Croazia – Belgio 1-3
(Dal nostro inviato a Varazdin)
Dopo la vittoria di Bergs su Cilic, altro colpo a sorpresa del Belgio nella sfida contro la Croazia a Varazdin: Gille e Vliegen si impongono infatti per 7-6 al terzo, dopo oltre due ore e mezza di gioco, sulla titolata coppia croata composta dai plurivincitori Slam Dodig e Pavic, che dopo una partenza brillante ha dovuto arrendersi al maggior affiatamento e alla solidità della coppia ospite. E con la vittoria nettissima di Zizou Bergs su Ajdukovic il Belgio ha conquistato il lasciapassare per le Finali di settembre, relegando la Croazia a disputare i play-off per rimanere nel gruppo d’elite della Coppa Davis.
Gille-Vliegen (BEL) b. Dodig-Pavic (CRO) 2-6 6-3 7-6(4)
Un incontro di doppio di alto livello quello che apre la seconda giornata della sfida tra tra Croazia e Belgio. E probabilmente decisivo per le sorti del tie, dopo l’1-1 della prima giornata e in considerazione delle precarie condizioni di forma di Marin Cilic, che farebbero pendere la bilancia dalla parte belga (il sostituto di Cilic sarebbe il n. 321 del mondo, Nino Serdarusic, convocato all’ultimo minuto per il forfait di Borna Gojo) in caso si arrivasse in parità al singolare decisivo. I croati vorrebbero chiudere la questione dopo i primi due match della giornata e per farlo si affidano a quella che, come palamares, è una delle migliori coppe a livello mondiale: Ivan Dodig e Mate Pavic, 60 titoli vinti in due (due peraltro assieme) di cui 6 Slam. Ma anche la squadra belga non scherza: scendono in campo Sander Gille e Joran Vliegen, coppia consolidata a livello ATP (giocano insieme da più di dieci anni) con sette titoli vinti e una finale Slam disputata, quella dell’ultimo Roland Garros. Da segnalare che i due hanno sfidato di recente proprio Pavic (in coppia con Arevalo, suo nuovo partner dopo aver concluso lo scorso anno lo storico sodalizio con il connazionale Mektic) nella finale del torneo ATP di Hong Kong, persa 7-6 6-4.
Che la Croazia non voglia rischiare brutte sorprese lo si capisce sin dai primi punti, con Dodig e Pavic che partono concentratissimi. L’intervento a rete di Pavic che consegna subito il break nel primo gioco e la conseguente esultanza sua e della panchina (Borna Gojo in primis, già ieri il più scatenato nel tifo per i compagni in campo), fa capire quando i croati siano da subito dentro il match. A brillare in particolare in queste prima parte del match è Pavic, che a tratti sembra tornato quello capace di issarsi al n. 1 del ranking. Dodig – che dei quattro in campo è attualmente il più alto nel ranking, al n. 4 – lo supporta da par suo, come nel caso del magistrale pallonetto che costringe all’errore Vliegen e sigilla (a zero) il secondo break. Ed è proprio il 39enne di Medjugorje a servire subito dopo e a chiudere il primo set a favore della Croazia per 6-2.
Il secondo parziale inizia sotto il segno di un maggior equilibrio in campo, con Gille e Vliegen che riescono finalmente a tenere i propri turni di battuta senza grosse difficoltà, grazie ad un sensibile miglioramento delle percentuali con la prima di servizio. E al quinto gioco arriva inaspettato anche il break a favore del Belgio, a causa di un improvviso blackout di Pavic, che con due doppi falli sul suo turno di battuta e una seconda timorosa sulla seconda palla break su cui si avventa in risposta Gille costringendo all’errore Dodig consente agli avversari di allungare nel punteggio. Ed una coppia esperta come quella belga non si fa certo pregare nel cogliere l’occasione: tiene tranquillamente il servizio e sale sul 5-2. I croati invece ora sembrano un po’ in confusione, tanto che nel game successivo Dodig deve annullare altre due palle break che sono dei set point. Gille e Vliegen invece adesso giocano veramente bene e quando Vliegen ha due set point consecutivi sul suo servizio il parziale sembra ormai chiuso. I croati invece con un moto d’orgoglio tirano fuori un paio di risposte da vincitori Slam quali sono e riescono a ribaltare la situazione e ad arrivare a palla break. Ma Vliegen non trema e con tre ottime prime rimette le cose a posto: 6-3 Belgio e si va al terzo.
