[2] A. Sabalenka b. [4] C. Gauff 7-6(2) 6-4
Uno dei due numeri 12 che erano resistiti fino ad oggi era inevitabilmente destinato a spezzarsi. O le 12 vittorie Slam consecutive di Coco Gauff, regina dell’ultimo US Open e semifinalista all’Australian Open, o i 12 successi di fila di Aryna Sabalenka a Melbourne, lei che del primo Slam dell’anno è campionessa uscente. Come da pronostico, il 12 che si evolve e diventa 13 è quello della bielorussa, che diventa la prima giocatrice da Serena Williams nel 2016/2017 a raggiungere due finali di fila in Australia.
La bielorussa arrivava a questa semifinale forte di un percorso incredibile, che non l’aveva mai vista perdere più di tre giochi in un solo set e per cui era rimasta in campo solamente cinque ore e tredici minuti, di fatto poco più di un’ora a partita. Sotto il tetto della Rod Laver Arena è praticamente sempre lei ad avere in mano le redini dello scambio, determinando nel bene e nel male l’andamento del match. Per Gauff, che nonostante qualche missile (anche oltre i 200km/h) raccoglie poco dal servizio, è un passo indietro abbastanza netto rispetto alla finale di New York.
Per Sabalenka, invece, questo risultato significa tantissimo. Innanzitutto, la sua terza finale Slam consecutiva sul cemento le consente di sperare di poter ridurre il gap con Iga Swiatek rispetto ad inizio torneo, e poi – può sembrare strano ma è così – questa vittoria è la migliore della carriera in uno Slam per Aryna a livello di ranking, che mai prima d’ora aveva sconfitto una giocatrice fra le prime quattro in un Major. Chiunque sarà la sua ultima avversaria (Zheng o Yastremska), le probabilità di confermarsi campionessa sono sempre più elevate.
Primo set: entrambe hanno chance, ma Sabalenka si impone al tie-break
I primissimi minuti di partita sono tutti targati Aryna Sabalenka, che comincia alla grande conquistando otto dei primi nove punti. Se il primo turno di battuta della bielorussa viene inaugurato con un ace, quello di Coco Gauff è battezzato da un doppio fallo, che sarà una costante piuttosto ricorrente all’interno del primo set (sei in totale). La n°2 del mondo parte subito avanti di un break, anche se sul 2-0 si incarta e restituisce immediatamente il break. In ogni caso, la campionessa in carica sembra essere decisamente più in partita. Le percentuali al servizio di Sabalenka – che arriva a servire per il set sfiorando il 90% di prime in campo – sono notevolissime, mentre la statunitense fatica enormemente sulla seconda. Nei suoi primi quattro turni di battuta Gauff subisce due break, commette cinque doppi falli e vince appena due punti su nove con la seconda, che quando riesce a mettere in campo è comunque troppo tenera e facilmente attaccabile.
Aryna ha il controllo del gioco, è molto aggressiva e cerca anche di andare spesso a chiudere il punto a rete, seppur con risultati non esaltanti. La 25enne di Minsk trova comunque il secondo break nel sesto game, andando a servire per il primo parziale sul 5-3. Nel momento più importante, tuttavia, arrivano tre gratuiti consecutivi che rimettono in carreggiata Gauff, brava ad aumentare il numero di prime nel decimo gioco (una scagliata a 201km/h, un’altra utile per annullare un set point) e a portarsi in parità: 5-5. I dubbi di Sabalenka, che inizia a diventare troppo frettolosa e non accetta di buon grado il prolungarsi dello scambio, aumentano in fretta. La n°2 del seeding sbaglia un dritto clamoroso sopra la rete sulla palla break in favore della sua avversaria, mandandola a servire per il set, ma Coco non ne approfitta. Dal 6-5 30-0 la vincitrice dell’ultimo US Open perde undici degli ultimi tredici punti, subendo il contro-break e venendo dominata al tie-break, dove Sabalenka ritrova le sue certezze e conquista la prima frazione: 7-6(2).
Secondo set: Sabalenka si prende più rischi e vola in finale
Già all’alba del secondo parziale la bielorussa avrebbe l’opportunità di indirizzare nettamente la partita, ma non riesce a concretizzare due importanti palle break (su una delle quali affossa in rete una comoda volée di rovescio). Gauff in qualche modo si salva e prova a far gara di testa, tenendo i suoi due successivi turni di battuta a zero, ma la n°2 del mondo non riscontra particolari problemi, tornando a servire come nel primo set e lasciando solo un punto nei suoi tre game di servizio inaugurali. Sul 3-3 la statunitense torna a tentennare, offrendo un’altra opportunità di break che, però, Sabalenka spreca non riuscendo a rispondere ad una seconda non certo fulminea.
L’intensità e la tensione crescono, così come l’attenzione e la precisione dei colpi dell’ex n°1 WTA, che nonostante la chance non sfruttata non si scompone, risale da 0-30 nell’ottavo gioco e cambia marcia. Aryna cala gli occhi della tigre (tatuata sul braccio), resta positiva e si prende i rischi giusti, che pagano. Sul 4-4 la testa di serie n°4 non riesce a reggere l’impeto della sua rivale, che le strappa la battuta e va a servire per volare in finale. Al secondo match point Sabalenka chiude 7-6(2) 6-4 una partita che è comunque sempre stata lei a determinare, nel bene e nel male. In finale, contro una tra Zheng e Yastremska, la bielorussa partirà ampiamente favorita.