[6] A. Zverev b. [2] C. Alcaraz 6-1 6-3 6-7(2) 6-4
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Il tavolo è pronto, le portate principali saranno giocate da applausi e spettacolo. L’ultimo ad unirsi è Alexander Zverev che irrompe sulla scena e nega che a contendersi l’Australian Open siano le prime quattro teste di serie del tabellone. E’ il tedesco il vincitore dell’ultimo quarto di finale in programma, a farne le spese è Carlos Alcaraz. Lo spagnolo, non in giornata esaltante, entra in partita troppo tardi, e cede in quattro set con il punteggio di 6-1 6-3 6(2)-7 6-4 all’avversario che, di rimando, sfodera una prestazione ai limiti dell’impeccabile e si guadagna il diritto di giocarsela contro Daniil Medvedev nel penultimo atto a Melbourne.
Primo set: Zverev impeccabile, Alcaraz frenetico e irriconoscibile
Inizio shock per Alcaraz che subisce subito il break da parte dell’avversario. Se qualcuno immaginava uno Zverev remissivo che badasse solo a limitare l’onda d’urto dell’avversario, questo è il momento per ricredersi. Il teutonico quando ha occasione libera il braccio e punisce il numero 2 al mondo. Sotto nel punteggio 4-1, lo spagnolo è riuscito a vincere solo due punti in risposta e come se non bastasse il dominio del tedesco ha dei numeri impietosi: mostruoso 92% di prime servite e l’83% di punti vinti sulla stessa. Lo spagnolo è totalmente in bambola e l’errore di dritto concede un altro break a Zverev che mette il lucchetto al primo set. Frenesia nel cercare del cercare alternative, difficoltà nel trovare le misure del campo e smarrimento dei colpi migliori. I primi tre punti in risposta del 5-1 sono emblematici di quelle che sono le difficoltà del murciano: rovescio ad una mano poco federeriano, dritto fuori di tre metri e facile palla corta che si ferma sul nastro. L’ace della testa di serie numero 6 fa il resto e cala il sipario sul primo set con un netto 6-1.
Secondo set: Alcaraz a due facce, Zverev va avanti 2-0
Il secondo set inizia poggiandosi sui capisaldi che hanno retto il primo: Zverev va in scioltezza sui propri turni e non disdegna l’idea di provare a punzecchiare un Alcaraz ancora in cerca della bussola. Il quinto game sembra ridare alcune sicurezze allo spagnolo vincendo alcuni punti lottati e trovando anche il primo ace di giornata. Sul 3-2 il prodigio di Murcia si carica, ingrana e ritrova magicamente qualche guizzo dei giorni migliori. Il tedesco rintuzza ma riesce a cancellare due palle break e grazie ad un servizio solidissimo viene via da un complicato turno di battuta. Per la gioia dei presenti alla Rod Laver Arena il match si accende, ora lo spagnolo c’è e gli scambi diventano durissimi. Sul 3-3 il tennista di Amburgo riapre un game che sembrava chiuso e, grazie ad uno scambio vinto a rete, si guadagna una palla break. Sascha spinge sulla seconda e il rovescio dell’iberico si ferma in rete, è il primo strappo del secondo parziale. Colpo da knockout per il classe 2003 e Dottor Jekyll si trasforma di nuovo in Mr.Hyde. Si ripresentano i fantasmi del primo set e Zverev conferma il break. La volèe in corridoio dello spagnolo anticipa i tempi e chiude un altro set indirizzato verso la Germania. 6-3 e 2-0.
Terzo set: Zverev trema sul più bello, meraviglioso Alcaraz nel tie break
Alcaraz sembra di nuovo rigettato nello sconforto e nel terzo set le sue speranze sembrano ridotte al lumicino, specialmente quando nel secondo turno al servizio è autore dell’ennesimo disastro. Due palle break concesse con una palla corta ideata male ed eseguita peggio come segno più lampante della mancanza di armi con cui fronteggiare l’avversario. Spalle al muro il servizio prova ad essere l’ultima boa a cui aggrapparsi ma le acque sono troppo agitate e il rovescio fuori misura apre le porte del baratro. Sascha conferma il break ed è in totale controllo del match sul 4-1. Il lob del game successivo è una delle sporadiche super giocate dello spagnolo che prova a concedersi un’ultima possibilità. Il 5-3 è il momento della verità e la tenuta mentale del tedesco si concede una crepa nel momento meno opportuno. Sotto 0-30 Sascha risale con due ace. L’iberico chiama a rete il tedesco che sbaglia la volè ed è break point. Risposta aggressiva, duello tra rovesci in diagonale e la carezza a rete porta in dono l’ossigeno sperato al classe 2003. Si ritorna in parità sul 5-5 pari e il tie break sembra essere la naturale conclusione di un parziale riaperto in extremis dall’allievo di Juan Carlos Ferrero. Il tie break giocato da Carlitos è quanto di più esplicativo possibile per considerarlo un predestinato, anche se non parte con il piede giusto. Virtuosismo non richiesto dello spagnolo, 1-0 Zverev. Robustissimo rovescio di Sascha e l’errore di Alcaraz mette a referto il primo mini break. Passante dell’andaluso ed è di nuovo equilibrio. Il classe 2003 a questo punto ritrova il suo cilindro da prestigiatore con magie annesse. 4-2 al campio campo. Servizio e dritto e passante in lungolinea per procurarsi set points. Ne basta uno e i giochi vengono riaperti. Si vola al quarto.
Quarto set: Zverev cala fisicamente, ma si aggrappa al servizio e vola in semifinale
Prima di ritornare in campo per il quarto set, Zverev chiama un medical time out per tamponare l’insorgere di un problema di vesciche ai piedi. Imprevisto che nel game di apertura non sembra turbarlo più del dovuto perché si guadagna subito due palle break. Alcaraz annulla la prima con un buon servizio ma con un dritto troppo approssimativo nell’esecuzione cede la battuta. Sascha chiama e Carlitos risponde. Fendente di rovescio e anche per lui due palle break per riprendersi il servizio. Detto fatto, voleè in rete del tedesco ed è 1-1. Ora la partita assume i crismi della battaglia ma il teutonico sembra venir meno nella gambe. Quando le energie latitano, il servizio è un ottimo metodo per togliere le castagne dal fuoco senza dispendi ulteriori. Ricetta che segue pedissequamente il numero 6 del ranking per scongiurare i primi campanelli d’allarme e andare sul 2-2. Lo spagnolo intuisce la flessione fisica dell’avversario ed infierisce con la palla corta cercando di sfiancarlo il più possibile. Il nativo di Amburgo si tiene a galla solo con la battuta con cui continua a mietere percentuali spaventose. L’ottavo game è forse il più spettacolare di tutto l’incontro con l’iberico che sotto 40-15 inizia a prendere di tutto e, ai vantaggi, spinge il rivale ad uno sforzo fisico non indifferente per agganciarlo sul 4-4. Nel momento migliore del numero 2 al mondo, è la costanza di chi è sopra nel punteggio ad essere premiata. Nel nono game diventa una questione di rovescio, tre errori dell’iberico e passante di Sascha con questo fondamentale decretano il break che non ti aspetti. Questa volta la mano non trema, il servizio vincente al centro è il punto esclamativo di una partita perfetta.
Manuel Ventriglia