[4] B. Coric b. [1] H. Rune 6-3 4-1
Il secondo finalista dell’Open Sud de France è Borna Coric che sfrutta il ritiro di Holger Rune, quando era già in vantaggio di un set e doppio break. Un 6-3 4-1 consumatosi in meno di un’ora, che porta il croato – giustiziere di un volitivo Cobolli ai quarti – alla sfida valevole per il titolo dove incrocerà Alexander Bublik.
Nel sud della Francia sembra di essere al Pala Alpitour di Torino. Presa così appare un’affermazione completamente fuori contesto, ma non lo è. Anzi, l’effervescente Rune dovrebbe andare a rivedersi il match perso contro Jannik Sinner in occasione del Round Robin sabaudo: in quella circostanza apparì chiaro come il giovane danese dovesse lavorare parecchio nella corretta modulazione dei tempi da assumere per le discese in controtempo. Un aspetto tecnico non banale per un tennista di pressione da fondocampo qual è il 20enne di Gentofte, a cui porre rimedio per evitare di venire preso costantemente d’infilata dai passanti altrui.
Ebbene, nella seconda semifinale dell’ATP 250 di Montpellier ha palesato lo stesso identico tallone d’Achille che abbinato ad una prova completamente inconsistente al servizio (50% di prime) ha dato a Coric la spinta propedeutica per prendere il comando della sfida: in cui alla fine ha prevalso la consueta consistenza del croato che quando ha il tempo di poter far gioco diviene un cliente veramente duro da superare. Se poi Borna ci affianca anche una prova impeccabile con la battuta, 29 prime su 35 punti convertendone il 79%, è facile intuire il perché del risultato finale.
La testa di serie numero uno del tabellone francese, difatti, non è mai stato in grado di premere sull’acceleratore con precisione e incisività verso il lato destro del nativo di Zagabria: il quale se viene attaccato con velocità sul dritto può regalare tanto, in caso contrario con più spazio e un palla meno ficcante le sue rotazioni determinano diversamente. Le difficoltà in battuta del classe 2003, tuttavia, sono da attribuire naturalmente al problema all’avambraccio destro che ne ha compromesso la possibilità di terminare l’incontro e costretto al ritiro sul 4-1 “pesante” del secondo set, durato appena 23 minuti.
Era il loro primo incrocio in assoluto nel circuito, materializzatosi alla 21esima semifinale della carriera a livello ATP per Borna e alla 15esima per Holger. Il danese non centra la seconda finale del 2024 dopo quella di Brisbane, sconfitto da Dimitrov, e si ferma in semifinale come un anno fa; mentre il n. 37 del mondo conquista il nono atto conclusivo nel Tour, l’ultimo era stato quello vinto dopo un’incredibile cavalcata al Masters 1000 di Cincinnati nel 2022. In fin dei conti, dunque, la decisione di rinunciare al preliminare di Coppa Davis tra Croazia e Belgio e prepararsi al torneo francese disputando un Challenger – proprio nella terra dei Diavoli Rossi – la scorsa settimana si è rivelata azzeccata.
Primo Set: si segue un andamento ondivago, a colpo di filotti e passaggi a vuoto, nel quale prevale l’esperienza di Coric
Holger Rune vince il sorteggio e sceglie di rispondere. Una partita che si prospetta all’insegna della grande fisicità, ma con proposte stilistiche certamente differenti. Da un lato l’istintività, l’eclettismo e l’esuberanza del danese; nella metà campo opposta la consistenza, la solidità – anche mentale – e la profondità degli scambi di Coric. Il croato cercherà sicuramente di far valere il proprio ritmo e di spostare il gioco sulla diagonale sinistra, al contrario il 20enne di Gentofte proverà invece a verticalizzare maggiormente tentando più soluzioni vincenti.
Il primo strappo dell’incontro giunge nel terzo game con il croato in battuta: Borna subisce il break a quindici stimolato dalla parte del dritto, dove fa più fatica contro la superiore pesantezza di palla in possesso del 27enne di Zagabria sulla direttrice destra – nonostante il danese avesse commesso pronti via tre grossolani gratuiti di diritto, di cui due in lunghezza sparacchiati via in malo.
