Era una delle collaborazioni più longeve del panorama tennistico italiano. Parliamo di quella tra Vincenzo Santopadre e Matteo Berrettini. Un percorso durato 13 anni che ha visto il suo capolinea al termine di questa stagione, altamente complicata per il tennista romano.
Un percorso di crescita che ha dato molto a Matteo che nel suo post di fine collaborazione ha ringraziato Vincenzo per averlo reso il tennista che è adesso. Emblematiche le parole: “Senza di te ci sarebbe stato Matteo Berrettini, ma non ci sarebbe stato il martello”.
La separazione con Berrettini è stato uno degli argomenti toccati da Vincenzo Santopadre in un’intervista rilasciata a Sky Sport. “Io e Matteo abbiamo deciso insieme questa separazione. Secondo noi è stata una cosa inevitabile. Per il bene di Matteo era opportuno che ci fosse un cambiamento.”
Una scelta arrivata in pieno accordo tra i due ma che non ha mutato i loro rapporti: “Abbiamo preso questa decisione insieme, ma la cosa eccezionale e ottima è che il rapporto tra noi è rimasto sano anche perché questa separazione è avvenuta nei modi e nei tempi più corretti” .
Una separazione che secondo alcuni potrebbe essere arrivata troppo tardi ma non per Santopadre: “ Non credo che abbiamo aspettato troppo. Abbiamo fatto la scelta nel modo e nel tempo giusto. Credo che ognuno abbia la propria strada e il proprio percorso da fare. L’atleta deve necessariamente vivere con grandi stimoli, che sono quelli che portano a farti superare un ostacolo a migliorare continuamente. Non credo ci sia una scadenza in un rapporto tra coach e giocatore.”
Fine di un rapporto che però non è motivata nei dettagli da Santopadre, se non escludendo l’ipotesi della mancanza di stimoli: “Nei rapporti di lunga data c’è il rischio che scemi lo stimolo, ma questo non è quello che è successo tra noi. Per tanti motivi abbiamo ritenuto che c’era la necessità e l’esigenza da parte di entrambi di fare un passo indietro.”
Santopadre rimarrà colui che era seduto nella panchina di Berrettini nella finale di Wimbledon e colui che lo ha supportato in un anno travagliato come questo 2023 che, tra infortuni e voci arrivate fuori dal campo, hanno visto il tennista italiano scivolare nel ranking: “ Noi sappiamo benissimo quanto fisico e testa siano correlati. É ovvio che gli infortuni hanno contributo al calo nel ranking e hanno contributo a minare la testa di Matteo.”
Nonostante le varie critiche ricevute da Matteo per la sua vita fuori dal campo, Santopadre è ottimista per il futuro del suo ex allievo: “È ovvio che di cose ne sono successe tante. Sono state dette tante idiozie, ma quando sei un personaggio pubblico come Matteo fanno parte del gioco. Tutto quello che ruoto attorno a te dà adito anche a sciocchezze. C’è stata una concatenazione di eventi dove probabilmente testa e fisico sono stati messi alla prova. Quello che mi piace pensare è che c’è da pensare avanti e penso ci sia qualche bella pagina da scrivere da Matteo. Lui deve stare nei primi 20 al mondo, ha le carte per raggiungere di nuovo questa classifica. Non arrivi n. 6 per caso”.
Santopadre ha parlato anche di Jannik Sinner, con grandi parole di elogio per il tennista altoatesino: “La sua strada era già incanalata nel miglior binario possibile. È rimasto fedele a se stesso, nonostante il cambio di allenatore, e la sua crescita è stata continua e incalzante. Credo che Jannik rappresenti il futuro di questo gioco se pensiamo all’evoluzione del suo servizio e del modo di rispondere. Per come l’abbiamo visto nel finale di stagione è il n. 1 virtuale”.
Le prestazioni di Sinner, il ritorno di Matteo, la voglia di dimostrare il loro valore di Arnaldi e Musetti sono alcuni dei punti a favore di un 2024 con prospettive rosee per il tennis italiano. “Stiamo vivendo un momento eccezionale. Dobbiamo godercelo ed essere pronti a qualcosa di ancora più grande.” Ha concluso Santopadre riferendosi ad un possibile bis Davis senza diventare il sogno più grande a livello individuale :”Ci manca lo Slam che desideriamo dal 1976, ma a breve ci sarà modo di gioire”.