Nella pausa prima dell’inizio del parziale decisivo Borna Gojo dalla panchina incita il pubblico ad alzare i decibel sulle tribune per sostenere i propri beniamini e lo stesso fa Dodig appena prima di iniziare il gioco. Il pubblico un po’ accoglie le richieste della squadra, ma nel complesso non è certo un clima da torcida quello sugli spalti dell’Arena Varazdin: anche perché ci sono tanti bambini (diverse le scuole tennis croate invitate ad assistere all’evento) e quindi l’atmosfera è più da allegra gita scolastica che da stadio calcistico. La coppia croata sembra non aver metabolizzato lo shock del parziale perso per un calo di tensione di pochi minuti, dato che è costretta ad andare ai vantaggi per tenere la battuta nel primo game, alternando colpi pregevoli a errori banali. Ma subito dopo, grazie ad un paio di soluzioni di qualità, ecco che i croati si trovano ad avere due palle break consecutive: Dodig si gioca male quella alla risposta su una seconda di servizio non trascendentale e i belgi si salvano. Il copione del match sembra abbastanza definito: se Dodig e Pavic riescono ad esprimersi ai loro livelli i belgi non riescono a star loro a ruota, altrimenti a ritmi di gioco più accessibili il maggior affiatamento di Gille e Vliegen può far pendere la bilancia a favore degli ospiti. Sta di fatto che la partita continua ad essere molto equilibrata e siccome i colpi più decisivi di inizio gioco (sia la prima di servizio che la risposta alla seconda) in questa fase non fanno la differenza, sono più numerosi gli scambi a rete e di conseguenza le soluzioni spettacolari al volo, che il pubblico dimostra di gradire (gli addetti ai lavori sono invece un po’ più perplessi per certi errori nei pressi della rete, ma non cerchiamo il pelo nell’uovo). Sul 4-3 Croazia il pubblico all’improvviso cambia mood: si rende conto che stiamo entrando nella fase decisiva del match ed inizia a spingere Dodig e Pavic come da tradizione del tifo balcanico (ma senza eccedere). La coppia di casa ci prova ed arriva per due volte a palla break, ma Gille con il servizio riesce a salvarsi. E nel game successivo con la risposta da sinistra complica la vita a Pavic che si ritrova prima sul 40 pari e poi a difendere una palla break dopo che Vliegen ha brillantemente imitato il compagno in ribattuta. Il 30enne spalatino si salva, ma adesso è veramente battaglia punto a punto. Si arriva così alla logica conclusione di un parziale così equilibrato: il tie-break. Il gioco decisivo è giocato da tutti e quattro con molta attenzione, ma come nel secondo set è un calo di tensione di Pavic a far la differenza in negativo per la coppia di casa. Prima la sua volèe in avanzamento è troppo tenera e i due croati vengono infilati da Gille, poi è costretto all’errore a rete da una risposta del solito Gille ad un suo servizio giocato con molto timore. Gli ospiti salgono 6-3 e chiudono al secondo match point con un’ottima prima di servizio di Vliegen: 7-6 Belgio, che passa in vantaggio per 2-1 e ora può leggitimamente sperare nel passaggio del turno.
Z. Bergs (BEL) b. D. Ajdukovic (CRO) 6-1 6-4 (a cura di Cipriano Colonna)
Un inspirato Zizou Bergs sconfigge il croato Duje Ajdukovic, conquistando il punto decisivo che qualifica il Belgio alla fase a gironi della Coppa Davis 2024 da disputarsi il prossimo settembre. Il 24enne di Lommel ha vissuto un weekend eccezionale in quel di Varadzin, ottenendo nel rubber odierno tra i numeri uno delle rispettive compagini il secondo successo personale in questo tie preliminare dopo la vittoria in prima giornata sull’ex n. 3 del mondo Marin Cilic. L’affermazione con il punteggio di 6-1 7-5 in 1h37′ di gioco messa a segno da Zizou, vale per il team delle Fiandre la terza qualificazione alle Finals dall’introduzione del nuovo formato.
Per la punta di diamante dei Diavoli Rossi, in assenza anche del veterano David Goffin, questa due giorni balcanica è stata in parte una rinascita nelle vesti di difensore dei colori nazionali, nella competizione a squadre più antica dello sport, avendo perso prima di questo Qualifier cinque dei sette incontri disputati con la maglia belga in Davis.
Ad un primo set a senso unico, conclusosi in meno di mezz’ora con una sola opportunità di strappo concessa dal tennista belga e ben sventata, è seguito un secondo parziale decisamente più equilibrato in cui dopo aver cancellato un paio di palle break nel suo primo turno di servizio del parziale, il n. 131 ATP ha breakkato per la terza volta nel match il 22enne spalatino portandosi sul 4-3 e battuta a disposizione.
Arrivati però al momento della verità, sul 40-15 e due match point consecutivi sulla racchetta, Bergs ha sentito la pressione della posta in palio sbagliando un comodo dritto inside-out. Sulla seconda chance per chiudere l’incontro, invece, ci ha pensato direttamente il giovane croato estraendo dal cilindro un meraviglioso coniglio che ha assunto la forma di una strabiliante accelerazione bimane in lungolinea – fino al quel punto una soluzione che non aveva mai funzionato, anzi era stata portatrice di una miriade di errori pur essendo un’esecuzione nelle corde di Duje. Sfumato il doppio match ball, di colpo il n. 1 belga si irrigidisce e Ajdukovic è lì pronto ad approfittarne: contro-break. A questo punto, tutta l’inerzia era a favore della squadra di casa con gli spalti amici dell’Arena Varazdin tornati a ruggire: purtroppo per la loro delusione, però, si rivela un mero fuoco di paglia. La Croazia si risveglia dal sogno, e ritorna alla realtà: il n. 125 ATP si fa scippare nuovamente il servizio nell’undicesimo gioco e al secondo tentativo di servire per mandare lui e i suoi compagni ai Round Robin settembrini, Bergs avanti ancora 40-15 questa volta non tradisce emozioni. Il terzo match point è quello buono: è festa per il Belgio, profonda invece la delusione per il team croato.
L’assenza di Borna Coric, finalista in contemporanea al torneo di Montpellier, e gli infortuni di Borna Gojo, Dino Prizmic oltre ad un Marin Cilic di nuovo dolorante al ginocchio operato, si sono rivelate salite troppo ripide da scalare pur contro una rivale depotenziata dell’esperienza di Goffin. Esordio amaro, dunque, per il neo Capitano Velimir Zovko, esulta al contrario lo squalo Steve Darcis.