Nel corso della sua breve ma intensa parentesi romana, ricca di appuntamenti e di impegni istituzionali, Jannik Sinner, appena rientrato dall’Australia, ha concesso una lunga intervista al settimanale Vanity Fair. Nel dialogo con Federico Rocca, Jannik ha affrontato, in una delle sue interviste più lunghe e complete, diversi temi, a cominciare dalla sua privata: “Voglio proteggere le persone che mi sono più vicine, tenendole fuori da tutto ciò. Lo vivo come un piccolo compito da svolgere, quasi un dovere: mi hanno aiutato, da giovane, ad acquisire sicurezza in me stesso, e oggi in qualche modo voglio tutelarle”.
Sinner sicuramente non è lo sportivo più estroverso del pianeta ma quando parla calibra molto attentamente le parole, mandando messaggi forti e chiari, e soprattutto mai casuali, come durante il discorso da vincitore dell’Australian Open, un discorso nel quale ha scelto con grande attenzione le persone da ringraziare e in cui ha sottolineato il ruolo dei genitori: “Sto sempre attento a quel che dico, o almeno ci provo. Rispondere in modo non del tutto giusto, o vero, sarebbe come buttarmi nel fuoco. Le risposte sono sempre quelle perché sono onesto, mi piace andare dritto al punto”.
Jannik ha anche parlato degli avversari, del numero 1 e della sua ossessione per il tennis: “Sono il numero 3 al mondo. Per il momento. Certo è un buon risultato, ma adesso devo ancora lavorare, prepararmi a tutto, perché ormai gli avversari mi conoscono bene, anche le mie debolezze. Sono uno di quelli da battere, diciamo. Zverev e Medvedev stanno giocando molto bene. Alcaraz ha vinto già due Slam e ha due anni meno di me. E poi c’è Nole…Nole è Nole. C’è ancora molto che posso imparare dai miei errori. Ora sto giocando bene, ma arriveranno momenti un pochettino più difficili: è importante lavorare adesso per affrontarli preparati. Sono uno che si vuole allenare tanto, tanto. Stare dietro ai miei ritmi non è facile, il mio team è molto paziente”.
Ma Sinner come ha festeggiato il trionfo di Melbourne?
“Domenica ho giocato la finale, il giorno dopo sono volato in Italia e la mattina seguente sono andato subito in palestra. Non ho festeggiato in modo esagerato, non ho bevuto, perché non fa bene al corpo. Siamo andati a mangiare qualcosa e poi sono tornato in hotel”.
E se invece Sinner potesse scegliere un campione del passato da sfidare?
“Roger, ovviamente”.