[2] E. Alexandrova b. [3] D. Vekic 5-7 7-6(4) 7-6 (6) (a cura di Martina Tomat)
A intermittenza e a corrente alternata. Un ping pong con break e contro break come se piovessero. A lunghi tratti sembra che la prima semifinale del Linz Open non voglia né vincitori né vinti. Poi sulla lunga distanza ecco esaltarsi Ekaterina Alexandrova. Ma alla russa ci vogliono due tie-break e oltre tre ore di gioco per prendere il sopravvento su una Donna Vekic più continua e incisiva nei punti clou per grandi tratti della partita. Dopo un inizio farraginoso e un set perso Alexandrova, che dissemina sul terreno austriaco un sacco di gratuiti, ha quel guizzo in più che le permette di fare la differenza. Un guizzo che sorge spontaneo nei momenti a lei più avversi, quando è costretta a rincorrere. È lì che la russa non trema e, propositiva, sfodera preziosi vincenti e ace. Il contropiede l’arma in più che la porta dritta dritta (dopo un match zigzagante) alla seconda finale a Linz. Attende una tra Ostapenko e Pavlyuchenkova.
Primo set: equilibrio instabile, la spunta Vekic
Al pronti via subito nove minuti di dura lotta. Serve Ekaterina Alexandrova che inizia a suon di vincenti. In un lampo conduce 40-0. Ma il gioco non è ancora nel suo sacco. Quando Donna Vekic riesce a controbattere e allungare lo scambio la russa incespica e si abbandona a qualche gratuito di troppo. Nemmeno tre ace le bastano per scampare il pericolo: dopo 16 punti ecco il break della croata. Break che proprio Vekic è brava a far sfumare nel secondo gioco: dopo un inizio rocambolesco contraddistinto da due doppi falli con grande lucidità la 27enne, numero 34 del ranking, fa suo il gioco. La croata è più solida e lo dimostra. La 29enne russa, numero 21 del ranking, appare invece sprecona e discontinua. Costruisce e disfa proprio al momento di chiudere. Ma i suoi turni di servizio riesce comunque a custodirli e si procede con ordine. Ognuna delle due contendenti fa il suo. Fino al 3-2 Vekic. Al sesto gioco tocca alla croata servire: sembra lei la padrona del gioco. In men che non si dica è infatti 40-0. Ma come nel primo gioco la situazione è destinata a rivoltarsi come un calzino: Alexandrova infila delle belle risposte e mette a segno il break. Da qui la russa ingrana. Inanella 9 punti di fila e mette il naso avanti: è ora lei a condurre 4-3. Sta lasciando andare il braccio e questo paga. Ci vuole un ace a Vekic per interrompere la serie positiva di Alexandrova, arrivata a 10 punti filati. Con un urlo e un altro ace la croata mette la firma sull’ottavo gioco. 4 pari e palla al centro. Il monopolio non è ancora di nessuno. Alexandrova manifesta nervosismo e, in balia della frustrazione, gran maestria nel colpire la pallina coi piedi di piatto. La russa riesce comunque a tirare per i capelli il gioco, acciuffandolo 5-4. Poi in un battito di ciglia è 5-5. Nell’undicesimo gioco ecco un altro break: la Vekic sale in cattedra e decisa si prende il game aprendosi la possibilità di servire per il set. Qui, le risposte di Alexandrova che scappano via incarnano bene il suo stato d’animo. A sprazzi prova comunque a fare il suo ma non basta: i giochi del primo set si chiudono 7-5 per la croata. 17 a 11 per la russa è invece il conto dei gratuiti.
