Kim Clijsters: il Belgio sul tetto del mondo
Kim Antonie Lode Clijsters nacque l’8 giugno 1983 da una famiglia ben disposta verso lo sport: il padre, prematuramente scomparso a soli 52 anni, fu un famoso calciatore e sua madre fu una ginnasta di livello internazionale e anche la sorella di Kim intraprese lo sport della racchetta ma fu costretta a lasciare l’attività a causa di un brutto infortunio. Dalla sua famiglia ha ereditato la dedizione e lo spirito di sacrificio che richiede ogni sport praticato ad alti livelli insieme ad un fisico che è la perfetta sintesi della forza muscolare paterna e della flessibilità materna.
La potenza da fondo campo, sostenuta dall’atletismo, è stata l’arma vincente della prima belga ad issarsi in vetta al ranking: capace con il diritto di fare male in qualunque zona del campo, stratega con il rovescio, elegante nei pressi della rete. L’esordio tra le professioniste fu precoce, a soli 15 anni nel maggio del 1999 nel torneo di casa, il Belgian Open.
A pochi mesi dall’esordio, conquistava anche il primo titolo nell’Open di Lussemburgo e terminava la stagione al 47esimo posto della classifica mondiale. Inevitabile il premio di fine anno come Newcomer on the year. Il 2001 è l’anno della svolta. Da un lato, raggiungeva la prima posizione mondiale e insieme alla rivale e connazionale Justin Henin, regalava al suo paese la prima Fed Cup e venne consacrata tra le grandi del tennis. Dall’altro, è stata la stagione della grandi finali perse: Indian Wells, Roland Garros, Wimbledon nella specialità del doppio e la posizione in vetta al ranking senza aver mai vinto un torneo Slam.
La tecnologia che determina “la più forte” la portava a guardare tutte dall’alto nell’agosto 2001 e la rimase per 11 settimane. Alla fine della carriera saranno 20 settimane, tra il 2003, il 2006 e il 2011.
La finale del 2003 del Roland Garros è stato il trionfo dell’orgoglio belga tanto da scomodare addirittura la famiglia reale per assistere alla sfida tra Kim e Justine. Vinse quest’ultima 6-0 6-4, rimandando ancora la vittoria Slam della classe ’83. La sfida tra connazionali si ripetè anche a New York 2003 e a Melbourne 2004 ma il risultato non cambiò.
Le prime quattro finali Slam disputate corrisposero ad altrettante sconfitte. La sfortunata tendenza cambiò radicalmente a partire dallo US Open 2005: da quel giorno, quando Kim arrivava in finale, vinceva.
Il 6 maggio 2007, a soli 23 anni, Kim annuncia il suo ritiro immediato dal tennis professionistico, a causa del gran numero di infortuni subiti e per l’intenzione di dedicarsi alla famiglia, con il matrimonio fissato per il mese di luglio con il cestista Brian Lynch, dopo la storia d’amore finita con Lleyton Hewitt. Nel marzo 2009 annunciò il ritorno alle competizioni dopo essere diventata mamma del primogenito. Il secondo titolo Slam, di nuovo agli US Open riscriveva la storia del tennis. Partecipò allo slam newyorkese grazie ad una wild-card e con una memorabile cavalcata, giunse in finale e vinse. L’ultima mamma a vincere uno Slam nell’Era Open, fu Evonne Goolagong sui verdi prati di Church Road. Mamma Kim ne vinse altri due: US Open 2010 e Australian Open 2011 che gli valse anche la prima posizione mondiale. Era la prima volta per una tennista mamma.
SCONFITTE SUBITE DA NUMERO 1 DEL MONDO DA KIM CLIJSTERS
2003 | L. Krasnoroutskaya – KIM CLIJSTERS | 1-6 6-4 6-1 | Toronto |
2003 | J. Henin – KIM CLIJSTERS | 7-5 6-1 | US Open (F) |
2003 | A. Myskina – KIM CLIJSTERS | 5-7 4-4 RIT. | Lipsia |
2003 | J. Dokic – KIM CLIJSTERS | 1-6 6-3 6-4 | Zurigo |
2006 | A.Mauresmo – KIM CLIJSTERS | 3-6 6-3 6-3 | Anversa |
2006 | J. Craybas – KIM CLIJSTERS | 7-5 3-6 7-5 | Miami |
Justine Henin: l’importanza di una promessa
«Siamo state l’una per l’altra una fonte di motivazione. L’una senza l’altra non avremmo mai ottenuto quello che abbiamo ottenuto» Justine Henin su Kim Clijsters.
