Spesso, negli ultimi tempi, lo sport si è giocoforza intrecciato con questioni sociali e politiche. Ricordiamo le polemiche sul caso Djokovic-Kosovo sia al Roland Garros 2023 che più recentemente in Coppa Davis, o la questione annosa sulle strette di mano tra giocatori russi o bielorussi e ucraini. Il caso però più eclatante di queste ore è quello che riguarda la tennista ucraina Dayana Yastremska, capace di arrivare fino alla semifinale all’Australian Open appena terminato, e protagonista anche a Linz la settimana scorsa, ma accolta da una spiacevole sorpresa al suo ritorno in patria, nella città di Odessa.
Come denunciato da lei stessa sul suo profilo Instagram, Yastremska è stata costretta a trascorrere “la notte più terrificante della mia vita”, obbligata con la sua famiglia a trovare rifugio in un parcheggio sotterraneo per proteggersi dai razzi russi. “Ho sentito dei razzi come mai prima d’ora vicino a me e siamo ancora nel parcheggio”, ha scritto Dayana, che poi ha aggiunto, con profonda indignazione: “Gente, se potete essere chiamati gente, potete fermare questa m***a?”.
Quando era in Australia per la prima parte della stagione, la tennista ucraina si era già fatta sentire sui rischi che stavano vivendo quotidianamente i suoi famigliari. “Quando ero a Brisbane, un missile è atterrato sulla casa di mia nonna – aveva detto Yastremska. “Leggiamo tutti i giorni le notizie, e guardiamo ogni giorno i video”.