La prima settimana di tour si chiude con un po’ di amaro in bocca per i colori azzurri. Leggermente anzitempo, dato che termina il venerdì, ma comunque con qualcosa di buono da portarsi dietro nell’ultima settimana che precede il primo Slam dell’anno. Qualcosa che, come spesso capitato nel 2023, fa rima con Matteo Arnaldi. Il sanremese, dopo un buon torneo al Brisbane International, in cui ha vinto due partite lottate, ha frenato la sua corsa ai quarti di finale contro Roman Safiullin. Un avversario con sole cinque posizioni in più nel ranking, ma capace ad essere quasi ingiocabile nei giorni giusti. E, purtroppo per l’azzurro, questo quarto di finale era uno di questi.
Il punteggio definitivo recita 7-6(4) 6-2 in 1h e 48 a favore del n.39 al mondo, con un primo set giocato a ritmi molto alti, oltre che equilibrato, e un secondo in cui il maggior talento e l’esperienza hanno prevalso. Nel primo parziale ci sono quattro palle break, tutte a favore del russo e tutto nel secondo game, ben salvate da Arnaldi che gioca cercando molto gli angoli con i piedi ben dentro al campo, nel tentativo di muovere Safiullin e non dargli punto di riferimento. Tattica che porta i suoi frutti, dato che permette di forzare il tie-break, dove il russo mette in campo la miglior qualità del proprio servizio, chiudendo con 7 ace e il 92% di punti vinti con la prima un set di buon livello e ben 18 colpi vincenti totali (12-6 per Safiullin).
Nota importante sono le discese a rete che Safiullin non disdegna nell’arco dell’incontro, comportandosi molto bene nel gioco di volo, specie da destra, con scambi ben impostati a cacciare quasi fuori dal campo Arnaldi. Matteo, molto generoso, riesce quasi sempre a costringere l’avversario ad un colpo in più, ma nel secondo parziale non c’è storia. Il ritmo da fondo del russo diventa ingestibile, senza distinzioni tra dritto e rovescio, con tanta potenza e angolazioni complesse a disegnare il campo per prendere in mano il pallino del gioco. Così si spiega il rapido avanzamento al vantaggio di 5-0 per Roman, che concederà un break più per distrazione che altro, salvo andare poi a chiudere con una gran risposta vincente di dritto 6-2. Conquista così la sua quarta semifinale in tour senza contare la United Cup 2022 (1-2 il record, l’unica vittoria su Musetti a Chengdu). Affronterà la tds n.1 Holger Rune.
Il danese, unico top 10 presente in tabellone, ha battuto con un punteggio quasi speculare James Duckworth, uno dei tre australiani spintisi ai quarti. 6-2 7-6(6) il tabellino finale di una partita fatta di tennis spumeggiante da parte del danese, capace di mettere a segno 33 vincenti a fronte di 11 non forzati, il tutto condito da 13 ace e l’86% di punti vinti con la prima in campo. Statistiche che dipingono un quadro di qualità assoluta, come ben dimostra anche una sola palla break concessa in due set da Rune, nel game finale di un primo parziale già ipotecato. Il secondo parziale scorre seguendo l’andamento dei servizi, con scambi veloci e intensi, grazie a un Duckworth che azzanna la partita e gioca tutte le sue carte, spesso incappando però nelle variazioni e accelerazioni del n.8 al mondo, che chiuderà al terzo match point. Sarà la 14esima semifinale in carriera per Holger, prima in terra australiana, con un record di 8-5, e l’ultima finale che rimane quella di Roma lo scorso maggio.