Per cominciare due considerazioni. La prima è che non mi facevo molte illusioni sul fatto che agli ottavi di finale del primo Slam dell’anno arrivasse un altro italiano oltre a Jannik Sinner. La seconda è che non dispero che Jasmine Paolini (n.29 WTA), dopo aver raggiunto il suo primo terzo turno in uno Slam, stanotte possa andare oltre battendo la russa Anna Blinkova (n.57 WTA), che è più battibile della Rybakina (n.3 Wta), tanto è che l’ha già sconfitta 2 volte su 5, anche se ci ha perso l’ultima nella finale 2022 di Cluj-Napoca 6-2,3-6,6-2. Peraltro quello stesso anno ci aveva vinto negli ottavi a Contrexville (125 Wta) addirittura 6-0,6-3 e a Bol l’anno prima 6-2,6-2.
Se battesse la Blinkova, Jasmine avrebbe negli ottavi una tennista peggio classificata di lei, la vincente di Kalinskaya (n.75 Wta) –Stephens (n.44 Wta)…insomma i quarti di finale non le sarebbero poi così preclusi.
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E proseguendo – perché non costa nulla dirlo né sognarlo – nel suo “quarto” è rimasta una sola testa di serie, la n.12, la cinese Qinwen Zheng, perché oltre a Rybakina n.3 sono state via via eliminate, scendendo dall’alto in basso di quel “quarto” Kalinina n.24, Kasatkina n.14, Cirstea n.22, Zhu n.29 e Pegula n.5. Tutte le altre non rientrano tra le prime 32 del mondo. Apparentemente una grande occasione, di quelle che non si ripresentano spesso. Non sto dicendo che Jasmine “debba” arrivare in semifinale, anche perché la Zheng comunque è la grande favorita per percorrere quella strada, però non si tratta di una mission impossible
Esaurite le due considerazioni iniziali sono adesso combattuto, nello scrivere, se affrontare per primo il discorso Sinner, che è quello che piace a tutti i media generalisti e non – non parlano e non scrivono d’altro – oppure sapendo di rivolgermi a un pubblico più “esperto” e “qualificato” dovrei lasciarmi quel che noto e penso di Jannik e dei suoi più forti rivali verso fine articolo dando la precedenza a un commento su Cobolli, Zeppieri, Arnaldi, Nardi, i nostri ex teenager non ancora affermati come Sinner e Musetti ma ancora giovanissimi.
Privilegio questi ultimi per dire che sono molto ottimista sulle loro chances di farsi strada nei top-50. Non sono il Mago Ubaldo quindi non mi sbilancio a parlare di un potenziale avvenire da top-30, semplicemente perché non si possono fare discorsi del genere osservando la classifica attuale come se il livello di competitività nel mondo non fosse altissimo e non ci fossero quindi nel resto del globo tanti altri giocatori da un potenziale più o meno simile.
Abbiamo visto che i francesi ad esempio, dopo un periodo di crisi susseguente al progressivo declino per motivi anagrafici dei 4 ex top-ten, Gasquet, Monfils, Simon e Tsonga – e prima di loro Grosjean, Clement, Pioline, Tulasne e qualche seconda fila in anni svariati (Boetsch, Santoro, Llodra, Escude, Golmard, Boutter, Di Pasquale, Champion, Raoux, Bennetau, Pouille) dopo la più gloriosa Belle Epoque degli Anni 80/90 con Noah, Forget, Leconte – stanno riprendendosi con i vari Fils, Van Assche, Cazaux, Mayot che possono sognare balzi in avanti simili ai nostri. Ho citato Francia, ma credo che se guardiamo anche altri Paesi, i vari Michelsen, Prizmic, Mensik hanno identiche aspirazioni e ogni anno ne spuntano di nuovi. Ad esempio Fonseca che ha 17 anni ed è uno aspirante alle finali NextGen.
Insomma senza cercare di indovinare il loro best ranking le qualità che hanno messo in mostra in Australia Cobolli, che contro de Minaur si è difeso molto meglio di Arnaldi anche se ha fatto un solo game in più e anche se si commetterebbe un grosso errore a “comparare” un solo match fra i due, come se il tennis potesse ridursi a una proprietà transitiva. Arnaldi ha detto di non essere riuscito proprio a “entrare in campo e in partita”, invece Cobolli sì e si è pure divertito… anche perché- aggiungo io – era reduce da 5 vittorie nel torneo, dal suo primo terzo turno, dal suo primo top-20 battuto (Jarry) e da un’altra bella partita vinta con Lajovic.
