Domenica 22 ottobre Ben Shelton ha trionfato nell’ATP 500 di Tokyo e così sono diventati sei i tennisti che nel corso del 2023 hanno vinto il loro primo titolo ATP: ripercorriamo le loro storie e la loro stagione, dalla lunga gavetta nei challenger di Tallon Griekspoor e Pedro Cachin al figlio d’arte Shelton, che ha raggiunto i quarti di finale al secondo slam della carriera. E poi Christopher Eubanks, che forse non ci credeva più. Sei storie diverse, sei momenti indimenticabili.
LA PRIMA SETTIMANA DELL’ANNO- Tallon Griekspoor (27 anni, numero 25 del ranking ATP) si è tolto lo sfizio già nel corso della prima settimana dell’anno, a Pune, sconfiggendo in finale Benjamin Bonzi. L’olandese, futuro avversario dell’Italia nelle Finals di Coppa Davis, si è poi ripetuto nel corso della stagione vincendo (in casa) anche il titolo di ‘s-Hertogenbosch sconfiggendo ben tre australiani (Popyrin, de Minaur e Thompson). Griekspoor, che nel 2021 aveva scalato la classifica a suon di vittorie nel circuito challenger (addirittura otto titoli in totale, aveva chiuso la sua stagione con venti vittorie consecutive e quattro trofei uno dietro l’altro: Napoli, Napoli2, Tenerife e Bratislava) ha sicuramente preso la rincorsa grazie al primo trofeo della carriera a livello ATP, disputando un 2023 di altissimo livello e arrivando fino al best ranking di numero 24 grazie ad un tennis potente. Da segnalare per lui anche la semifinale nel 500 di Rotterdam (giocata alla pari e persa in lotta con Sinner) e la finale in un altro ATP500, quello di Washington (sconfitta con Evans): da Washington in poi a dire il vero per lui è cominciata una sorta di mini-crisi (3 vittorie e 7 sconfitte nelle ultime 10 partite a livello ATP), una crisi solo in parte alleviata dalle vittorie in Davis con Ruusuvuori e Tiafoe: un normale periodo di assestamente dopo un 2023 che l’ha visto passare dal numero 95 al numero 24 della classifica.
WU E LA STORIA- Yibing Wu a Dallas si è invece superato, entrando nella storia del tennis cinese: il 24enne di Hangzhou ha vinto il torneo 250 texano (ovviamente il primo della carriera) battendo un avversario più prestigioso dell’altro (Shapovalov, Mannarino, Fritz e Isner) e diventando di conseguenza il primo tennista cinese della storia a vincere un torneo ATP. Wu ha un gioco un po’ frenetico, il dritto a volte salta completamente, ma nel corso della settimana di Dallas funzionò tutto alla perfezione e in finale, annullando quattro match point, riuscì a battere il veterano John Isner al tie break decisivo (14-12). “Long” John si è ritirato dopo lo US Open– anche se a febbraio era ancora numero 39 del mondo- ma in ogni caso batterlo in una finale sul cemento, in America, oltretutto al tie break decisivo, rappresenta una mezza impresa per un ragazzo con poca esperienza come Wu. Il 24enne cinese, che ad agosto ha raggiunto il proprio best ranking (54) nel corso della seconda parte della stagione ha un po’ frenato la sua corsa e ha chiuso l’anno alla posizione numero 121. Impegnato negli Asian Games, non ha curiosamente disputato nemmeno una partita nel corso dello swing asiatico.
