Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata all’Australian Open 2024 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.
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Quinto set 4-2 30-15… l’avranno fatta così:
Rino: ”Circoletti rossi a pioggia”
Gianni: “Beh circoletti russi a questo punto, lo sta facendo girare come una trottola”
Rino: “Calma Clerici che con la Russia è meglio non scherzare”.
Gianni: “Beh Rino, io ho una certa vicinanza letteraria con Dostoevskij e Tolstoj”
Rino: “Dubito che a Putin interessi”
Gianni: ”Dici? Ma io ho passato un periodo molto bello della mia vita a San Pietroburgo ed anche alcuni fine settimana intriganti a Volgograd che all’epoca si chiamava ancora Stalingrado…”.
Rino: “40-15 Clerici”.…5-3 40-30
Rino: “E allora match point”
Gianni: “Eh si, Rino, sono quasi non dico commosso ma un po’ emozionato via”
Rino: “Non esageriamo adesso”
Gianni: “Tommasi tu sei il solito insensibile, stiamo aspettando da 48 anni”
Rino: “Stiamo…parla per te io sono stato benissimo in questi 48 anni, non è che non abbiamo visto bel tennis”
Gianni: “E vabbè ma noi atleti italiani che abbiamo giocato gli slam…”
Rino: “Clerici, tu non hai giocato gli slam”
Gianni: “Ti ho già detto che ti querelerò per non avermi inserito nel tuo libro gli italiani nel grande slam perché ero in tabellone a Wimbledon ma mio padre…”
Rino: “È finita! Jannik Sinner vince gli Australian Open, primo titolo dello slam per lui e lo fa rimontando due set a Daniil Medvedev”.
Gianni: “Si butta per terra”
Rino: “Eh, lo fanno tutti”
Gianni: “Povera stella, è distrutto, per due ore era paralizzato dalla tensione. Tutti a dire vincerà vincerà, in Italia non si parla d’altro. Dici che non parleranno di pallone per un po’?”
Rino: “Beh, si dia il caso che siamo italiani Clerici”
Gianni: “Hai ragione Tommasi”.
Eh si, siamo italiani, siamo quelli che dopo i primi due set eravamo pronti a relegare la partita ad uno spazio tipo il trafiletto dedicato alla sconfitta di Bolelli e Vavassori (9), magari a riprendere i discorsi sul “Caso Nazionale” e a ricordare che beh, forse, insomma è un italiano un po’ particolare che si è scoperto tale pur “senza esserlo davvero completamente” (cit.) E invece adesso è tutto pronto per il tripudio tricolore, in patria già si preparano festeggiamenti e onorificenze, in fondo il valoroso e fulgido rappresentante della stirpe italica ha sbaragliato ben tre pericolosi bolscevichi e con l’aria che tira non può che essere un’ulteriore medaglia al petto.
Ma si, ma si.. Gaudeamus igitur, iuvenes dum sumus. Il nostro fenomeno Jannik Sinner (10 e lode) è campione slam a 22 anni, Adriano Panatta potrà finalmente andare in pensione senza che ogni volta gli ricordino quanti anni sono passati dal 1976 e Nicola Pietrangeli potrà continuare serenamente a dire che è stato il più forte italiano di tutti i tempi. E noi, che ci emozionavamo increduli quando Cecchinato giungeva in semifinale a Parigi o ci svegliavamo nel cuore della notte per un quarto di finale in Australia di Adriana Serra Zanetti, ci ritroviamo più che altro increduli dinanzi a cotanta magnificenza.
Cosa vuoi dire ad uno che ha spezzato in quel modo le reni a Novak Djokovic (6,5), resistendo anche ad un match point annullato, quando ci sono stati fenomeni che su quei match point falliti contro il serbo ci hanno sbattuto la testa per anni e ha saputo capovolgere una finale che stava andando all’opposto di quanto doveva andare? Se poi con il trofeo in mano ci aggiunge “vorrei che tutti potessero avere i miei genitori perché mi hanno sempre permesso di scegliere ciò che volevo…spero che questa libertà sia possibile per il maggior numero di bambini possibile”, allora non si può che abbracciarti e volerti un mondo di bene, Jannik!
E noi vogliamo bene in fondo anche a Daniil Medvedev (9) che magari non sbadiglia più quando si trova il nostro di fronte ma ha evitato di farci trovare in finale Sasha Zverev al quale non ci sentiamo di dare un voto fino a fine maggio, quando magari qualcuno – chissà anche l’Atp? – dirà qualcosa sulle poco edificabili vicende domestiche del tedesco.
Eh si, in questo clima di festa vogliamo un po’ di bene anche a Nick Kyrgios (8) che, dismessi i panni del giocatore e indossati quelli di chi in realtà lui si divertiva a dileggiare fino a pochi mesi fa, ci ha conquistati con quel “Quanti soldi vuoi per farmi da coach, Jannik?”
Intanto Nadal è pronto per andare a svernare in Arabia da ambasciatore dei diritti degli uomini e soprattutto delle donne saudite, sicuramente per una scelta di vita e di valori e non per soldi, il circuito è ancora pieno di grandi ex come Murray, Wawrinka, Thiem e Raonic che non accettano il passare del tempo.
Quel maledetto tempo che Boris Becker si starà chiedendo perché mai abbia deciso di dedicarlo dietro a Rune (4,5), mentre Grigor Dimitrov (4), sempre a proposito di recupero del tempo perduto, ha pensato bene di scrivere una storia universale dell’infamia, ovvero come presentarsi a Melbourne da aspirante outsider e perdere contro Borges-
Ci dicono peraltro che si sia giocato anche un imperdibile torneo femminile. Noi ci siamo appassionati solo al tiebreak tra Blinkova (7) e Rybakina (5), e applaudiamo la nostra Jasmine Paolini (8) affacciatasi alla seconda settimana dello slam. Per il resto con una Swiatek (4,5) distratta non poteva che vincere l’amica di Lukashenko Aryna Sabalenka (10) che ha spento il sogno cinese di Zheng (9). Ma tanto è solo sport e va bene tutto.