D. Shnaider b. [2] L. Zhu 6-3 2-6 6-1 (a cura di Martina Tomat)
“Questa donna è motivata. RIcordatevi il suo nome” parola di Martina Navratilova che dagli Australian Open 2023 ha messo gli occhi addosso alla diciannovenne russa. È passato poco più di un anno dal post X della storica campionessa e Diana Shnaider solleva il suo primo trofeo WTA 250 al Thailand Open. Viso tenero ancora da bambina ma grinta e colpi feroci capaci di strappare il titolo alla sua ultima detentrice, Lin Zhu. La russa, alla sua seconda finale dopo quella raggiunta a Ningbo nel 2023, subito fa capire di che pasta è fatta, aggiudicandosi il primo set agilmente grazie a un dritto dirompente, giocato sempre alla massima potenza. Poi nel secondo parziale perde incisività, ingabbiata e succube della cinese, più paziente e astuta. Nel terzo però ritrova tutto lo smalto perduto: il dritto di nuovo martellante, è capace di affondare il colpo anche di rovescio. Lin Zhu cala invece a picco, non riusce a metterle argini. Diana è un fiume in piena allora e finito il match non vede l’ora di essere premiata. Scalpita, sembra un corridore ai blocchi di partenza. Finalmente ‘corre’ a prendersi il meritato riconosicmento: un delfino con una palla sul muso. Sbarazzino e pimpante, proprio come lei. Ma riavvolgiamo il nastro.
Primo set: Shnaider “dritto” al punto
Ritmo e aggressività. Fin dalle prime battute di gioco la partita si profila vivace. E il break infatti non tarda ad arrivare. Nel secondo gioco, da 40-0 sotto, Diana Shnaider a suon di pesanti dritti mancini infila cinque punti consecutivi e strappa il gioco a Lin Zhu. Ma nel game successivo la diciannovenne russa, numero 108 del ranking stenta a mettere in campo le prime e rischia di vanificare tutto. Arrivano una, due e poi tre palle break, tutte sventate: salvifici i suoi dritti e un ace. Così è la giocatrice che ha cominciato a giocare a tennis a Togliatti come Daria Kasatkina è la prima a scappare via: 3 a 0. Il lato più vulnerabile di Diana è il rovescio ed è su quel versante che la trentenne cinese punta per accumulare punti. Non è facile però. Shnaider è solida: il dritto sprigiona potenza ma raramente si incaglia in rete o va fuori giri. Esplosiva e quasi impeccabile Diana, agilmente si porta sul 4-1. La cinese, numero 45 del ranking, subisce il ritmo della russa ma non si dà per vinta. Zhu ci prova a cambiare qualcosa: alza la traiettoria, insiste e al momento opportuno accelera. 4-2 sotto con un dritto lungolinea vincente fa capire che c’è. Così Diana, avanti 30-0, messa alle strette da scambi martellanti cede il suo gioco. Break recuperato e tutto di nuovo in discussione allora. Ma Zhu disfa tutto. Le scappano gratuiti di troppo e compromette costruzioni di gioco potenzialmente fruttuose. Emblematico in questo senso un dritto in avanzamento, ghiotto ghiotto, scagliato largo dalla cinese in preda alla frenesia. Shnaider dal canto suo non perdona e centra la riga in risposta alla prima occasione utile per il contro break. La russa spinge tutto lo spingibile. Col rovescio è più acerba ma poco importa, le basta il dritto: il suo cavallo di battaglia detta il ritmo e la conduce in men che non si dica al primo set point: subito sfruttato. Sono passati appena 44 minuti dall’inizio della contesa.
Secondo set: Zhu con ordine si prende la scena
Si rifiata. E la Shnaider si prende gioco della tensione cantando dalla sua panchina. Tutto procede con ordine e senza palle break fino al sesto gioco. È la cinese, più paziente, ad accaparrarsela. Non se la lascia scappare: Zhu conduce 4-2. Shnaider continua a spingere ma è un po’ calata: appare meno mobile e incisiva. Forse un po’ svagata e meno concentrata. La cinese sale in cattedra, precisa, cerca di muovere e mandare fuori dal campo la russa che non riesce più a colpire da ferma e liberare il suo dritto. Il set le sta sfuggendo di mano. Zhu ne approfitta, ordinata consolida il break e non lascia più un gioco a DIana. Chiude 6-2 in 37 minuti.
Terzo set: Shnaider sale in cattedra
Partenza lampo per Shnaider che si scrolla subito di dosso la delusione del secondo set. Con grinta al primo gioco strappa il servizio a Zhu lasciandola a zero. Degno di nota il rovescio lungolinea sprigionato in corsa che le regala il punto dello 0-40, anticamera del break. E tornano a far capolino anche i suoi dritti: piovono vincenti. Pure i rovesci di Diana hanno voce in capitolo: orchestrano bene il gioco. La russa sembra aver ritrovato tutto d’un tratto appoggi, grinta e lucidità. Zhu rimane lì e nel suo turno di servizio spinge. Le urla che accompagnano i suoi punti sottolineano che la partita è ancora viva e vegeta. Ma la cinese è calata a vista d’occhio e, più frettolosa, si lascia andare a troppi gratuiti. E Diana è più carica che mai. Vincente dopo vincente si guadagna la palla del doppio break: la sfrutta con un pallonetto e l’ennesimo vincente. 4-1. È ora a 2 giochi dal suo primo titolo. Tiene il suo gioco la russa. Poi in quello di Zhu dà ancora spettacolo. Picchia a più non posso e tira fuori dal cilindro un cross di rovescio da stropicciarsi gli occhi. Zhu prova a rimanere sul pezzo ma Shnaider sul piatto mette anche grande agilità sotto rete e si prende il match point. Qui si avventa su una palla sporcata dal nastro: cross, game set e match in 1 ora e 59 minuti. Il primo titolo è suo. Prende il telefono, sorride, si lascia andare a una risata. Chissà a chi avrà dato la buona notizia. Sicuro Martina Navratilova non le toglierà gli occhi di dosso.