Però, tutto quanto sopra premesso, ho trovato Cobolli molto solido atleticamente, possente fisicamente, buono anche a rete, con un kick di servizio sulla seconda nei punti dipari assai fastidioso da controbattere se ha messo in difficoltà perfino un ottimo ribattitore come de Minaur… Insomma, mi ha ispirato fiducia nelle sue qualità. Arnaldi ha altre caratteristiche, il suo tennis è ancora un po’ troppo leggero, ma la sua testa è abbastanza solida, sebbene possa anche lui crescere anche sotto questo aspetto. E’ già salito a n.41, per arrivare tra i primi 30 nei prossimi mesi non ha bisogno di fare chissà cosa. Non mi pare abbia grandi cambiali in scadenza. Fino ad aprile quando un anno fa vinse il challenger di Murcia in pratica aveva fatto punti soltanto vincendo un challenger a Tenerife a cavallo fra gennaio e febbraio. Ha spazio, insomma, per far meglio e guadagnare punti in tornei nei quali sarà in tabellone. Ovviamente sorteggi fortunati aiuteranno.
Quanto a Zeppieri, idem. Vinse 12 mesi fa un challenger a Cherbourg, fece finale a Rovereto, ma poi – dopo aver perso a marzo a Zara proprio da Cobolli nei quarti non ha più fatto per diverso tempo grandi risultati e troppi punti, salvo che a Cagliari e poi al Roland Garros dove prima si qualificò e poi battè Bublik prima di arrendersi a Ruud giocando molto bene.
A questi tre ragazzi che sembrano aver messo un piede nei top-100 (o quasi nel caso di Zeppieri) va aggiunto Nardi che a tanti esteti piace ancor più di alcuni dei sopracitati, sembra avere più talento naturale e fantasia creativa, ma sembra anche più ragazzino, sembra avere meno solidità nervosa, meno testa. Potrebbe maturare però. E allora le porte dei top-100 gli si aprirebbero. Il fatto che tutti questi ragazzi si conoscano bene, si siano affrontati e reciprocamente battuti, dovrebbe favorire i progressi di tutto questo quartetto. L’effetto Sinner-Musetti può far da traino. L’ho visto accadere in tanti altri Paesi quando c’è stato un Borg, un Becker, un Ivanisevic capaci di “sfondare”.
Non credo di essere ottimista per caso. Non sono un dirigente FIT che cerca di “vendere” il proprio prodotto a scopi promozionali. L’onda Sinner produrrà benefici effetti. Già lo vediamo negli spazi che i media, tutti i media, concedono oggi al tennis. La stessa battaglia per i diritti tv, che non possono non costare nulla anche se Supertennis ha potuto fino ad oggi fruirne a poco prezzo, lo dimostra.
Sull’argomento diritti tv, negoziazioni in corso fra SKY e FITP e possibili scenari da chiarirsi entro la fine dell’Australian Open, scriverò in un prossimo editoriale, ripercorrendo un po’ la storia di Supertennis dal 2008 a oggi.
Due parole sul tennis femminile, il cui futuro azzurro per ora purtroppo appare – e non una questione cromatica – meno roseo.
Camila Giorgi ha 32 anni e anche se farà ancora qualche exploit, perché nelle giornate di vena quando tutto le sta dentro “giocando il suo gioco”, continuerà ad essere temibile per tante giocatrici (anche perché sono poche quelle costantemente fortissime). Jasmine Paolini ha indovinato il coach giusto. Renzo Furlan, una persona seria, un tecnico intelligente, valido, per bene. E’ un grande asset.
A 28 anni si può ancora crescere. Intanto prima di giocare con la Blinkova è salita a un best ranking virtuale di n.26 WTA (più cinque del suo attuale n.31 e tre posti più su del suo previo best ranking n.29). Battesse la Blinkova salirebbe a n.24. Un passo alla volta, dai. Purtroppo le nostre ragazze, Paolini, la ventiduenne Cocciaretto, la venticinquenne Bronzetti, non hanno quel gran fisico e quel gran servizio che permette loro di vincere tanti punti gratis come accade a quelle rivali che battono con costanza a 180/190 km l’ora. Ai tempi di Sara Errani – e prima di Martina Hingis, di Justine Henin – è stato possibile salire ai vertici del ranking senza avere troppi centimetri. Oggi mi sembra un’impresa quasi disperata.
