Surreale pensare che in pochi anni si possa passare dal calcare i più prestigiosi palcoscenici tennistici, conquistando 4 titoli Slam in singolare e 10 in doppio (di cui 4 nel misto), al rischiare diversi anni di reclusione per frode. È ciò che accade alla spagnola Arantxa Sanchez Vicario, accusata di aver orchestrato un piano con il suo ex compagno, Josep Santacana, per evitare di dover ripagare il debito da cinque milioni e duecentomila euro con la banca del Lussemburgo.
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Il debito risaliva ad una condanna della Corte Suprema spagnola del 2009 in cui Vicario ha dovuto pagare allo Stato i cinque milioni di euro già citati, ottenendoli tramite un finanziamento del banco Sabadell garantito dalla banca del Lussemburgo.
Il debito, alla fine, non viene mai ripagato, la spagnola segue il piano escogitato dal marito, con il debito che nel 2018 sale a sette milioni e mezzo. La banca a quel punto si è rivolta ad una corte, che si è occupata di mettere sotto processo Vicario e Santacana, per frode. Lei da sempre si dichiara vittima del compagno, manipolatore. Medesima accusa anche dall’altra parte, lui si pronuncia innocente.
Mercoledì 17 gennaio è arrivata la sentenza, non definitiva: Josep Santacana è stato condannato a tre anni e tre mesi di reclusione, rende noto il giudice di Barcellona, e viene accettato l’accordo fra Arantxa Sanchez Vicario, la Procura e la Banca del Lussemburgo, con quale viene condannata a due anni di prigione (pena sospesa). Per entrambi, una multa pari a sei milioni e seicentomila euro.
L’ex marito, da sempre dichiaratosi innocente, aveva chiesto l’assoluzione totale dalle accuse. Ciò lascia presagire un futuro in cui ricorrerà in appello. Sanchez Vicario ha invece scelto di dichiararsi colpevole di fronte alle accuse, scongiurando la prigione e restituendo mensilmente la cifra sottratta alla Banca del Lussemburgo.
Roman Bongiorno