[Q] L. Darderi b. [Q] F. Bagnis 6-1 6-4
Dalle qualificazioni all’incoronazione, passando per un percorso degno di essere raccontato. Sono queste le narrazioni che ci piacciono. Luciano Darderi ha vinto, è un campione ATP, e per arrivare a questo sigillo ha sconfitto all’ultimo atto il tennista di casa Facundo Bagnis, anche lui qualificato, numero 207 al mondo. Lo score recita un perentorio 6-1 6-4 in favore dell’azzurro dopo un’ora e venticinque minuti di gioco, nella terza finale ATP, dal 1990, con due qualificati dopo i 250 di Sydney 2015 e di Kitzbuhel 2018.
Il match è stato quasi a senso unico, con un Darderi sempre al timone del gioco, padrone del campo in lungo e in largo con tutti i colpi. Bagnis, dal canto suo, ci ha provato a tenergli testa, ma ci è riuscito solamente per qualche decina di minuti nel secondo parziale. Poi non c’è stata storia, le gambe non gli rispondevano più. Difficoltà anche a iniziare lo scambio per lui, dato che l’azzurro si è intascato il 78% di punti con la prima e ha sferrato ben 8 ace (l’argentino solamente il 51% e un unico servizio vincente). Seconda finale ATP persa da Bagnis su altrettante giocate, dopo l’ultimo atto all’ATP 250 di Santiago nel 2021.
Si consola con il 138esimo posto in classifica (+69), mentre Darderi atterra a piè pari, e pure abbondantemente, tra i primi 100 al mondo, per la precisione alla piazza numero 76 (+60). Questo vuol dire ottime possibilità da qua in poi per giocarsi tornei ATP e magari entrare direttamente nei tabelloni principali dei 1000 senza passare per le qualificazioni. Ormai la gavetta l’ha fatta, nonostante sia stata veramente molto breve. Questa era solamente la terza presenza in un main draw ATP ed è già titolo. Inoltre, sarebbe da dire ‘Cordoba città dalle mille sorprese’ poiché tre anni fa, sempre da qualificato, Juan Manuel Cerundolo riuscì ad alzare il trofeo del vincitore. Oggi però c’è Darderi che, con questo successo, entra di petto nel circuito ATP che conta e si lascia alle spalle Bagnis con il quale adesso si trova in vantaggio anche nei testa a testa (2-1).
Vittorie prima su Ofner, poi su Hanfmann e per giunta anche sul detentore del titolo Baez. Questa settimana Darderi ha mostrato una maturità di gioco e di atteggiamento invidiabile, frutto di un ottimo lavoro che, se sviluppato al meglio, potrà permettergli di salire ulteriormente di livello. Sul mattone tritato si sente a casa, ma con questa potenza potrebbe ottenere ottimi risultati anche su superfici più veloci. Noi glielo auguriamo di cuore.
Primo set: Darderi gioca a un altro sport, Bagnis rimane a guardare, inerme
Difficile immaginare a un avvio di match migliore di questo. Neanche il tempo di iniziare e Darderi è già avanti 2-0 con un parziale di otto punti a zero. Le traiettorie disegnate da Bagnis con i suoi colpi mancini non impensieriscono neanche lontanamente l’azzurro, astuto nel costruirsi i punti e capace di sfondare con i fondamentali quando ne ha l’occasione. Fioccano errori uno dietro l’altro per l’argentino, confuso e impulsivo tanto da concedere poco dopo un altro break, che consente a Darderi di avanzare indisturbato su un pesantissimo 5-0.
I colpi del numero 136 ATP sono troppo profondi per permettere a Bagnis anche solo di pensare a una soluzione. Se poi ci si mette anche il servizio a dare una mano all’italiano, allora i problemi raddoppiano per il tennista di casa. Nessun lampo di genio sembra balzare in testa a Bagnis che, rassegnato, lascia andare con l’ennesimo errore di dritto in corridoio il parziale. Darderi detta legge con un perentorio 6-1 dopo solamente venticinque minuti di tennis esclusivamente suo.
Secondo set: Bagnis tenta di rientrare, ma alla lunga non regge il ritmo di Darderi. Il titolo è azzurro
La musica non cambia a Cordoba. Quasi disperato, Bagnis continua a subire il gioco aggressivo del suo avversario che non lo lascia respirare e, in pochi istanti, perde subito il servizio in apertura a 0. Qui ci vuole una sua reazione, altrimenti potrebbe fare la fine del sacco da boxe e per giunta in casa, davanti al suo pubblico. Riassestatosi dopo il cambio di campo, Bagnis inizia a giocare in modo più paziente, cerca di spostare un po’ l’avversario con i suoi colpi arrotati e ci riesce ottimamente. Arriva di conseguenza il contro break per l’argentino che, sfruttando anche qualche errore dell’azzurro, attua il sorpasso e per la prima volta nell’incontro va al comando di un parziale. Siamo 3-2 in suo favore.
Gli animi si scaldano, incombe l’equilibrio e Darderi incomincia a faticare oltre che a innervosirsi per alcune chiamate dell’arbitro a cui seguono vari diverbi. Ora la sua palla non è più pesante come qualche minuto prima e il sudamericano sembra definitivamente entrato in partita prima che fosse troppo tardi. Il match inizia a diventare divertente grazie ai numerosi scambi che colorano di rosso la palla, ma nel nono gioco i fantasmi di Bagnis ritornano a maledirlo. Diversi gratuiti con il dritto catapultano Darderi sullo 0-40, però l’argentino non ne vuole sapere di lasciargli il match così facilmente. Annullate tutte e tre le palle break, l’argentino combatte con le unghie e con i denti per fermare l’azzurro in un gioco infinito.
Stremato dalle fatiche impiegate, tenta soluzioni improbabili per accorciare il gioco, ma Darderi alla sesta chance lo punisce brekkandolo. Bagnis si appoggia sulle gambe, distrutto, l’azzurro cammina a testa alta verso la panchina. Ora serve per il match, non può sbagliare. E non lo fa perché, dopo un’ora e venticinque minuti di gioco, chiude la pratica con il punteggio di 6-1 6-4. Partito dalle qualificazioni, si è fatto strada tra ogni insidia e ora è un vincitore ATP. Questo significa sessanta posizioni guadagnate e un balzo al numero 76 del mondo. Con questa grinta e queste ottime potenzialità su ogni ambito del gioco, confidiamo che possa essere solo l’inizio.