Al Challenger 100 di Koblenz finisce in semifinale la bella favola del siriano Hazem Naw che fino all’inizio del torneo non aveva mai vinto una partita in un tabellone principale Challenger, soprattutto per il buon motivo che ne aveva giocati pochissimi. Come è normale che sia per questo 24enne rampollo della buona borghesia siriana i cui sogni, umani e sportivi, erano stati spazzati via dalle bombe che avevano devastato il suo paese negli anni scorsi. Nel suo caso la scialuppa di salvataggio si è chiamata Germania, paese che gli ha dato ospitalità e la possibilità di continuare a giocare a tennis. Questo è successo grazie all’incontro con Marc-Kevin Goellner (ex n.26 ATP nel 1994), direttore della ‘MKG Tennis Academy’ di Koln, che vide del potenziale nel ragazzo e soprattutto si commosse nel sentire la sua storia. La carriera di Hazem sembrava comunque destinata ad esaurirsi entro i confini degli ITF (quattro vittorie tra il 2022 e lo scorso mese di gennaio in Iran) fino a questo straordinario exploit che doveva avvenire, come si conviene ad ogni favola che si rispetti, nella sua patria adottiva. Sul veloce centrale della ‘CGM Arena’ di Koblenz, superate le qualificazioni (a spese tra l’altro anche del nostro Agamenone), ha inanellato una serie di sorprendenti vittorie contro Billy Harris, Oscar Otte e Zdenek Kolar. In semifinale è stato un ingiocabile Brandon Nakashima a porre fine (6-3 7-5) alla sua entusiasmante cavalcata, ma non ai suoi sogni perché il ragazzo ha già ampiamente dimostrato di essere un tipo coriaceo. Intanto frantuma il proprio best ranking salendo alla posizione n.369 ATP e mette per la prima volta il suo paese sulla cartina del grande tennis. Come aveva appena fatto il giordano Abedallah Shelbayh che di lui è sicuramente più forte, ma se cercassimo la sceneggiatura per un film sceglieremmo senza esitazioni la storia di Hazem Naw. In semifinale si è fermato anche il nostro Stefano Travaglia che, dopo aver fatto i miracoli nei quarti, salvando quattro match point allo statunitense Martin Damm, ha alzato bandiera bianca contro il forte austriaco Jurij Rodionov (n.108 ATP) col punteggio di 6-3 6-4. Rodionov che poi in finale ha avuto la meglio su Nakashima 6-7(7) 6-1 6-2, in un match combattuto solo nel primo set. Con questa vittoria il 24enne austriaco, nato in Germania, mette in bacheca il suo settimo titolo Challenger e soprattutto fa finalmente il balzo in top 100, per la precisione al n.89, proprio un posto davanti allo sconfitto di giornata.
Sulla terra brasiliana di Piracicaba (Challenger 75) la vittoria è andata a sorpresa all’argentino Camilo Ugo Carabelli che in finale ha superato il connazionale Federico Coria col punteggio di 7-5 6-4. Per il 24enne di Buenos Aires è la quinta vittoria a livello Challenger che gli permette di risalire al n.135 dopo che nel 2022 gli era riuscita una breve incursione in top 100. Eliminati nei quarti gli azzurri Gianluca Mager e Alexander Weis, battuti rispettivamente da Coria e Pucinelli De Almeida.
Si giocava anche a Burnie (Australia, cemento outdoor) dove il Challenger 75 è andato in archivio con la vittoria di Omar Jasika che in una palpitante finale ha avuto la meglio su Alex Bolt (n.291 ATP) col punteggio di 6-2 6-7(2) 6-3. Per il 26enne mancino nativo di Clarinda, tornato alle competizioni dopo una lunga squalifica per uso di cocaina, è questa la seconda vittoria Challenger dopo che nel 2017 aveva sollevato il trofeo sempre su questi campi. Per gli amanti delle spigolature, come noi siamo, ricordiamo che Omar ha un fratello 19enne, anche lui tennista, che si chiama Amor. Saremmo pronti a scommettere che il padre sia appassionato di enigmistica, oltre che un po’ a corto di fantasia.