Secondo set: Alexandrova surfa su un set ondivago
Si ricomincia. Alexandrova tiene il servizio. Vekic pure nonostante tre doppi falli. Tutto regolare e liscio fino al 2-2. La più contratta è la russa e si nota: sbaglia anche a campo aperto. E la croata non ci pensa due volte a cavalcare l’onda: aggredisce fin dalla risposta. Fioccano palle break. Vekic alla seconda chance non spreca e strappa il servizio a Alexandrova, subito costretta a rincorrere per ricucire lo strappo. Missione difficile perché è la croata ad essere più sul pezzo nei momenti cruciali. Ma Alexandrova ci prova: due risposte aggressive e un dritto ben angolato. Ed eccole due palle break. Opportunità colta al balzo. È un fuoco di paglia. Di nuovo fuori giri, di nuovo contro break: Vekic avanti 4-3. Ma non è finita. Discontinua ma non arrendevole, la russa ingrana ancora: colpi penetranti e in pressing. Angoli centrati: è quarto break filato. Parità ritrovata. Quando è sotto Alexandrova riesce a giocare più sciolta, scrollandosi di dosso la pressione. Il tabellone recita ora 4 pari. I giochi si fanno sempre più roventi con la fine del set alle porte. I game alle porte sono cruciali. La russa riesce a tenere botta anche nel suo gioco contenendo i colpi martellanti di Vekic e riuscendo a far suoi anche quegli scambi un po’ più lunghi fino ad ora dominati dalla croata. Vekic dal canto suo non si scoraggia e un gran lungolinea di rovescio per liberarsi dalla morsa di aggressività della russa ne è prova lampante. La croata tiene il suo gioco e si procura tre palle break nel successivo. Alexandrova ci mette tre pezze. Angoli stretti e colpi al veleno. Ci pensano poi il servizio e un gran rovescio lungolinea a farle da salvagente: si merita di mettere il naso avanti, 6–5. In un battibaleno è però già 6-6: impeccabile Vekic in questo gioco: da segnalare solo il doppio fallo che le fa guadagnare la doppia cifra, raggiunta quota 10. È tie-break. Qui la padrona indiscussa è decisamente Alexandrova. La russa alza l’asticella: è fluida e ha in canna vincenti che sprigiona a raffica. Disegna bene il campo e sfrutta bene soprattutto i contropiedi per spiazzare Vekic. Vekic che ci prova a rimanere ancorata e lo testimonia una delicata e lucida palla corta sganciata al momento giusto ma nulla può. Il set se lo accaparra la russa: in zona Cesarini ha rimesso ordine al suo gioco.
Terzo set: testa a testa, in extremis merita Alexandrova
Il tempo di rifiatare è si torna in campo. Con la tranquillità trainante del primo set Alexandrova strappa subito il servizio a Vekic e comodamente si tiene il suo gioco. Ma la partita non è ancora indirizzata. È un’altalena che non smette di oscillare. Così Vekic recupera il terreno perduto. 2-2. Ricomincia la sagra dei break e contro break. Il servizio non sembra più determinante. Donna sul 3-3 dopo aver strappato la battuta a Ekaterina appare ringalluzzita. Rischia ma riesce a tenere anche il suo gioco. Per la prima volta in questo parziale è lei a portarsi avanti. 4-3 lo score. Ma ecco che la russa la raggiunge azzerando le distanze. È un testa a testa, una sfida a colpi di nervi che si protrae da 2 ore e 41 minuti. Come testimonia la vistosa stanchezza condivisa da entrambe le giocatrici che in comune hanno anche l’acconciatura con la treccia. Vekic a un tratto si tocca la coscia, poi cancella le preoccupazioni a suon di servizi di peso e si aggiudica il gioco. Si procede a braccetto fino al 6 pari. La partita ai titoli di coda è meno zigzagante. È di nuovo tempo di tie-break. Parte bene Vekic. Molto ordinata e concentrata, col servizio che non la tradisce in un battito di ciglia conduce 4-1. Può scartare anche un doppio fallo gentilmente concesso da Alexandrova che però subito rimedia con un ace: 12 ace e 12 doppi falli il conto per lei. La russa risponde poi al corpo e ricuce la distanza di un mini break. Poi un altro ancora con un gran dritto lungolinea. E ecco un altro punto sempre suo. Recuperato il gap, anche il match point è per lei. Sventato: Vekic chiude un punto combattuto con un gran dritto lungolinea in avanzamento. 6 pari. Ma Alexandrova non ci sta: aggredisce e poi, al servizio, chiude. Finisce 8-6: specchio e giusto epilogo di un’interminabile partita, combattuta a più non posso “È stato un match incredibile” non poteva che essere il commento di una stremata ma soddisfatta Alexandrova. Linz le porta bene: quella con una tra Ostapenko e Pavlyuchenkova è la seconda finale per lei.
