M. Raonic b. [8] A. Bublik 6-4 6-4
Potrebbe stagliarsi la gigantesca sagoma di Milos Raonic sul cammino di Jannik Sinner a Rotterdam. Il canadese ha infatti strappato il pass per il quarto di finale in cima al tabellone dell’ABN Amro Open, quello appunto presidiato dal campione dell’Open d’Australia. Il che, visto come si erano messe le cose per lui negli ultimi travagliatissimi anni, è già di per sé un gran risultato: Raonic era entrato negli ultimi otto di un torneo per l’ultima volta nel novembre del 2020, a Bercy (perse in semifinale contro Medvedev). Al termine di un incontro che a tratti ha riportato alla mente tempi andati che in molti, a ragione, pensavano non sarebbero più tornati, Milos ha imposto un brusco stop alla striscia di successi di Sasha Bublik, che al primo turno aveva battuto per la seconda volta in nove giorni Borna Coric dopo aver vinto il titolo a Montpellier.
Bublik ha giocato in modo alquanto svagato, vero, ma i numeri messi insieme da Raonic raccontano molto di una partita tutto sommato a senso unico: 12 ace, 85% dei punti con la prima palla in campo, 30 vincenti (in appena venti game) e tre palle break salvate, tutte nel quarto gioco del secondo set quando ha dovuto rimontare da 0-40, unico momento di difficoltà al servizio in tutto l’incontro. Un incontro che ha preso a pendere dalla sua parte molto presto, nel terzo game del primo set, quando Bublik, al solito avvezzo ad avvii di partita sonnacchiosi, l’ha agevolato nel prendersi il break che ha finito per decidere la frazione: dal 30-0, Sasha ha mandato a mezza rete una smorzata, subìto una risposta vincente di Raonic e commesso doppio fallo. Sul 30-40, errore in manovra di Raonic immediatamente ricambiato con la stessa moneta dal kazako, e sulla seconda palla break altro doppio fallo di Bublik. Il set è finito lì, anche perché Milos ha concesso cinque punti in totale al servizio.
Nel secondo, come detto, l’ottava testa di serie ha provato a riproporre l’ormai consueto numero della resurrezione nel quarto game, ma fallita l’impresa di convertire una delle tre palle break avute a disposizione è franato. Aggrappato al ciglio del burrone, Bublik si è salvato dallo 0-40 nel gioco successivo, ma ha offerto una quarta possibilità di fuga quando Milos, denotando una condizione atletica che non gli sospettavamo, è arrivato comodo su una palla corta nemmeno eseguita male, trafiggendolo. La quarta palla break è stata quella buona, perché Sasha, lento in uscita dal servizio, ha ciccato un rovescio fatale. Raonic non ha offerto chance di redenzione, e avrà una giornata piena per recuperare attendendo Sinner, che per raggiungerlo dovrà giocare invece due match in 24 ore. Quello di stasera contro Van De Zandschulp, e poi, eventualmente, quello di domani contro Gael Monfils.
[3] H. Rune b. R. Safiullin 6-4 2-6 6-1
Holger Rune, da par suo, sfiderà al secondo turno Alexander Shevcenko ma, a prescindere dall’avversario, dovrà cambiare decisamente registro se vorrà uscire dalla spirale involutiva che sembra averlo avviluppato a partire dallo scorso autunno. Oggi è andata perché Safiullin, suo avversario sul centrale di Rotterdam, ha offerto una prova abulica, gravata da molti errori marchiani e scelte rivedibili, oltre a essersi dimostrato incapace di reagire quando il destino, per la verità da lui stesso agevolato e indirizzato, l’ha messo in una situazione di svantaggio. Esemplificativi oltreché sintomatici dell’andazzo che avrebbe preso la partita i primi due turni di servizio di Safiullin, durati rispettivamente quattordici e sedici punti con tanto di quattro palle break complessive gettate alle ortiche dall’ex bimbo prodigio danese: smash sbagliati, comodi passanti lunghi di metri, contropiedi scellerati, spesso quando l’occasione si faceva grossa, per l’uno o per l’altro. Un quaderno oltraggiato da correzioni in rosso, il primo set, e dopo sette giochi sulle spalle di Safiullin gravavano già dodici errori non forzati. Primo set infine decisosi al decimo gioco, quando il russo ha commesso tre scempi consecutivi – l’ultimo con la non richiesta collaborazione del nastro – che hanno regalato a Rune tre set point. Safiullin i primi due li ha salvati, ma il terzo – approccio con il back di rovescio in rete dopo casuale risposta di Holger cortissima – gli è stato fatale. Poteva decidere il caso, e il caso ha deciso.
Tutto in discesa, a questo punto, per il favorito indirizzato sulla retta via nonostante la giornataccia. E invece no. Nel secondo set, dopo una manciata di game interlocutori, Rune ha spento la luce in seguito al break subito nel terzo game per colpa del rovescio di Safiullin, finalmente tornato a splendere. Il numero sette ATP ha mollato gli ormeggi ed è sparito dal campo per un quarto d’ora buono, subendo un parziale di cinque giochi consecutivi senza più mettere la palla in campo e senza capire che la rassicurante tattica consistente nel tirare forte e in mezzo – la palla alla figura è stata per Safiullin un rompicapo irrisolvibile per tutto il pomeriggio – gli avrebbe con ogni probabilità spianato la strada.
Sarebbe pure potuta finire peggio per Rune, se nel quinto game del terzo, il più lungo dell’incontro, Safiullin avesse assecondato l’inerzia favorevole convertendo una delle cinque palle break capitategli e invece orrendamente scialacquate: in particolare, gridano vendetta i due osceni dritti mangiati in occasione della terza e poi della quarta. Salvatosi anche grazie a due ace e a un servizio vincente, Rune ha ripreso un po’ di colore mentre l’avversario, fino al termine della partita incapace di smettere di tormentarsi ripensando alla grossa occasione persa, si è autoescluso dalla faccenda, cedendo gli ultimi cinque giochi di un match che non dovrebbe comunque far dormire sonni sereni ad alcuno dei due contendenti.