L’equilibrio viene immediatamente ristabilito dal contro-break fulmineo messo a segno dal giocatore balcanico, che sfrutta le tante seconde dell’avversario per entrare in risposta e controllare l’esito del punto (2-2). Un passaggio a vuoto per il settimo classificato ATP reso doppiamente grave dall’essersi fatto rimontare conducendo 30-0. Rune accuse il colpo, e allora si manifesta una serie di 11 punti consecutivi in favore di Coric che così in un amen si ritrova 3-2 e 0-40. Ecco, a questo punto ci si aspetterebbe che il tennista croato faccia prevalere la sua regolarità nel momento decisivo del set: macché, d’improvviso il n. 37 ATP si spegne inanellando una serie di errori che permettono al campione di Bercy 2022 di rimettersi in carreggiata – e che dà riprova di come non stia attraversando un momento di forma smagliante.
Non solo Holger risale nel proprio turno di servizio, ma si ripete anche nel successivo gioco: rientra dal 40-0 a favore di Borna, riuscendo abilmente a spostare il terreno di scontro in avanti. E qui vien fuori tutta la qualità di tocco e la visione creativa nei pressi della rete del danese, che quantomeno in questo comparto è nettamente sovrastante.
La lucidità, però, ritorna nel momento del bisogno per l’ex n. 12 del mondo: dai vantaggi ricomincia a mettere in mostra la propria modalità “non sbaglio mai, neanche se mi togliessero una gamba” e sale 4-3. La frazione di fatto si conclude qui, poiché Rune in battuta nell’ottavo game smarrisce nuovamente la prima di servizio: tra un doppio fallo e una seconda comoda da aggredire, il classe ’96 trova il vantaggio che lo porta a servire per il parziale. Oltre a non avere costanza di rendimento con il fondamentale d’inizio gioco, ciò che emerge con particolare rilevanza è l’incapacità di Rune nel riconoscere i corretti tempi per gli attacchi in controtempo: un problema già riscontrato da diversi mesi, ricordiamo a tal proposito l’ultima partita del girone alle Finals di Torino in cui con tale mancanza si consegnò inopinatamente ai passanti altoatesini, e che non pare essere stato risolto.
Coric chiamato a sigillare il set, non trema: grazie ad un’eccezionale prestazione con la prima, soltanto 4 seconde su 27 punti giocati alla battuta, di cui ha convertito il 74% dei punti appone il sigillo alla frazione per 6-3 in 59 minuti.
Secondo Set: Coric continua a servire in maniera brillante, Rune sbaglia sempre di più e si ritira per un problema all’avambraccio
Il giovane danese appare decisamente sommesso sotto l’aspetto della convinzione e della fiducia, riparte malissimo dimostrandosi falloso anche con il suo colpo migliore, il rovescio, il che significa break subitaneo a tinte croate. Arrivano anche i primi mugugni dagli spalti: l’atteggiamento remissivo, la rigidità delle gambe non lasciano presagire nulla di buono per Rune che non sembra voglioso di combattere.
Nel primo set il classe 2003 è incappato in svariati gratuiti, causati quasi esclusivamente dal suo andare eccessivamente sovra ritmo, ricercando l’esecuzione definitiva in maniera non consona ossia senza costruire almeno in minima parte il punto in questione. Allora con le spalle al muro prova a variare lo spartito, cambiando tattica: abbassa di colpo sia la velocità del servizio che dei colpi da fondocampo. Ma presto tale modifica, si capisce come non sia dettata da una decisione strategica quanto più da un infortunio: al primo cambio di campo infatti, sul 2-1 e servizio Coric, Rune aveva richiesto l’intervento del fisio per un fastidio all’avanbraccio destro. Passano altri due game, e sul 4-1 pesante Holger si chiama fuori abbandonando il campo sotto la coltre di fischi provenienti dal pubblico transalpino.
In finale, a contendere il titolo al kazako Bubik, ci sarà Borna Coric.