[1] J. Ostapenko b. A. Pavlyuchenkova 6-2 6-3 (a cura di Cipriano Colonna)
Sarà Jelena Ostapenako ad affrontare Alexandrova nella finale del WTA 500 di Linz: la tennista lettone, infatti, ha sconfitto agevolmente la russa Anastasia Pavlyuchenkova con il netto punteggio di 6-2 6-3 dopo appena un’ora e quindici di gioco. Si è trattata della quinta affermazione, da parte delle testa di serie n. 1, in nove incroci nel Tour contro la 32enne di Samara.
A fa pesare l’ago della bilancia agonistica a favore della n. 12 del mondo in questo scontro tra finaliste Major a Parigi – Anastasia nel 2021 perì sotto i colpi di Barbora Krejcikova -, è stata la maggiore potenza dei colpi lettoni: ha letteralmente dominato in questa sfera tecnica Jelena, mettendo a segno ben 34 vincenti a fronte dei 10 di Anastasia.
Le due finaliste nel Nord d’Austria (nel 2019 Ostapenko perse in tre parziali con Coco Gauff, nel 2018 alla prima in assoluto nel circuito maggiore Ekaterina si dovette arrendere alla “nostra” Camila Giorgi) si sono già incontrate nove volte in carriera, con la russa a condurre 5 a 4 i precedenti: tuttavia il più recente ha visto vittoriosa la 26enne di Riga nella semifinale di Adelaide di qualche settimana fa.
“Sono molto contenta del modo in cui ho servito. Mi aspettavo una partita difficile, sapevo che sarebbe stata dura, lei è una grande giocatrice e ultimamente aveva espresso un grandissimo tennis. Sono davvero felice di come ho giocato e di aver raggiunto la finale” ha dichiarato a caldo l’ex n. 5 WTA subito dopo aver chiuso il match scagliando due prime vincenti consecutive.
In battuta non è stato tutto rose e fiori per la campionessa Slam al Roland Garros del 2017 (Jelena si aggiudicò lo scettro di Bois De Boulogne superando in rimonta Simona Halep), visto che si è trovata a dover fronteggiare la bellezza di 7 palle break nei primi cinque game dell’incontro ossia nei suoi primi tre turni di servizio. Ma dinanzi alle opportunità di strappo avversario, Ostapenko si è rivelata semplicemente perfetta cancellandole una ad una. Letale, la giocatrice lettone lo è stata anche in risposta: breakkando chirurgicamente nel primo e nell’ultimo turno di battuta della russa.
Questa di Linz, inoltre, è per la Belvetta la seconda finale del 2024 dopo il trionfo australiano nel WTA 500 di Adelaide, con il già citato successo nel percorso verso il trofeo in semifinale su Alexandrova, ottenuto un mese fa. Nonostante la deludente – anche e soprattutto perché vi approcciava fresca di titolo – eliminazione al terzo turno dell’Australian Open per mano di Vika Azarenka, in una parte alta di tabellone apertissima, il record stagionale della lettone fa per ora invidia: 12 vittorie e due soli KO.
Se centrerà la tredicesima, e non stiamo parlando della mensilità stipendiale, vorrà dire ottavo alloro della carriera.