LE GIOVANI STAR – Arthur Fils (classe 2004) e Ben Shelton (2002) rappresentano, insieme a Matteo Arnaldi (2001), i nomi nuovi del circuito del 2023. Fils si è rivelato ad inizio stagione con nove partite vinte consecutivamente a livello challenger (titolo di Oeiras2 e finale a Quimper) e poi con le semifinali nei 250 di Montpellier (sconfitta con Sinner) e Marsiglia (battuto da Bonzi), ma il primo trofeo della carriera è arrivato un po’ a sorpresa sulla terra rossa di Lione, dove ha sconfitto in finale Francisco Cerundolo, diventando di conseguenza il primo giocatore nato nel 2004 a trionfare in un torneo ATP. Da quel momento in poi il 19enne di Bondoufle (testa e fisico già da veterano) ha ritoccato continuamente la sua classifica, raggiungendo l’attuale numero 36 (aveva chiuso il 2022 fuori dalla top250) grazie in particolare alla semifinale di Amburgo e alla finale di Anversa.
Ben Shelton (21 anni, numero 15 del mondo) ha vinto il suo primo titolo ATP a Tokyo (un torneo 500) il 22 Ottobre (7-5 6-1 a Karatsev in finale) ma paradossalmente di lui sapevamo già tutto, in particolare da quando ha raggiunto un’incredibile semifinale allo US Open. Il figlio d’arte aveva già stupito il circuito coi quarti di finale dell’Australian Open, approfittando però di un tabellone benedetto (media della classifica degli avversari sconfitti: 108) che l’aveva scaraventato in una realtà (quella del circuito ATP ad alto livello) per la quale probabilmente non era ancora pronto. Dopo mesi di sconfitte e sofferenze Shelton ha però ritrovato fiducia e continuità, grazie all’entusiasmo per la prima semifinale slam in carriera raggiunta a New York. Se consideriamo solamente gli ultimi tre tornei (New York, Shanghai e appunto Tokyo) Shelton si trova nel pieno di una striscia positiva (e aperta) caratterizzata da 13 vittorie in 15 partite (sconfitte con Djokovic allo US Open e con Korda nei quarti di Shanghai): Shelton è riuscito a prendere confidenza col circuito ATP anche se da gennaio a fine agosto ha giocato solamente una manciata di partite ufficiali, perdendone la maggior parte. Una stagione quasi paradossale, con un ranking basato fondamentalmente su quattro tornei, ma che gli ha permesso di arrivare più fresco degli altri al rush finale del 2023 avvicinandosi all’ottavo posto nella race. La sua settimana giapponese è stata caratterizzata da ben tre vittorie in rimonta (con Daniel, Thompson e Giron) mentre la finale con Karatsev è andata via abbastanza liscia.
UN TITOLO INASPETTATO- Christopher Eubanks (classe 1996) e Pedro Cachin (1995) hanno entrambi vinto il primo titolo ATP alla prima finale della carriera. Eubanks, che aveva chiuso il 2022 al numero 129 del ranking, è improvvisamente esploso nel torneo di Miami coi quarti di finale raggiunti partendo dalle qualificazioni (sei vittorie totali nel torneo) per poi consolidare la classifica nei challenger asiatici: ha infine completato la sua consacrazione definitiva con la vittoria nell’ATP250 di Maiorca (grande vittoria in finale su uno spento Mannarino) e coi quarti a Wimbledon (sconfitta al quinto set con Medvedev), divertendo il pubblico grazie ad un tennis brillante e alternando un gioco un po’ compassato (quasi d’altri tempi) ad accelerazioni improvvise. Nel corso dell’estate ha continuamente ritoccato il proprio best ranking fino ad arrivare al numero 29, assestandosi successivamente intorno alla 35esima posizione.
Pedro Cachin si è invece adattato perfettamente alle particolari condizioni di Gstaad (torneo estivo su terra che si disputa però in altura con conseguenti condizioni di gioco molto rapide) portando a casa il primo e unico titolo della carriera grazie alla vittoria in finale sul veterano Albert Ramos-Vinolas. Il 28enne di Bell Ville ha poi raggiunto il suo best ranking (agosto, numero 48) per poi ripiombare rapidamente nel Purgatorio dei Challenger: attualmente occupa la posizione numero 70 e dopo l’impresa in terra svizzera non ha più vinto due partite consecutive a livello di circuito maggiore.