[5] S. Baez b. [Q] E. Navone 6-2 6-1
Dominio completo di Sebastain Baez, capace di imporsi 6-2 6-1 su Mariano Navone nella finale dell’ATP 500 di Rio. Impossibile non complimentarsi con uno stoico Navone, capace in un’impresa ai limiti dell’impossibile. In finale, però, sono venute fuori tutte le stanchezze accumulate nelle partite precedenti, per un giocatore proveniente dalle qualificazioni. La storia, quindi, era già scritta. Nulla aveva da perdere quest’oggi, lascia il trofeo al giocatore ad oggi più forte.
La testa di serie numero 5 trionfa dopo un percorso più che agevole per un torneo di questa categoria, giovando del ritiro di Carlos Alcaraz e di altre eliminazioni inaspettate. In finale è troppo facile sbarazzarsi del connazionale privato della miglior forma fisica, che in campo mette solo tanta garra. Ma non basta.
Navone entra in partita, ma è troppo tardi
Navone inizia di fretta, troppo di fretta. Sopra 40-15, si scompone provando a spingere palle troppo complicate, smarrendo il tempismo più corretto. Baez entra bene, approfitta di ogni errore e non ha paura di allungare lo scambio: infila 4 punti consecutivi e alla prima occasione si porta immediatamente vantaggio di un break.
Con tranquillità, la testa di serie numero 5 è sopra 3 a 0, giovando di un avversario ancora troppo contratto, in difficoltà nel trovare il campo con i colpi vincenti. Il nervosismo di “Navoneta” è comprensibile, forse ovvio, ma gli appoggi continuano a patirne: un doppio fallo e diversi falli col colpo bimane lo portano ancora una volta a fronteggiare palle break. Con grande freddezza al servizio, ne annulla due consecutive, guadagnando i primi vantaggi della partita. Gli scambi iniziano ad allungarsi, e il giocatore proveniente dalle qualificazioni sembra faticare sempre più. Altra palla break a favore di Baez, Navone è bravo a muovere col dritto, ma l’attacco in controtempo è fallimentare: vole di rovescio del tutto fuori misura, e 4 a 0.
Ora, è il momento di sciogliere il braccio. Baez si ritrova a giocare in una fase di estenuante difesa, costretto a colpire sempre in scivolata da un Navone perfetto nel disegnare le diagonali col dritto. Il controbreak, inaspettato, arriva. Ne resta un altro da recuperare, e Baez ha una palla del 5 a 0 sulla coscienza. La partita, adesso, è ribaltata. La quinta testa di serie comincia a non veder più la linea di fondo, relegato a metri oltre. Navone lascia andare i colpi, ritrova gli appoggi sul colpo bimane e aumenta il rendimento sul proprio miglior colpo, il dritto. Fattori che, sommati, vedono nei polmoni dei due giocatori, il fattore principale. Sebastian riesce a interrompere l’improvvisa emorragia e guadagna il privilegio di poter servire per il set. Non serve, Navone torna a sbagliare sui colpi d’estrema profondità dell’avversario, regalandosi 6 a 2.
Troppa stanchezza per Navone, tutto facile per Baez
In campo adesso ci sono due giocatori con energie molto diverse: chi gioca per sbagliare meno, e chi per costruirsi il punto di colpo in colpo. Baez non commette più errori, ogni sua palla e profonda e ben giocata, impedendo a Navone la costruzione tattica più tranquilla. Subito in difficoltà sul proprio servizio, la prima fatica a entrare e Baez coglie l’opportunità alla seconda occasione: subito break di vantaggio, il derby argentino continua ad avere un grande dominatore. La stanchezza inizia ad essere un fattore, le gambe di Navone non seguono più i suoi colpi. Un game infinito in cui entrambi mettono il cuore dimostra che per Baez i colpi ci sono ancora, ad alto livello.
A Navone, ormai, è rimasta solo la “garra”. Tanta, garra. Continua a lottare, aumenta le discese a rete e, come nel set precedente, riaccende la speranza recuperando il primo dei due break, lasciando a 30 il proprio avversario. Questa volta, però, si scompone prima. Il turno di battuta successivo è immediatamente emblematico, con troppe difficoltà sul colpo d’inizio gioco e faticando nell’arrivare sulla palla su quelli a rimbalzo. Alla prima chance, Baez è nuovamente avanti di due set, che adesso serve per il suo quinto titolo ATP. Il braccio del numero 1 argentino non trema, il primo matchpoint è quello buono: Sebastian Baez è campione.
Roman Bongiorno