La Women’s Tennis Association è in difficoltà finanziaria e rischia un collasso che potrebbe portarla al fallimento. Le ragioni della possibile bancarotta sarebbero riconducibili ai diversi problemi finanziari dell’istituzione guidata da Steve Simon, ai quali si sommano una gestione poco lungimirante e l’assenza dei ricchi tornei asiatici. Queste le dichiarazioni forti di Yuri Polsky. Il vicepresidente della Federazione tennistica del Kazakistan ha esposto i rischi di un possibile tracollo della WTA entro il 2026
UNA POSSIBILE FUSIONE? – “Sono in una pessima situazione – la WTA – e potrebbero persino andare in bancarotta nel 2026 o nel 2027 se la loro situazione finanziaria non cambia”. Stando a quanto afferma Polsky – come riportato dal sito russo Championat – le difficoltà finanziarie della WTA sono attribuibili alla mancanza di attrattiva riservata ai tornei minori, come i 250, in favore dei tornei più grandi, rendendoli di fatto i primi irrilevanti. Come recentemente caldeggiato da Ahmad Nassar, direttore esecutivo della PTPA, “Una fusione ATP-WTA avrebbe molto senso“.
“Per la WTA è una questione di sopravvivenza – prosegue Polsky – per l’ATP una questione di reputazione. I leader dell’ATP non vogliono che la WTA crolli perché le prospettive sarebbero pessime. L’ATP è in buona forma finanziaria, il circuito ha riserve economiche, I giocatori hanno fondi pensione. L’ATP sta esplorando le sue opzioni, la domanda è: a quali condizioni potrebbe essere raggiunta la fusione? Non è chiaro quale sarebbe la quota dell’ATP nella fusione e in che misura l’ATP è disposta a sovvenzionare la WTA” .
Il vicepresidente della Federazione tennistica kazaka sostiene che debba essere la WTA a pagare lo stesso premio in denaro in tutti i tornei. “Bisogna capire che lo stesso montepremi non significa che la Billie Jean King Cup e il WTA Tour generino gli stessi ricavi delle controparti maschili. È la realtà… il tennis maschile attira un pubblico più vasto. L’ATP propone di mettere insieme i diritti mediatici per venderli in un unico pacchetto per eventi ATP e WTA. Le emittenti dovrebbero acquistare i diritti dei tornei WTA se vogliono acquistare quelli ATP. In questo modo si gonfia artificialmente il valore WTA.”
LA RISPOSTA DELLA WTA – Dal canto suo la WTA nega di essere vicina alla bancarotta. Ad affermarlo Steve Simon, Amministratore delegato della Women’s Tennis Association, che respinge le affermazioni di Yuri Polsky secondo cui la WTA è in crisi finanziaria. Simon ha aggiunto che una possibile fusione con l’ATP non è in programma. “La WTA è in una posizione finanziaria sana, una fusione con l’ATP non è sul tavolo. Siamo entusiasti del nostro forte futuro durante il quale continueremo a crescere ed espandere il tennis femminile. All’inizio di quest’anno, la WTA ha annunciato un aumento di 400 milioni di dollari in compensi alle giocatrici nei prossimi 10 anni, mantenendo la posizione della WTA come principale organizzazione sportiva femminile a livello globale”.
Eppure lo scorso settembre, in un articolo apparso sul Telegraph, si è parlato di un incontro in agenda tra Andrea Gaudenzi e Steve Simon – a capo dei due governi del tennis professionistico, ATP e WTA – con al centro delle discussioni circa la possibilità di una storica unione. L’obbiettivo comune sarebbe quello di: “mettere in atto le naturali sinergie proprie di un progetto di fusione tra due enti per forza di cose apparentati“, per scongiurare il crescente interesse arabo negli sport tipicamente “occidentali”. Quale sarà il futuro della WTA, almeno per il momento, non è dato sapere, ma considerato il crescente dibattito sul tema si attendono sviluppi importanti nell’immediato futuro.