Alex De Minaur incassa la settima sconfitta in altrettante partite contro Jannik Sinner (l’unico successo contro l’italiano è arrivato per il celebre ritiro di quest’ultimo a Bercy tre mesi fa), ma sa trovare come sempre spunti positivi per migliorare ulteriormente; l’australiano volta subito pagina, e non solo perché non ha alzato il trofeo dell’ABN AMRO World Tennis Tournament di Rotterdam. In conferenza stampa conferma la sua presenza a Los Cabos, torneo che comincia lunedì e dove sarà testa di serie numero tre.
Il finalista odierno non manca di incensare Jannik (“è straordinario come uomo e come tennista, umile in ogni momento”) per poi passare al suo match. Da domani rientra in top ten e si siede sulla nona poltrona, suo nuovo record personale; a freddo si riconosce dei meriti per questa, comunque, buonissima prestazione e valorizza programma di lavoro seguito in questi mesi. “Oggi” – dice De Minaur – “ho giocato con l’attuale numero uno del mondo e ho avuto le mie chance. Lui ha saputo salire di livello al momento giusto ed è andata così. Mi chiedete se ho cambiato qualcosa rispetto alle partite precedenti? Sicuramente sono stato più aggressivo. In passato il mio atteggiamento gli ha permesso di avere più agio nello scambio rispetto a oggi. La differenza” – prosegue Alex – “tra il livello dei migliori e il mio si sta assottigliando; oggi abbiamo giocato per due ore e gli sono stato sempre vicino”.
Il direttore Ubaldo Scanagatta gli chiede se ha giocato oggi il suo miglior match nel torneo e con Sinner: “è stato” – conferma De Minaur – “un match di alto livello e molto incerto, sono stato competitivo fino all’ultimo; alla fine tutto si è deciso per qualche punto qua e là, io ho commesso un paio di errori e lui no”. Il venticinquenne di Sydney, sollecitato da un giornalista forse olandese, parla anche della sua scelta di includere Rotterdam per il quarto anno consecutivo nella sua programmazione: “Ci sto benissimo, è un’ottima base logistica in Europa. Mi piacciono le condizioni in generale e il Campo Centrale è uno dei migliori del circuito. È nella settimana del mio compleanno e ogni volta gioco meglio. Spero di continuare così…”.
L’ultima domanda ci chiarisce la serietà di questo ragazzo, magari non dotato tennisticamente come qualche altro collega tra i primi dieci, ma umile almeno quanto il suo avversario di oggi: per i giornalisti il tennis è un argomento serio, per i tennisti c’è spazio per il divertimento?
“Se vinci, sì” – sceglie subito il sorriso Alex. Poi si fa più serio, ma anche più interessante. “Se quando sei in campo capisci cosa sta succedendo, se riesci a leggere come il match sta evolvendo e sei capace di individuare e proporre una nuova strategia per reagire al meglio, allora sì, per me è divertente. Diversamente, può essere molto frustrante”.
E come si fa a non migliorare quando l’atteggiamento è questo?