A Tenerife, sul bel centrale dell’Abama Tennis Academy, circondato dalle palme, è giunto ai quarti di finale il Challenger 100 (cemento outdoor) organizzato da MEF di Marcello Marchesini. E’ il primo torneo di un trittico che proseguirà il 18 febbraio con due tornei consecutivi di categoria 75. Diversi erano gli italiani ai nastri di partenza, con Fabio Fognini a prendersi inevitabilmente tutti i riflettori nonché la prima testa di serie. Ma la nostra attenzione si è rivolta soprattutto a chi invece è meno abituato alle luci della ribalta, e nello specifico parliamo di Francesco Maestrelli e Samuel Vincent Ruggeri che hanno brillantemente raggiunto i quarti di finale. Noi facemmo conoscenza con Maestrelli nel luglio di due anni fa a Todi (guarda caso un altro torneo targato MEF) quando il tennista pisano, costretto a un crudele doppio turno a causa del maltempo, non si dava pace per la sconfitta contro il tedesco Daniel Masur. Noi fummo facili profeti nel dirgli che si sarebbe rifatto in fretta. Infatti la settimana successiva vinse al Challenger di Verona. Sembrava l’inizio di una inarrestabile ascesa, come la convocazione in Davis in veste di sparring sembrava confermare. La stagione successiva si sarebbe purtroppo incaricata di raffreddare gli entusiasmi, riservando a Francesco non poche delusioni (27/38 il suo bilancio) e facendoci temere che il classe 2002 (nato però a fine dicembre) potesse perdersi per strada. E la cosa ci sarebbe dispiaciuta parecchio perché il giocatore ci piace molto con la sua combinazione servizio/diritto di livello decisamente superiore. Ed è per questo che salutiamo sempre con grande piacere il più piccolo segnale di risveglio. Come questo che ci giunge dall’isola di Tenerife dove ha battuto prima lo spagnolo Daniel Rincon 6-3 6-4 e poi la settima testa di serie, il promettentissimo finlandese Otto Virtanen (n.166 ATP) con un secco 6-4 6-1 in un’ora e mezza di partita. Adesso l’incrocio nei quarti con Brandon Nakashima è di quelli da far tremare i polsi, come l’azzurro ha candidamente commentato: “Mi fa quasi strano giocare contro Brandon che in realtà mi è capitato più spesso di vedere in televisione. Nel 2022 mi chiesero quale fosse il giocatore con più potenziale delle Next Gen ATP Finals e io scelsi lui, che poi vinse. Ho sempre avuto grandissima stima nei suoi confronti, sarà una partita incredibile”.
L’altro azzurro meritevole di una menzione speciale è sicuramente Samuel Vincent Ruggeri che per la terza volta consecutiva in questo inizio di stagione ha superato le qualificazioni, e chi conosce le asperità di un tabellone Challenger sa come questa non sia certo una cosa scontata. Questa volta sotto i colpi del 21enne bergamasco sono caduti uno dopo l’altro Carlos Lopez Montagud e Lorenzo Giustino. Non migliore sorte è toccata al francese Maxime Janvier nel primo turno del tabellone principale. Il 27enne nativo di Creil (n.256 ATP) ha racimolato appena sei giochi contro un Ruggeri decisissimo a raggiungere per la prima volta in carriera il terzo turno di un Challenger. A sbarrargli la strada ci ha allora provato il suo coetaneo olandese Guy Den Oden (n.351 ATP), ma Samuel ha confermato di essere un atleta in missione e ha spazzato via l’avversario, nonostante un piccolo passaggio a vuoto nel secondo set, col punteggio di 6-0 6-7(5) 6-2. Nella giornata di venerdì contro Yevseyev Samuel inseguirà un sogno.
Torniamo infine, noblesse oblige, da Fabio Fognini che ha iniziato la stagione con una franca vittoria in tre set sul francese Matteo Martineau, molto più insidioso di quanto la sua classifica (n.261 ATP) non lasci intendere. Non è però riuscito a ripetersi proprio contro il kazako Denis Yevseyev (n.184 ATP), in un match più volte posticipato per pioggia. Il punteggio che ha bocciato il tennista ligure è stato di 6-3 1-6 6-3.
Erano tanti gli italiani al Challenger 75 di Nonthaburi 3 (cemento) e due di loro hanno raggiunto i quarti di finale: Matteo Gigante e Giovanni Fonio. Il novarese Fonio, proveniente dalle qualificazioni, ha prima approfittato del ritiro del francese Juses Marie che comunque era già sotto 6-2 4-1, e poi è uscito vincitore da un match molto duro contro il giapponese Sho Shimabukuro (6-0 6-7 7-5) Nei quarti gli tocca ora lo statunitense Nicolas Moreno De Alboran (n.147 ATP) che, ripescato come lucky loser, ha già eliminato il nostro Francesco Passaro. Non sarà semplice anche se uno che sbraccia quel magnifico rovescio a una mano non parte mai battuto. Applausi anche per Matteo Gigante che pure approda ai quarti faticando in realtà parecchio, avendo dovuto ricorrere al terzo set sia contro il francese Arthur Weber che contro il belga Gauthier Onclin. La sfida nei quarti con il croato Duje Ajdukovic (n.141) è complicata non solo per la forza dell’avversario ma anche per la sua pessima abitudine di giocare brutti scherzi ai tennisti italiani, come ha confermato nel primo turno battendo uno spento Stefano Travaglia che pure ha lottato e ha portato a casa un set ma francamente non sembra più il giocatore di un paio di anni fa.
Al Challenger 50 di Buenos Aires (terra battuta) è stato un derby tra Edoardo Lavagno e Alexander Weis ad assegnare un posto nei quarti di finale dopo che Lavagno aveva eliminato l’ex n.1 del mondo juniores (e vincitore degli US Open giovanili) il 17enne brasiliano Joao Fonseca (attualmente n.652 ATP) e l’altoatesino aveva avuto la meglio sull’ucraino Oleksii Krutykh. L’ha spuntata Lavagno col punteggio di 6-4 5-7 7-5, riuscendo evidentemente, nel contesto di un match molto equilibrato, a rimanere più concentrato, nonostante il forte rumore di sottofondo dovuto al combinato disposto della ferrovia, situata proprio dietro ai campi, e della strada non molto più lontana. Nella tarda serata di venerdì, orario italiano, Lavagno se la vedrà con l’argentino Santiago Rodriguez Taverna (n.206 ATP) che lo precede in classifica di una trentina di posizioni.
Si giocava anche negli Stati Uniti, precisamente a Indian Wells (Challenger 50, cemento) dove il nostro Federico Gaio non è riuscito ad onorare la sua prima testa di serie, facendosi sorprendere da Omni Kumar (n.368 ATP) con un netto 6-3 6-2. Appena meglio è andata a Giovanni Oradini che torna sempre con piacere negli Stati Uniti dopo i bellissimi anni del College a Mississippi State. Il tennista nativo di Rovereto, dopo aver superato il tedesco Sebastian Fanselow, è stato costretto alla resa dallo statunitense Learner Tien col punteggio di 6-2 7-6(1). Il 18enne mancino californiano, alla sua seconda stagione da professionista ma praticamente sconosciuto fuori dai confini americani, è un giovane di grande talento ma dai margini ancora inesplorati. Vedremo cosa gli riserverà il futuro.