All’Erste Bank Open di Vienna si perfeziona il secondo quarto di finale della parte alta del tabellone: saranno Borna Gojo e Stefanos Tsitsipas ad affrontarsi venerdì per determinare l’avversario in semifinale del vincente tra Daniil Medvedev, che ha superato giovedì Grigor Dimitrov, e Karen Khachanov, protagonista dell’eliminazione di Jiri Lehecka.
[WC] B. Gojo b. [6] T. Paul 6-3 6-4
Borna Gojo entra per la prima volta nella carriera nei quarti di finale di un torneo del circuito maggiore eliminando Tommy Paul in due set, 6-3 6-4. Il croato brilla per dinamicità e intraprendenza ma si giova anche di una prestazione piuttosto incolore del favorito numero sei del torneo. Paul, di ritorno dall’Asia dopo la sconfitta di Tokyo con Shelton e ancora alla ricerca dei punti necessari per arrivare a Torino, è comprensibilmente stanco e non riesce a tenere Gojo lontano dalla linea di fondo.
L’atleta di Spalato si muove meglio, sia in orizzontale che in verticale, e spinge di più, approfittando di un’ottima performance alla battuta (solo due palle-break concesse), mentre Paul, pur autore di nove ace, è altalenante con il colpo di inizio gioco e concede troppo spazio in ribattuta al rivale. Il risultato finale è così giusto e forse anche più netto di quanto non dica il punteggio.
Gojo avrà il suo best ranking almeno a quota 73 e soprattutto il suo primo quarto, da dividere con Tsitsipas o con Machac. Paul perde una buona occasione uscendo da un buon tabellone, ma le gambe oggi non hanno girato come sarebbe stato necessario e per lui le ATP Finals continuano ad essere un miraggio, sempre di più.
Primo set Gojo, che dopo lo US Open ha giocato solo cinque match, appare più fresco e determinato. Serve meglio e si avventura più spesso rete, con risultati tutt’altro che disprezzabili (sei punti con otto discese nei pressi del net). Paul tiene in campo solo il 53% di prime palle, percentuale che con questa versione del tennista croato è sotto il livello di sicurezza.
Sul punteggio di 1-2 ci sono i primi problemi per il numero 12 del ranking, che scivola 0-40. Paul infila una cinquina vincente e fugge la tagliola, ma cede il servizio nel turno successivo. Anche Gojo concede due palle-break in due distinti game, ma il venticinquenne dalmata serve bene ed è maggiormente reattivo e gli episodi in questione appaiono abbastanza estemporanei.
Il numero 77 del ranking serve sul 5-3 e apre il gioco con una bellissima volée di rovescio troppo corta per lo scatto di Paul; in seguito non molla la presa e chiude il set portandosi di nuovo a rete e mettendo a segno uno smash. Quarantadue minuti, dieci vincenti a testa ma solo tre errori per il croato contro i nove del tennista del New Jersey.
Secondo set. Paul rimette a posto le cose con la battuta e per spiegare le sue intenzioni manda al destinatario tre ace per prendersi il game di apertura. Il set si àncora maggiormente al servizio da entrambe le parti anche perché Gojo migliora ulteriormente le percentuali con la prima palla. Il ribattitore non ha chance fino al nono gioco, quando Gojo, sospinto da un doppio errore del rivale in apertura di game, piazza una risposta vincente di dritto a uscire e soprattutto un passante lungolinea di rovescio di non semplice esecuzione.
Il croato fa sua la seconda delle tre palle-break consecutive giovandosi di un dritto in rete dell’avversario e va a servire per la partita sul 5-4. Paul non pare crederci troppo e infatti, dopo essersi preso il primo punto del game, cede all’irruenza dell’altro Borna, che vince quattro punti di fila e si qualifica per i quarti di finale.
[4] S. Tsitsipas b. [Q] T. Machac 6-3 4-6 7-5
Stefanos Tsitsipas centra per la nona volta in stagione, e per la prima in carriera a Vienna, il traguardo dei quarti di finale ma con Tomas Machac vede i fantasmi, che scaccia con una tardiva ma ancora tempestiva dose di coraggio. Il ragazzo di Atene gioca poco convintamente ed è talvolta irritante per come non cerchi il passo in più per prendere in mano decisamente la partita.