Anche Sinner, che è un metro e 90, ha dovuto costruirsi dei muscoli, “anche se non si vedono”, anche se non sarà mai ingaggiato per la prossima serie di… ”Baywatch”.
E ora scrivo di lui. Il modo in cui si è sbarazzato di Baez, e degli altri prima di lui, è stato impressionante. Sembrava, nel corso soprattutto del 6-0,6-1 in un’oretta, che il piccolo argentino fosse ancora più piccolo del suo metro e 70, che non fosse la testa di serie n.29 del torneo, che non avesse mai vinto i tornei ATP di Cordoba, Kitzbuhel, Winston-Salem.
Negli ultimi 6 set, fra de Jong e Baez Jannik ha concesso in tutto 10 game. Sei all’olandese, 4 all’argentino.
Con Van de Zandschulp, che serviva intorno ai 215/220 orari non ha perso un set, non l’ha fatto avvicinare al tiebreak sebbene fosse la sua prima gara ufficiale da fine novembre, e 6-4,7-5,6-3, ha fatto 19 game contro 12.
Avversari che non erano fenomeni, si dirà, ma anche se è vero che ogni partita fa storia a sé, nessuno degli altri primi 9 del ranking è riuscito a non perdere neppure un set, Djokovic, Medvedev, Tsitsipas, Rublev, Hurkacz ne hanno persi già due, Zverev 3 e Rune è out.
Adesso Sinner deve affrontare un ex top10. Khachanov con il quale ha vinto gli ultimi due incontri. Khachanov, che ha sempre perso un set nei turni precedenti (Altmaier, Kovacevic e Machac), è migliorato negli ultimi due anni. Ma Sinner è migliorato di più. Io penso che vincerà. Tre set a zero? Poco importa. Probabile, direi, che almeno un tiebreak ci sia. Nei loro tre match precedenti – pur datati, 2020 quello perso, 2021 i due vinti – in 10 set ne hanno giocati 5, esattamente la metà. Oggi Sinner serve decisamente meglio di uno, due, tre anni fa. Ma anche da fondocampo è capace di giocare a dei ritmi secondo me inarrivabili alla lunga per il tennista russo che… ”battezzai” futuro campione quando vinse sui campi del “mio” CT Firenze alle Cascine il torneo giovanile di Pasqua che era stato vinto nel ’98 da Roger Federer e nel 2018 da Lorenzo Musetti. Lo intervistai allora e, confesso, ogn volta che lo incontro mi diverte ricordarglielo!
Può creare più problemi Khachanov di chi vincerà fra de Minaur e Rublev con i quali non ha mai perso (quando il match è finito…con Rublev si è ritirato due volte)?
Difficile dirlo perché de Minaur, il solo altro top-ten che non ha ancora perso un set, in Australia è forse più temibile che altrove, sebbene un anno fa Sinner gli dette una lezione memorabile quanto quella datagli in Coppa Davis e altrove (finale del Canadian Open è un altro piacevole ricordo epr Jannik, il suo primo e per ora unico Mssters 1000 in bacheca).
Dovrei rispondervi come farebbe Jannik: “Un passo alla volta, poi vediamo”. La frase “poi vediamo” spunta in quasi ogni sua intervista. E fa bene a dirla. Un classico. Allora lo copio e lo dico anch’io. Cominciamo con il battere Khachanov, proprio perchè potrebbe anche essere l’avversario più duro. Certamente è quello che, per via del diverso record e passato, lo teme di meno, non soffrirà di alcun complesso. Serve meglio di Rublev e de Minaur, il servizio può dargli più punti gratis. Ogni tanto anche lui tende a innervosirsi, se le cose si mettono male, anche se mai quanto Rublev. Insomma… poi vediamo.
Ma intanto stiamo vedendo che il signor Djokovic ha cominciato a non lasciare set per strada, anche se nel terzo set con Etceverry vinto al tiebreak non è apparso ancora in condizioni fisiche brillantissime. Ma non vorrete mica che perda con Mannarino, con il quale ha vinto quattro volte su quattro? E allora, prima che giochi contro il vincente di Fritz e Tsitsipas prima che anche Nole debba preoccuparsi del nostro Jannik – e viceversa… poi vediamo! – sono certo che Novak sarà più forte di quel che è finora sembrato. All’altra metà del tabellone pensiamo e vediamo domani.