Alla prima uscita da campione Slam è arrivata la vittoria per Jannik Sinner, nel primo turno dell’ATP 500 di Rotterdam contro il tennista di casa Botic Van de Zandschulp (qui la cronaca). Il numero 4 del mondo si è poi presentato in sala stampa rispondendo alle varie domande in tre lingue: italiano (audio in basse nel pezzo), inglese e tedesco. Partiamo proprio con quelle del direttore Scanagatta:
Scanagatta: Nei momenti importanti metti dentro la prima, come lo spieghi? Oggi 0-40 e tu bum, bum, bum, cinque botte di servizio e via …e la stessa cosa in Australia con Rublev.
Ah Ubaldo, Ubaldo (Jannik non riesce a trattenere le risa, dall’audio qui sotto lo si avverte meglio …si ferma un attimo e poi prosegue)…. Un po’ è merito della concentrazione, ma anche quello che ti senti dentro, cosa ti dice la pancia, dove andare, se è meglio essere più sicuro. Mentre altre volte ci rifletti di più e fai la scelta giusta. Dipende dalle situazioni quando rallentare e quando no. Ci sto più attento perché è un momento difficile e cerco di mettere più energia nel primo colpo perché ti dà qualcosa in più durante lo scambio.
Scanagatta: Mi ha sorpreso che tanti tennisti tra cui Alcaraz hanno detto che gli piacerebbe vincere più la medaglia d’oro all’Olimpiade che uno Slam. Dieci anni fa questa cosa era impensabile, hanno vinto l’oro tennisti come Rosset, Massu – il direttore fa capire che erano tennisti di secondo piano e che non avrebbero vinto se ai big avesse fatto gola l’oro olimpico – mentre oggi è diverso. Cos’è cambiato?
Io credo che ogni personaggio, ogni atleta ha una visione diversa. Per me in testa c’è il fatto che si gioca ogni quattro anni quindi la possibilità di vincere una medaglia, non importa di che tipo, ha un peso diverso. Quindi è importante, già far parte di quella manifestazione è un’opportunità perché conosci atleti nuovi, tutti i migliori al mondo. Io non vedo l’ora almeno di provare a conoscere alcuni atleti e chiedergli delle cose, anche sull’aspetto mentale perché ti può aiutare. Chi vorrei conoscere di più? Ce ne sono abbastanza, vedremo lì quale opportunità avrò.
Cosa puoi ancora migliorare?
Bhe. Tante cose, il cambio ritmo, le volée , il cambio di gioco, la risposta da dietro, lo spostamento laterale, le smorzate, oggi ne ho sbagliate due, tre. Il rovescio lungolinea che forse oggi avrei potuto usare di più. Sono tanti gli aspetti. Ogni giorno è diverso perché ad esempio oggi ho sentito molto bene il servizio e domani magari forse no. Ora si parla solo di una partita e di cosa non ha funzionato, ma io cerco di guardare la cosa a 360 gradi e quindi posso migliorare ancora tante cose. Si tratta sempre di dettagli ma se metti per ogni colpo un dettaglio ecco che tutto assieme diventa un margine grande.
Domande in inglese:
Primo match dopo il titolo Slam in Australia.
Nessuna pressione extra, mi sono preparato piuttosto bene dopo Melbourne sono arrivato qui presto per sentire meglio i campi. Ovviamente i match sono diversi rispetto agli allenamenti e non vedevo l’ora di scendere in campo. Van de Zandschulp è un grande e pericoloso giocatore. E sono stato all’erta sin dal primo punto, domani sarà diverso. Sicuramente difficile. Monfils ha vinto qui due volte e conosce molto bene i campi e sa come si gioca qui.
Cosa si prova a essere campione Slam.
Semplicemente non vedevo l’ora di tornare a competere. Quando scendi in campo e hai una buona connessione col pubblico è una bella sensazione. Quando aumenta la fiducia senti anche più pressione, è un mix di cose, e io provo a gestire la cosa nel modo migliore. Vedremo cosa ci riserva il futuro.
I cambiamenti al servizio
Per me l’aggiustamento nel movimento mi ha fatto sentire il colpo più naturale riuscendo a sprigionare potenza agevolmente. Il servizio è l’unico colpo che puoi controllare completamente, il ritmo, la rotazione sulla palla, e c’è ancora tanto per migliorare ma sicuramente sento di esser migliorato molto. Per me è un colpo cruciale e quando funziona va tutto meglio.
Sorpreso di tutta l’attenzione ricevuta dopo il titolo in Australia?
Mh, onestamente penso che il momento più speciale manchi ancora: cioè vedere i miei genitori. Mi mancano molto e dopo Melbourne ancora non li vedo. L’emozione più bella è condividere queste cose con i tuoi cari.
La superficie preferita
Mi sento più a mio agio sul cemento perché mi sento piuttosto bene. Sono uno molto incollato al terreno e aiuta nei cambi di direzione, rispetto alle scivolate. Sicuramente c’è da migliorare sulla terra, e c’è una parte importante della stagione che mi aspetta e sono fiducioso di fare bene. Ovviamente bisogna essere anche pronti fisicamente e dopo Miami non c’è molto tempo prima di Montecarlo ma vedremo. Per prima cosa ci sono Indian Wells e Miami che per me sono molto importanti.
Era un’opzione quella di saltare il torneo di Rotterdam?
Si tratta di essere leali nei confronti di un torneo che ha creduto in me quando ero diciottenne dandomi una wild card ed è per questo sono venuto qui; è un torneo speciale per la mia carriera e spero di mostrare del bel tennis ogni volta che scendo in campo. Non è mai stato in dubbio la mia presenza qui. Un grande evento e delle belle persone. Mi piace giocare qui.
NOTA DI Ubaldo: Ecco un altro esempio della grandezza di Jannik Sinner. Se sapeste quanti giocatori ricevono favori e wildcard e poi, diventati famosi, dimenticano tutto. “Si tratta di essere leali nei confronti di un torneo…”. Io ricordo che un tipo simile fu Jose Luis Clerc: vinse Firenze da qualificato, e mi promise che sarebbe tornato perchè da direttore di torneo lo avevo aiutato nella programmazione. Voleva giocare sempre per primo perchè non sopportava le attese. Anni dopo quel torneo, già top 5 e top-10 tornò a Firenze che era un piccolo torneo con un piccolo montepremi! Sono pochissimi i giocatori che tengono fede alle loro promesse. Sinner si dimostra ancora una volta un ragazzo serio, perbene, riconoscente, affidabile.