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Sono diverse le iniziative riguardanti il tennis che si dipanano durante questa settimana a Torino come contorno alle Nitto ATP Finals in corso al Pala Alpitour; fra queste si è svolta nella mattinata di lunedì la conferenza di presentazione del progetto “I Tennis Foundation for Ukrainian Kids 2023-24”, presso il grattacielo della Regione Piemonte.
La I Tennis Foundation nasce nel 2018 su iniziativa di Simone Bongiovanni per sostenere giovani talenti selezionati non solo sulla base delle qualità tennistiche, ma anche sugli indicatori economici delle famiglie e altre situazioni di precarietà, in modo da sostenere con borse e altri aiuti chi proviene da contesti meno agiati.
Nel quadro di queste iniziative è venuto quindi spontaneo far nascere un nuovo capitolo della Fondazione a supporto di quattro giovani tenniste ucraine, che da pochi giorni hanno raggiunto l’Italia, e nella fattispecie Torino, insieme alle loro madri. Saranno coadiuvate da due tutor per lo studio scolastico e l’apprendimento della lingua italiana, mentre sul lato sportivo potranno avvalersi della frequentazione del Circolo sportivo La Stampa, sotto l’attenta osservazione di Gipo Arbino, coach fra gli altri di Lorenzo Sonego. Sia Gipo che Lorenzo sono stati presenti in persona alla conferenza, mentre un’altra importante testimonial del progetto, Elisabetta Cocciaretto, si è collegata in videochiamata da Siviglia, dove con la squadra femminile ha appena colto un meraviglioso secondo posto nella Billie Jean King Cup conclusasi ieri con la sconfitta in finale sul Canada.
La parola introduttiva però, dopo la presentazione delle madrine Stefania Chieppa (ex giocatrice professionista, coach e volto di Supertennis) e Lucia Blini (conduttrice di Mediaset News da sempre dedita allo sport) è toccata a Ivan Ljubicic. L’ex numero 3 del mondo, nonché allenatore di Federer, ha voluto raccontare il motivo per cui ha personalmente a cuore la partecipazione a questa iniziativa:
“Nel 1993 sono stato parte di un progetto simile, arrivando a Moncalieri, proprio qui vicino a Torino, con altri 11 giovani speranze bosniache in fuga dalla guerra imperante nei Balcani. All’epoca avevo 14 anni e quello che più mi mancò fu la presenza dei miei genitori, soprattutto perché all’epoca non esistevano telefonini e videochiamate. Sono quindi felice di vedere che il progetto di I Tennis Foundation riguarda non solo queste quattro brillanti promesse del tennis ucraino, ma anche le loro madri che vivranno con loro durante l’anno”.
Le quattro tenniste in questione sono Mariia Sidelnyk, Polina Kuznietsova e Veronika Pavlenko (classe 2008) e la classe 2009 Adelina Nykyforuk. Nella borsa “Full Hospitality” avranno incluso non solo l’alloggio, il sostegno allo studio e il piano di formazione tennistica e a atletica già menzionati, ma anche il gettone d’ingresso a 12 tornei ITF, a cominciare dalla prossima settimana a Tallinn per poi proseguire in Lettonia e quindi in Croazia, proprio alla corte della celebre accademia di Ivan Ljubicic.
Di seguito l’intervista escluisva di Ubitennis a Mariia Sidelnyk e Veronika Pavlenko:
Come è andato il torneo dell’Avvenire?
Mariia Sidelnyk: È stato buono ma ho perso contro la vincitrice del torneo.
Da che città venite?
Veronica Pavlenko: Kiev
Mariia Sidelnyk: Bucha
I vostri genitori vivono ancore nelle rispettive città?
Entrambe: Sì
Cosa pensano del fatto che voi siete qua a giocare a tennis in Italia?
Mariia Sidelnyk: Ovviamente sono contenti che siamo qua a giocare a tennis in Italia in buone condizioni.
Sono preoccupati, sono soddisfatti?
Veronica Pavlenko: Sono un po’ preoccupati per me . Ma d’altra parte sono contenti del mio progetto qua.
Quale è il vostro obbiettivo nel futuro?
Veronica Pavlenko: Per la mia vita tennistica migliorare il mio gioco giorno per giorno, il mio tennis in generale. Per quanto riguarda questo evento cerco di apprendere il più possibile dai migliori coach che ci sono qui. Ljubicic? Sì, mi piace moltissimo.
Mariia Sidelnyk: Il mio obbiettivo invece è essere tra le migliori giocatrici WTA, poi mi piacerebbe essere la numero 1. Ovviamente mi piacerebbe vincere dei tornei del Grand Slam e anche delle partite Olimpiche. Per quanto riguarda il presente cerco di migliorare me stessa ogni giorno allo scopo di raggiungere i miei obbiettivi.
Quale è la tua giocatrice WTA preferita?
Mariia Sidelnyk: Serena Williams quando giocava. Per quanto riguarda gli uomini Roger Federer.
