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È entrato nel circuito professionistico da neanche un anno e si sta piano piano facendo conoscere in tutto il mondo per la sua unicità in campo e più banalmente per la bandiera che in ogni match compare davanti al suo nome. Si parla di Abedallah Shelbayh, ragazzo classe 2003 giordano (qui una sua biografia) che in questi giorni sta partecipando grazie a una WC alle Next Gen ATP Finals trasferitesi proprio in questo 2023 da Milano a Gedda, in Arabia Saudita. Primo tennista con questa nazionalità a entrare nella classifica ATP, il ventenne di Amman ha esordito nel circuito ATP quest’anno con una WC all’ATP 250 di Doha e, oltre a conquistare un alloro Challenger a Charleston, è stato capace di ottenere due vittorie nel circuito maggiore (una a Banja Luka e l’altra a Metz). Fattosi notare da Toni Nadal nel 2016, Shelbayh ha trascorso tre anni alla Rafa Nadal Academy a Maiorca dove si è allenato e diplomato nel giugno 2021. Con un’ammirazione per Ons Jabeur e soprattutto per Rafa Nadal – tanto da “cambiare mano con cui giocare a tennis, dalla destra alla sinistra” per emulare il proprio idolo – il ventenne giordano ha avuto più e più volte l’onore di scambiare qualche palla con l’asso maiorchino, che con il passare degli anni gli ha sempre tenuto un occhio addosso.
“Il titolo a Charleston è stato davvero speciale, poiché quest’estate ho passato dei momenti difficili, con molti cambiamenti” svela Shelbayh, che poi continua dicendo: “E’ una vittoria che vale doppio e sono fiero di come mi sono risollevato giocando così bene dopo un periodo tosto della mia vita”. Planato con merito sino alla posizione numero 185 odierna (suo best ranking), il tennista giordano ha inoltre raccontato all’ATP alcune parole che il 14 volte campione al Roland Garros gli ha regalato poco tempo fa. “Vincere un torneo è un’enorme soddisfazione, ma non bisogna accontentarsi di un unico successo” – consiglia Nadal – “tutti cercano di migliorare e di conseguenza l’obiettivo deve essere posto sul costruire al meglio sé stessi giorno dopo giorno”. Perle preziose queste per Shelbayh, che deve aver fatto colpo sul campione spagnolo – deciso più che mai a rientrare a competere – tanto che quest’ultimo lo ha definito come “un giocatore con un talento innato”.
Rafa Nadal: Shelbayh come un mix tra talento e impegno
“Per descrivere Abedallah bisogna analizzare il suo talento innato. Per dirne una, lui è capace di inventarsi cose che la maggior parte dei giocatori non riuscirebbe a fare. Con il suo stile di gioco riesce a mettere in difficoltà molti tennisti e lo so bene perché spesso mi sono allenato con lui. Inoltre, nell’ultimo anno e mezzo ha fatto uno step avanti nel mondo del tennis entrando nel professionismo (nel 2022 ha giocato per un anno in un college in Florida, ndr) e più in generale nel come vive questo sport. Sta lavorando molto per cercare di essere all’altezza del mondo professionistico e mi congratulo con lui per l’impegno e la costanza che ci mette giorno dopo giorno. Di sicuro sta intraprendendo la strada giusta. La sua stagione è stata molto positiva, ha ottenuto buoni risultati e sta scalando vertiginosamente il ranking. Per lui giocare le Next Gen ATP Finals sarà speciale e per questo gli auguro buona fortuna”.
Toni Nadal: Shelbayh e le sue innegabili capacità maturate nel tempo
“Quando Abedallah è arrivato all’accademia lui faceva già bene molte cose. Si vedeva che aveva una particolare abilità. Poi, col passare degli anni, è migliorato in tutti gli aspetti e in particolare nel 2022 la sua maturazione è stata notevole. È diventato più serio e impegnato in quello che svolgeva e sono dell’avviso che avrà una chance per entrare nel circuito ATP che conta. Già quest’anno ha preso parte a delle belle battaglie contro tennisti rinomati in svariati tornei e talvolta li ha anche sconfitti. Per la Rafa Nadal Academy, Shelbayh è un motivo di soddisfazione perché si è interamente formato sui nostri campi”.
Shelbayh: esperienza all’accademia e sogni diventati realtà
“Ho trascorso parecchi anni alla Rafa Nadal Academy e ormai è la mia casa. Rappresento l’accademia in ogni match che gioco ed è un nome impegnativo da portarsi sulle spalle. Sono grato di tutto quello che è stato fatto per me, dalle perle di Rafa e dalle possibilità che mi ha dato a tutti i giocatori con cui ho trascorso molto tempo. Quando sono arrivato non credevo fosse tutto così speciale e men che meno pensavo di poter trascorrere lì così tanto tempo. Ma d’altronde quando c’è un bell’ambiente tutto è più facile. Avere la possibilità di allenarmi con Rafa avendo a bordo campo Toni Nadal e Carlos Moya è qualcosa che non mi sarei mai aspettato in vita mia. Sognavo esperienze così. Poi, si sono tramutate in realtà”.