Ad appena cinque anni mise piedi in un campo da tennis e ne restò affascinata. La piccola Justine o “Juju”, schiva e riservata, a soli 12 anni era già la rivale della di Kim, più piccola di un anno. L’antagonista sul rettangolo da gioco divenne ben presto l’amica più fidata fuori dal campo: Justine ha perso la mamma troppo presto e il rapporto con il padre era difficile e conflittuale. L’ossessione di diventare una grande del tennis la deve a una promessa fatta alla mamma: nel 1992 mentre la belva di Novi Sad batteva in finale al Roland Garros Steffi Graf, sugli spalti, Justine giurava a sua mamma che sarebbe diventata la numero uno del mondo.
Nata a Liegi, esordiva nel circuito professionistico nello stesso anno dell’amica-rivale di sempre. Grazie a una wild-card la diciasettenne Justine debuttava nel circuito maggiore nel torneo di Anversa: con grande sorpresa, vinceva il torneo battendo in finale Pitkowski, allora n. 35 del ranking.
L’ascesa al vertice fu rapida. Justine era una giocatrice estremamente versatile, in grado di passare da un gioco difensivo ad offensivo in pochi colpi e dotata di grandi capacità nel gioco di volo. Nell’era tennistica in cui, dopo Steffi Graf, si era imposto prepotentemente il rovescio a due mani, la giovane belga scalava la classifica con “uno dei più bei rovesci a un mano della storia”.
La prima finale Slam giunse presto, a Wimbledon 2001, lo Slam che non riuscirà mai a vincere in tutta la carriera. La terra rossa parigina del 2003, battendo in finale Kim, segnò il primo successo Slam della carriera e dell’anno e la chiusura del cerchio: su quegli spalti era iniziata la sua carriera, con la mamma, al suo fianco. Con la vittoria agli US Open scalzava la connazionale dalla vetta del ranking. Conquistava Slam e tornei ma non l’amore degli spettatori. Fredda nei confronti dei fans, incapace di aprirsi durante le conferenze stampa, incapace di creare e mantenere amicizie nel circuito e quegli incitamenti urlati in faccia alla avversarie, crearono non pochi problemi a Justine nell’entrare nel cuore dei tifosi. La stampa, non troppo clemente con lei, riciclò anche il soprannome del ciclista Eddy Merckx, noto come Il Cannibale: Justine divenne La Cannibale di Liegi.
Nonostante qualche problema fisico e personale che le impediscono di partecipare ai tornei australiani di inizio stagione, dalla metà della stagione 2007 e per più di un anno (117 settimane il computo a fine carriera), Justine sarà la “giocatrice da battere”. 12 titoli WTA tra cui due Slam – il quarto Roland Garros e il secondo US Open, e una serie di 25 vittorie consecutive. La magia però si rompe. Sorprendendo tutti e ancora di più il coach di una vita, l’argentino Carlos Rodriguez, il 14 maggio 2008 a soli 26 anni, Justine annunciava il (primo) ritiro dalle competizioni – tornerà tra 2010 e 2011, raggiungendo un buon livello ma senza successi di rilievo.