Forse perché virtualmente sicuro di approdare alle Finals, Stefanos lascia emergere quanto di buono ha in serbo il rivale e la faccenda si fa seria, con un terzo set che a un certo punto vede l’outsider in vantaggio per 4-1. Lì Machac si ferma e torna in scena la versione migliore del numero quattro del torneo, che chiude in due ore e mezza circa.
Primo set. I primi game risulteranno determinanti per il risultato del parziale. Machac subisce la partenza sprint del favorito numero quattro della manifestazione, che imponendo una pesantezza di palla più consistente di quella del rivale si aggiudica sette punti consecutivi e sale 3-0. Solo a questo punto il ventitreenne di Beroun comincia a mostrare il proprio valore: due fondamentali leggeri ma appuntiti con qualche incertezza sul dritto e doti di tocco non vili.
Tsitsipas non intende rimettere in gioco l’avversario e si affida al servizio, il vero mismatch della partita. Il greco serve solo un ace ma ottiene dalla prima palla quasi l’ottanta per cento di trasformazione, mentre il ceco supera di poco il sessanta. In realtà il numero sette del mondo non spinge più di tanto in risposta e quando lo fa non è mai irreprensibile e Machac non fatica troppo a difendere la battuta.
Senza mai andare ai vantaggi i contendenti giungono sul punteggio di 5-3 per l’atleta ateniese, che chiude il decimo game a zero con un ace, l’unico come detto del parziale. Trentuno minuti di elapsed time, sette vincenti a quattro per chi ha vinto il set.
Secondo set. La vicenda non sembra cambiare aspetto nella seconda frazione. Stefanos continua a non concedere nulla nei propri game alla battuta, ma non trova il guizzo vincente in risposta in un match condotto diligentemente ma senza eccellenze. Machac si difende quando è alla battuta ma sullo score di 2-2 Tsitsi sale improvvisamente 15-40: il ceco riesce a portare il game ai vantaggi, prima volta nell’incontro, con una volée di dritto e uno smash. Altri due punti, tra cui un ace, permettono al numero 74 del ranking di superare la crisi con pieno merito.
L’impressione che si ricava è quella di uno Tsitsipas discreto ma sufficiente per cogliere il break decisivo, da un momento all’altro. Nel nono gioco il momento sembra propizio: in vantaggio 0-15, il greco ha la palla per passare il rivale fermo a rete. Machac si oppone per due volte con altrettante volée difensive e piazza un terzo colpo al volo di dritto per passare il rivale in lungolinea che aveva cercato uno spiraglio con un rovescio slice lungolinea.
È il punto del match: Machac serve due ace consecutivi e approda al 5-4, che diventa 6-4 con il ceco che capitalizza la prima chance di break vanificando un’azione di serve&volley del finalista di Melbourne. In precedenza, una volée vincente di rovescio e un backhand lungolinea perfetto sono il segnale che aggiudicandosi il punto più spettacolare del match Machac si è liberato di ogni timore. Il set è suo.
Terzo set. È il più bello, ricco di scambi a viso aperto e di capovolgimenti di fronte. I colpi in progressione del ceco contro la determinazione del greco, che appare ora più determinato e presente nel match. Machac è scatenato e strappa il servizio al contendente nel quarto gioco, passando di dritto l’avversario dopo aver riaperto il gioco con un fendente di rovescio incrociato bassissimo. Tomas arriva con personalità sul 4-1, ma qui si sveglia Stefanos.
Il campione di Los Cabos tiene il game successivo a zero sfogandosi con tre ace e subito dopo parte alla caccia del controbreak, che trova subito. Il rovescio la fa da padrone, con un passante incrociato in corsa davvero brillante, e la parità a quota quattro arriva velocissima. Machac forse sente avvicinarsi i crampi, ma è la paura che lo agguanta per prima e che sul punteggio di 5-5 lo sgambetta e gli accorcia i colpi. Tsitsipas centra un altro break alla quarta occasione e chiude 7-5 con sicurezza. Ma che paura e che bravo Machac.