Daniil Medvedev si è qualificato per i quarti di finale dell’Australian Open grazie alla vittoria in quattro set su Nuno Borges: per il numero 3 del mondo si tratta del nono quarto di finale a livello slam, il terzo a Melbourne. Nel corso della conferenza stampa post partita il russo ha parlato del suo prossimo avversario, Hubert Hurkacz, del suo rapporto con il pubblico e delle gustose interviste con Jim Courier.
Domanda: “Nei quarti di finale sfiderai Hurkacz. Non hai un buon record con lui, cosa ti infastidisce del suo tennis? Pensi che possa vincere uno slam?”
Medvedvev: “Serve benissimo, e poi può giocare bene su tutte le superfici. Ha già raggiunto una semifinale a Wimbledon nel 2021 e oltretutto ha in bacheca due titoli Masters 1000 e secondo me quando vinci un 1000 diventi automaticamente un candidato a vincere un major. Il mio record negativo con Hubi (2 vittorie ma al fotofinish e 3 sconfitte, ndr) penso sia dovuto al suo servizio: è veloce ma preciso, come quello di Kyrgios. Ci sono probabilmente dei giocatori che tirano il servizio più forte di Hurkacz ma magari sono battute meno precise e più prevedibili, e di conseguenza più semplici da impattare. Hubi unisce velocità e precisione, per me ha uno dei migliori 2 o 3 servizi al mondo”.
Domanda: “Le tue interviste con Jim Courier a fine partita ormai sono già diventate cult. Qual è il segreto della vostra intesa?”
Medvedev: “Adoro le sue domande, perché escono dagli schemi, adoro in generale il clima che si crea nel corso dell’intervista. Mi piace molto parlare con lui, è simpatico e preparato. E’ una connessione reciproca.”
Al termine del match con Nuno Borges in effetti Courier e Medvedev hanno dato spettacolo in campo, con l’ex tennista americano che ha chiesto a Daniil di prendere in mano il microfono, di fare qualche passo indietro verso le tribune e di spiegare al pubblico la sua classica (e arretratissima) posizione in risposta: “Da qui in fondo la rete sembra davvero lontanissima, come fai a recuperare una smorzata?” gli ha chiesto Courier.
Daniil è subito entrato nel dettaglio: “Faccio allenamenti specifici col mio preparatore atletico, con l’obiettivo di essere subito pronto a scattare in avanti da quaggiù. Soffro le smorzate ma solo quelle fatte bene, come ad esempio quelle di Borges o di Alcaraz. Nella finale di Indian Wells Carlos mi aveva massacrato di drop shot vincenti, e infatti dopo una settimana a Miami ogni mio avversario ha subito provato a copiarlo…ma poi ho vinto il torneo. Se la smorzata non è perfetta il punto lo vinco io”.
E ancora Medvedev: “All’inizio della mia carriera non rispondevo così lontano dalla linea di fondo. Poi però qualche anno fa ho giocato con Tsonga, lui ha servito benissimo e io non ho avuto nemmeno una palla break, ho fatto davvero fatica in risposta, e allora col mio allenatore abbiamo deciso di provare qualcosa di diverso e di fare un po’ di passi indietro. Da qui in fondo ho più tempo per rispondere e inoltre colpisco la palla ad un’altezza (più bassa) che preferisco”.
Tornando alla conferenza stampa, il numero 3 del mondo ha affrontato anche il tema del suo rapporto col pubblico e coi fan.
Domanda: “Stai finalmente entrando nel cuore dei tifosi?”
Medvedev: “Sto cercando di avere un atteggiamento diverso, sicuramente. Allo stesso tempo però non voglio fare il ruffiano che cerca a tutti i costi l’approvazione dei fan ma vorrei dedicarmi solamente al mio lavoro, senza dare troppo peso alle reazioni del pubblico. Lo scorso anno sono arrivato davvero esausto a fine stagione, anche dal punto di vista mentale, e in alcune situazioni ho sicuramente esagerato con le provocazioni. Ci sono 10mila persone in tribuna e può capitare ce ne sia una che esulta su un tuo doppio fallo. E’ sbagliato dare peso a quella persona o prendersela, sto lavorando su questo aspetto.”