SCONFITTE SUBITE DA NUMERO 1 DEL MONDO DA JUSTINE HENIN
2004 | S. Kuznetsova – JUSTINE HENIN | 6-2 4-6 6-3 | Doha |
2004 | A. Mauresmo – JUSTINE HENIN | 6-7 7-5 6-3 | Amelia Island |
2004 | T. Garbin – JUSTINE HENIN | 7-5 6-4 | Roland Garros |
2004 | N. Petrova – JUSTINE HENIN | 6-3 6-2 | US Open |
2007 | S. Williams – JUSTINE HENIN | 0-6 7-5 6-3 | Miami |
2007 | S. Kuznetsova – JUSTINE HENIN | 6-4 5-7 6-4 | Berlino |
2007 | M. Bartoli – JUSTINE HENIN | 1-6 7-5 6-1 | Wimbledon (QF) |
2008 | M. Sharapova – JUSTINE HENIN | 6-4 6-0 | Australian Open (QF) |
2008 | F. Schiavone – JUSTINE HENIN | 7-6(3) 7-6(4) | Dubai |
2008 | S. Williams – JUSTINE HENIN | 6-2 6-0 | Miami |
2008 | D. Safina – JUSTINE HENIN | 5-7 6-3 6-1 | Berlino |
Amélie Mauresmo: la francese sulle orme di Yannik Noah
Nata in una famiglia agiata, il 5 luglio del 1979 nella piccola Saint-Germain-en-Laye, vicino a Parigi, a 4 anni rimase impressionata guardando alla tv Yannik Noak che vinceva il Roland Garros. Da allora è entrata nel mondo del tennis e non ne è più uscita.
Esordì nel circuito delle professioniste nel 1999. Sconosciuta al grande pubblico ma non ai più appassionati che l’avevano già vista vincere il Roland Garros Junior nel 1996, raggiunse la finale agli Australian Open (persa contro Martina Hingis). Finalmente la Francia aveva ritrovato una campionessa insieme a Mary Pierce. In semifinale riuscì a battere Lindsay Davenport ma quello che fece la storia fu la dichiarazione post-partita in cui dichiarò la sua omosessualità. Prima di lei, solo due mostri sacri come Billie Jean King e Martina Navratilova si erano concesse la libertà di fare outing. Coraggiosa e fiera, Amélie pagò a caro prezzo la sua confessione: la abbandonarono gli sponsor e soprattutto il padre.
Medaglia d’argento a Sydney 2004, nel settembre di quell’anno divenne la prima francese a occupare la prima posizione del ranking mondiale e lo fece senza aver conquistato un titolo Slam. La fama di eterna seconda non le impedì di restare al top della classifica.
A distanza di sei anni, nel 2006 tornò a disputare una finale Slam, nuovamente nella terra dei canguri. Il ritiro di Justine Henin mentre si trovava in svantaggio 1-6 0-2, privò il pubblico dello spettacolo promesso ma per Amélie era finalmente giunto il risultato sperato. Sull’erba londinese fu di nuovo finale, ancora contro Henin: ma questa volta l’incontro ci fu e la spuntò ancora la francese al terzo 2-6 6-3 6-4. I due successi Slam le permettevano di issarsi e rimanere la numero uno del mondo per 34 settimane consecutive, dal marzo al novembre 2006.
I tre anni successivi furono deludenti a livello di risultati con soli 2 titoli WTA e 3 finali raggiunte. A 30 anni, la francese annunciò il ritiro dal tennis giocato per dedicarsi alla carriera di allenatrice e ora, prima direttrice donna di un torneo Slam, del Roland Garros.
SCONFITTE SUBITE DA NUMERO 1 DEL MONDO DA AMELIE MAURESMO
2004 | L. Davenport – AMELIE MAURESMO | 6-2 RIT. | Filderstadt |
2006 | S. Kuznetsova – AMELIE MAURESMO | 6-1 6-4 | Miami |
2006 | J. Henin – AMELIE MAURESMO | 6-1 6-2 | Berlino |
2006 | N. Vaidisova – AMELIA MAURESMO | 6-7 6-1 6-2 | Roland Garros |
2006 | N. Dechy – AMELIE MAURESMO | 3-6 6-2 6-3 | Eastbourne |
2006 | L. Davenport – AMELIE MAURESMO | 4-6 6-1 6-2 | New Haven |
2006 | M. Sharapova – AMELIE MAURESMO | 6-0 4-6 6-0 | US Open (SF) |
2006 | S. Kuznetsova – AMELIE MAURESMO | 6-4 6-0 | Pechino |
2006 | N. Vaidisova – AMELIE MAURESMO | 1-6 7-5 7-6(3) | Mosca |
2006 | D. Hantuchova – AMELIE MAURESMO | ND | Zurigo |
2006 | N. Petrova – AMELIE MAURESMO | 6-2 6-2 | WTA Finals |
2006 | J. Henin – AMELIE MAURESMO | 6-4 6-4 | WTA Finals |