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Finiti i preliminari, da oggi si fa sul serio. Alle ore 13 sul centrale del Palasport di Gedda esordisce Luca Nardi contro il la prima testa di serie il francese Arthur Fils, a seguire scenderà in campo Flavio Cobolli che incrocerà la racchetta con lo svizzero Dominik Stricker (n.94 ATP).
Abbiamo sentito Stefano Cobolli, babbo e coach, per fare il punto della situazione e proseguire nel nostro racconto iniziato ieri.
Buongiorno Stefano, allora siamo al momento della verità. Dominik Stricker è un avversario davvero tosto.
Hai ragione, Stricker è un avversario molto tosto e la sua classifica è decisamente bugiarda perché lui è uno che gioca meno degli altri (in questo 2023 ha disputato 58 partite con il 61% di vittorie, ndr) e quindi la sua classifica ha un peso specifico maggiore. Infatti quando gioca fa spesso ottimi risultati (in stagione due vittorie Challenger a Rovereto e Praga), soprattutto sulle superfici veloci. Noi lo conosciamo bene perché è coetaneo di Flavio (curiosamente è nato il 16 agosto, proprio come Sinner) e ha giocato con lui tutti gli Slam under 18. E a proposito di Slam ricordiamoci che ha vinto a Parigi sia in singolo che in doppio (proprio in coppia con Cobolli, cosa su cui Stefano glissa con elegante understatement, ndr), cioè su quella che per lui è la superfice peggiore. Se non è forte uno così (ride, ndr).
Il suo mancinismo può essere un problema?
Il fatto che sia mancino non influirà granché, a parte il solito problema che sui punti dispari potrà contare su un servizio a uscire che è molto insidioso. Ma di solito a Flavio i mancini non danno tanto fastidio, l’unico problema è proprio la sua forza. Una forza senza punti deboli, se non forse da un punto di vista fisico, e che quasi sempre tende a farti giocare male.
Te lo chiedo prima che inizi quest’ultimo torneo che potrà cambiare la valutazione solo in meglio. Che voto dai alla stagione di Flavio?
Un voto decisamente alto. Ha giocato tanto (90 partite) e rispetto agli anni passati è riuscito ad avere più continuità con pochi infortuni. Il che significa che ha lavorato bene. Soprattutto ha avuto quella giusta voglia di salire dopo un anno che potremmo definire di assestamento. E anche se ha vinto un solo torneo (Challenger di Lisbona, ndr) ha ottenuto tanti risultati. Ha vinto qualcosa come 56 partite tra Challenger e ATP, è entrato in top 100 e ha raggiunto le Next Gen, cioè tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissi all’inizio dell’anno. E non dimentichiamo che è riuscito ad entrare in tabellone a Parigi dove si è tolto la soddisfazione di giocare contro Alcaraz.
Quale sarà la vostra routine pre-partita?
Sarà un po’ diversa dal solito perché, come ben sapete, una delle tante nuove regole Next Gen prevede che non ci siano i soliti palleggi prima della partita. Per cui stiamo cercando di capire quale sia il modo migliore per entrare in campo caldi, pronti per iniziare a giocare. La mattina rimarrà in hotel e andremo al Palasport verso l’ora di pranzo per mangiare un boccone. Poi faremo un’ora di allenamento con un occhio al campo per vedere quando finirà la partita precedente.