Nel primo pomeriggio odierno Andrey Rublev ha raggiunto i quarti di finale dell’Erste Bank Open, battendo un buon Matteo Arnaldi e staccando il pass per le Nitto ATP Finals, cui parteciperà per il quarto anno consecutivo. Il russo va così ad aggiungersi a Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev e Jannik Sinner ai giocatori certi di partecipare a Torino, mentre aumenta sempre di più la bagarre per gli ultimi posti. Dopo il suo successo sull’attuale n°3 d’Italia, Rublev è intervenuto in conferenza stampa, dove ha risposto alle domande dei giornalisti presenti, tra cui il nostro Federico Bertelli.
“La cosa che mi colpisce più di Arnaldi è la sua flessibilità“ – ha detto il n°5 del mondo a proposito di Matteo, che non aveva mai affrontato finora in carriera. “Si muove benissimo, colpisce in open stance sia di dritto che di rovescio e quando siamo nello spogliatoio si vede come riesca ad allungarsi. È veramente notevole” – ha concluso Rublev.
Non sono poi mancate osservazioni su Daniil Medvedev e Grigor Dimitrov, suoi ottimi amici e protagonisti di una partita spettacolare. “Io e Daniil ovviamente abbiamo una relazione molto stretta, quando siamo ai tornei è bello se siamo nello stesso hotel e possiamo condividere tempo assieme. In quel caso, ci vediamo a cena o a colazione e ne approfittiamo per fare due chiacchiere“ – ha raccontato Andrey.
Il russo ha dedicato belle parole anche a Dimitrov, uno dei giocatori a lui più cari nel circuito: “In questa seconda parte di stagione Grigor sta giocando molto bene, non è un caso che abbia battuto Alcaraz a Shanghai. Proprio a Shanghai ci siamo allenati assieme e ho avuto la sensazione che il suo dritto adesso giri molto bene, da qualsiasi posizione del campo. Sappiamo tutti che sia un giocatore dotato di gran talento, per cui era solo questione di fare le cose giuste per tornare a grandi livelli. Non mi stupirei di vederlo risalire nel ranking”.
Spazio anche in chiusura per un’osservazione su se stesso e sul suo modo di essere in campo: “Cerco di tirare fuori le emozioni quando sono troppo calmo per pomparmi, ma quando sono negative non è il massimo se vengono fuori. A questi livelli, poi, il tennis è ovviamente molto mentale. Fino al n°200 del mondo sono tutti in grado di giocare bene e fare qualche grande partita, ma poi è una questione di consistenza. Sempre a livello mentale io all’inizio soffrivo un po’ il carisma dei grandi, ma adesso non è più così. Se uno gioca con un grande come Djokovic deve lasciare fuori dal campo la sua aurea di leggenda, altrimenti parte già battuto“ – ha chiuso Rublev.