[2] T. Paul b. M. Giron 7-6(3) 5-7 6-3
Che vittoria è senza qualche incidente di percorso. Questo incontro racconta proprio una di queste storie. Tommy Paul è riuscito a superare dopo due ore e trentaquattro minuti, con lo score di 7-6(3) 5-7 6-3, il connazionale Marcos Giron con cui si trovava sotto nei testa a testa (il 30enne californiano era avanti 3-2). Ha dovuto però faticare forse più del previsto poiché, dopo essersi portato a casa con destrezza il primo set e aver mantenuto l’equilibrio nel secondo, proprio prima di arrivare al tie-break nella seconda frazione ha subito un passaggio a vuoto degno di nota che ha permesso all’avversario di dominarlo e riequilibrare l’incontro. Ritrovato il focus, poi, Paul è stato cinico da subito nella frazione decisiva e meritatamente ha conquistato il suo secondo titolo ATP dopo il 250 di Stoccolma del 2021.
Salirà anche a numero 14 al mondo, mentre Giron da lunedì potrà almeno gioire di essere ritornato a ridosso della top 50, precisamente al numero 52 (il suo best ranking è 49). Per arrivare al successo, hanno fatto la differenza in questo match i 30 vincenti da parte di Paul (Giron 15), che ha giocato prima un tie-break sublime nel primo parziale e poi ha iniziato con il turbo il set decisivo gestendo bene anche i turni in risposta, dato che comunque il rendimento al servizio di Giron è stato buono e costante per tutto l’arco dell’incontro. Non è ancora arrivato il momento di alzare un trofeo ATP per Giron, ora uscito sconfitto dalla sua seconda finale nel circuito maggiore. Paul, invece, può sorridere per la vittoria e guarderà avanti con fiducia in attesa del Sunshine Double. Lì, avviso per tutti, sarà meglio tenerlo d’occhio.
Primo set: Paul parte forte, Giron rientra ma sul più bello esagera
L’incontro inizia all’insegna dell’americanità, con entrambi i tennisti a stelle e strisce abili nel tenere agevolmente il primo turno di battuta, costringendo l’avversario all’errore il più delle volte. Dal secondo gioco in risposta, però, Paul fa capire all’avversario che tempo da perdere non ne ha. Con i piedi ben dentro al campo e smistando le direzioni magistralmente, il numero 15 del mondo mette alle strette lo sfidante e lo obbliga a giocare dalle retrovie in molti punti. Risultato, break conquistato ai vantaggi alla prima occasione disponibile. La chiave di gioco di Paul è già chiara dopo pochi game: salire di potenza sopra l’avversario imponendo il proprio gioco fatto di anticipi e venendo, se necessario, a chiudere a rete.
Giron però decide di non stare al gioco del connazionale passivamente, ma invece gli propone un braccio di ferro che lo porta a procurarsi palle break nel sesto gioco. Il 26enne di Voorhees si fa sorprendere quindi dalla potenza di Giron; cerca presto di ristabilire la supremazia in campo però gli angoli trovati dall’avversario sono troppo anche per lui e il suo atletismo. Va da sé, contro break e 3-3. Presto arriva anche il sorpasso del numero 67 al mondo dopo un game in cui ha obbligato Paul a comportarsi come i tergicristalli, correndo da una parte all’altra del rettangolo da gioco. Il match si accende, gli scambi si fanno più combattuti nonostante le bordate sferrate da entrambi non diminuiscano di velocità e, in generale, l’incontro si assesta su un equilibrio che lo rende godibile.
Le diagonali non vengono risparmiate dai giocatori, che spesso optano per questa direzione instaurando così dei testa a testa degni di una finale ATP. Tra un bel colpo e l’altro si arriva presto al tie-break. Qui Giron tenta delle accelerazioni forse un po’ fuori dalla sua portata; si scompone con il corpo, osa troppo e regala quindi un mini break all’avversario, che è bravo a salire poi sul 5-2. Ormai è fatta. Paul regala al pubblico uno straordinario passante in corsa di dritto e successivamente con lo stesso fondamentale affonda, chiudendo così con merito il parziale dopo neanche un’ora.
Secondo set: L’equilibrio la fa da padrone, ma Paul stacca la spina prima del tie-break e Giron ne approfitta
In avvio di set sia Giron che Paul non sono molto precisi con le proprie armi e spesso incappano in errori quasi banali. In ogni caso, seppur con qualche incertezza di troppo, riescono entrambi a tenere i rispettivi turni di battuta affidandosi quando serve al colpo di inizio gioco. Si prosegue con questo leitmotiv anche nei giochi seguenti in cui si notano sì sbavature, ma queste ultime vengono presto e sempre rimediate dal tennista al servizio con gran lucidità. Nel nono game, però, Paul commette un paio di brutti gratuiti che portano Giron a palla break. Con freddezza la seconda forza del seeding cancella la chance avversaria, il 30enne di Thousand Oaks se ne procura un’altra ma la spreca, e così Paul costringe con autorità il connazionale, dopo aver vinto un game da diciotto punti totali, a dover servire nel gioco successivo per rimanere nel match.
Compito che Giron svolge egregiamente e senza alcun problema. Anzi, lasciando andare il braccio come se non ci fosse un domani, sia con il dritto che con il rovescio, il numero 67 ATP sale poi in cattedra, brekka lo sfidante e con carattere si porta a servire per riequilibrare il computo dei set. Paul sembra quasi aver spento la lampadina, si disunisce, tenta due smorzate ma senza aver successo e l’avversario con un dritto vincente fulminante da fondo campo mette la parola fine alla seconda frazione dopo cinquantasei minuti.
Terzo set: Paul schiaccia l’acceleratore e scappa via nel punteggio. Giron non lo acciuffa più
Si ricomincia nel parziale decisivo e, dopo un toilet break, Paul pare tornato ai suoi migliori splendori. Colpi pesanti e profondi sommati a una velocità di gioco elevata, combinata a un grande atletismo, consentono alla seconda tds di partire in quarta. Break nel secondo gioco, Giron confuso e non più molto in palla, e dopo pochi minuti Paul comanda per 3 giochi a 0. Il match sembra così indirizzarsi verso il più giovane dei due, ormai stabilitosi nella cabina di controllo con i piedi ben piantati a terra, che procede dritto verso il suo obiettivo con una ritrovata sicurezza.
Dal lato opposto, Giron non riesce più a mantenere l’intensità di gioco di qualche decina di minuti prima. Ora fatica a tenere il ritmo per più di qualche scambio e, talvolta, si fa anche influenzare dal nervosismo nelle sue scelte. Non può più niente, va in contro al suo destino, che entra poco dopo dalla porta principale. Paul chiude infatti l’incontro con lo score di 7-6(3) 5-7 6-3 dopo due ore e trentaquattro minuti di gioco, si intasca il secondo titolo ATP e sale al numero 14 del mondo. Il ragazzo, pacato ma letale, sarà meglio tenerlo d’occhio nei prossimi appuntamenti sul cemento di casa. Ci sa fare.