003): finale a Montecarlo (persa da Rublev con grandi rimpianti), finale a Roma, quarti al Roland Garros e Wimbledon, il best ranking di numero 4 del mondo.
Rune stava vivendo la classica stagione di assestamento dopo l’esplosione di fine 2022, quando sbalordì il mondo del tennis con una progressione impressionante, che si era vista raramente a questi livelli: nel giro di poche settimane il danese perse la finali di Sofia e Basilea mentre vinse i titoli di Stoccolma e Bercy (epica finale con Djokovic). In pratica diciannove vittorie in ventuno partite e così in meno di sei settimane passò dal numero 33 al numero 11, sfiorando un’incredibile qualificazione alle ATP Finals di Torino.
Le aspettative in vista del 2023 erano altissime e in Australia in tanti – considerando l’assenza di Alcaraz, la crisi di Medvedev e i limiti di tutti gli altri – lo immaginavano già come secondo favorito dopo Djokovic.
Insomma, come dicevamo, nella prima parte della stagione aveva in ogni caso ottenuto dei buoni risultati senza rispettare (ma davvero gliene si poteva fare una colpa?) il (presunto) ruolo di di anti-Djokovic o di anti-Alcaraz, mettendo spesso però in mostra un nervosismo piuttosto inutile, quasi combattendo tre partite in una, contro i suoi nervi, contro sé stesso e infine, ma solo alla fine, contro l’avversario di turno. Ma i veri problemi sono iniziati dopo Wimbledon.
C’è stato sicuramente un infortunio alla schiena e poi si è chiacchierato tanto: ad esempio di un Rune distratto dalla nuova fidanzata, la modella italo-olandese Carolina Donzella (Rune ha peraltro respinto al mittente questo tipo di accuse: “Se sto perdendo è solo colpa mia, non c’entra nulla la mia vita privata”), dei rapporti complicati con l’ex allenatore Patrick Mouratoglu e di una madre troppo ingombrante.
Rune di fatto non si è mai fermato, continuando a giocare, settimana dopo settimana, con l’obiettivo di difendere perlomeno una parte dei punti del 2022 (circa 1.700 tra Sofia, Stoccolma, Basilea e Bercy) e di conseguenza l’ottavo posto nella race valida per la qualificazione a Torino (anche se ormai il vantaggio sul numero 9 Fritz si è assottigliato e si aggira intorno ai 150 punti). Una crisi molto lunga, una crisi tecnica, emotiva e anche fisica, quella del giovane talento danese, che adesso ha deciso di affidarsi all’esperienza di Boris Becker per ripartire al meglio nel 2024.