C’è una parte di Torino che vorreste visitare o qualcosa che vi piacerebbe fare?
Mariia Sidelnyk: Io vorrei mangiare i migliori piatti della città, come il tiramisù. Ancora non l’abbiamo provato.
Quanto tempo rimarrete in Torino?
Veronica Pavlenko: Qui a Torino 10 mesi, ma qualche volta torneremo in Ucraina per vedere i genitori.
A volte viaggiate da sole durante i tornei, quanto è difficile per voi?
Mariia Sidelnyk: La prima volta è stato difficile perché avevo 13 anni e non ero mai stata da sola. È stato difficile organizzarmi, ma poi mi sono abituata e mi sento a mio agio nel viaggiare da sola. Certo se posso preferisco viaggiare con il coach.
Veronica Pavlenko: Anche per me è stato difficile; ho iniziato a viaggiare da sola a 14 anni quando ho lasciato l’Ucraina. Adesso è 1 anno e mezzo che viaggio da sola. Non è difficile farlo, più che altro è organizzare il tutto.
Intesa Sanpaolo Little Tennis Champions
Questa iniziativa, che si spera possa trovare prosieguo anche negli anni a venire, si affianca a un altro progetto della I Tennis Foundation che è ora alla seconda edizione: si tratta dell’Intesa Sanpaolo Little Tennis Champions, orientato a 12 giovani italiani, sempre selezionati secondo i criteri elencati in precedenza. E nel futuro, secondo le parole di Simone Bongiovanni, vedrà la luce la prima accademia del tennis Pro Bono, ovvero totalmente gratuita.
Queste le parole di Simone Bongiovanni presidente I Tennis Foundation:
Come nasce I Tennis Foundation?
Bongiovanni: I Tennis Foundation nasce su mia iniziativa e di altri amici di Torino nel 2018 con l’obiettivo di allargare le maglie di accesso allo sport, in particolare al tennis, a ragazzi proveniente anche da contesti sociali meno agiati, quindi abbiamo già realizzato un progetto locale, Torino Tennis Talent su Torino, un progetto nazionale Intesa Sanpaolo Little Tennis Champions e un progetto internazionale quello che abbiamo presentato oggi per le otto rifugiate ucraine.
Questo progetto come tu dicevi durante la conferenza possibilmente si amplierà nei prossimi anni
Bongiovanni: Sì speriamo, facciamo un appello alla fundraising, da parte di tutti, in modo che possano aiutarci a trovare più fondi possibili per poter aiutare questi ragazzi anche per il futuro.
Dicevamo durante la conferenze che le ragazze sono state selezionate anche tenendo conto tra i criteri delle zone da cui provengono anche grazie alla associazione tennistica ucraina. Altri progetti paralleli che porterete avanti?
Bongiovanni: Adesso abbiamo la seconda edizione di Intesa Sanpaolo Little Tennis Champions, 12 ragazzi italiani selezionati in tutta Italia. Il nostro obiettivo è quello di avere la prima School & Tennis Academy pro bono della storia del tennis, quindi speriamo di riuscirsi poco a poco.
Nel corso della presentazione del progetto, Ubitennis ha intervistato anche Massimiliano Bianchi, coach tecnico per I Tennis Foundation, Direttore Tecnico del Tennis Club Porto Azzurro. “Sono tecnico nazionale ed ex giocatore ATP e sono stato chiamato da Simone Bongiovanni per seguire i ragazzi di Little Tennis Champions (programma per la preparazione tecnico, tattica e atletica di 12 ragazzi nati tra il 2008 e il 2009 in Italia con accompagnamento ai tornei Tennis Europe, percorsi di mental coaching e corsi di comunicazione e giornalismo sportivo e di lingua inglese avanzata). Abbiamo fatto un anno con loro, li abbiamo accompagnati e dato assistenza tecnica in 12 tornei dal 2022 al 2023. Da quest’anno sono diventato Responsabile dell’attività tecnica delle ragazze ucraine durante i tornei. Sempre insieme a Bongiovanni, seguitò queste ragazze durante la loro attività internazionale in Europa. Sono gli “occhi” durante i tornei, poi mi occuperò di relazionare ai maestri dello Sporting Stampa di Torino come Gipo Arbino e altri per capire come si comportano le ragazze durante i tornei che è quello che a noi interessa”.
Se quattro ragazze ucraine coinvolte nel progetto sono state scelte, oltre che per la bravura, anche in base a criteri economici e per i disagi creati dal conflitto armato, vediamo invece come sono stati selezionati invece i 12 ragazzi italiani. “Nella stessa maniera per quanto riguarda l’aspetto economico – fortunatamente non c’era l’aspetto della guerra e della sicurezza. C’era un livello tecnico minimo al quale dovevano aderire e poi veniva calcolato l’ISEE e le varie situazioni in cui si potevano allenare. È stata dunque, con un algoritmo, fatta la scelta dei ragazzi”.