“Torneranno tempi migliori”, l’appassionato italiano di tennis (di una certa età almeno) ha visto tramontare La Squadra di Panatta & Friends e ha imparato a pronunciare la frase di chi si carica con fiducia e nel frattempo apprezza realmente il respiro internazionale del nostro sport, affezionandosi a tennisti di ogni nazionalità. Col tempo la frase ha assunto le sfumature fataliste di chi poi si consola con “e se non tornano, la prima cosa è la salute”, tanto il bel tennis c’è sempre, tricolore o no.
Poi sono arrivati gli anni Dieci del nuovo secolo con la grande stagione del tennis femminile, il cui tramonto è coinciso però con la crescita impetuosa di quello maschile. E ora c’è il 2024, con due mesi pieni di soddisfazioni e di protagonisti di vario genere, livello ed età.
Con quello di Jasmine Paolini di sabato scorso, in meno di due mesi il tennis nostrano ha centrato sei trofei, scoprendo dietro l’uomo-immagine Sinner protagonisti inaspettati in discipline insospettabili, al punto che possiamo affermare che la vittoria all’Australian Open di un azzurro in un singolare maschile del Grande Slam dopo 48 anni non è il successo più sorprendente.
Di certo è però il più prestigioso, quello che lancia il Rosso di San Candido nel ristretto gruppo dei campioni. Jannik compie un percorso netto fino ai quarti di finale, rimontando Andrey Rublev nel tie-break del secondo set da 1-5; poi cede un set, il terzo al tie-break e dopo aver avuto un setpoint, a Djokovic in semifinale, ma vince i primi due e il quarto lasciando al numero uno del mondo solo sei giochi. In finale domenica 28 gennaio rimonta Daniil Medvedev dopo aver perso i primi due set e trionfa al quinto, come bene ci ricordiamo.
Dopo un simile, entusiasmante volo deve essere sembrata quasi consequenziale l’affermazione di Jan a Rotterdam. Certo non a lui, che ha troncato con gentilezza ma fermamente i festeggiamenti di inizio febbraio, attirandosi anche alcune critiche, e ha ripreso a lavorare proprio per vincere in Olanda e farci credere che per davvero l’impresa sia stata come bere un bicchier d’acqua. Sinner vince Rotterdam cedendo solo un set (a Monfils) e si conferma campione di sobrietà ed equilibrio, lodando il tempo speso a migliorarsi.
Riecco Sarita
Non si inventa nulla: il lavoro paga. E permette ai protagonisti di qualche anno fa di vivere nuove giovinezze o di raggiungere i propri best ranking. Non troveremo più nessuno che commentando un successo non faccia propria la frase sopraddetta. L’applicazione costante è il segreto non più segreto, il filtro magico che con la magia non ha nulla a che spartire e che non a caso riporta sugli scudi Sara Errani, capace di rientrare in questo primo scorcio di stagione tra le top cento e soprattutto di vincere in coppia con Jasmine, cui è accomunata spesso quando si legge qua e là di “grandi prestazioni, considerati anche i limiti fisici che la penalizzano”.
Se ci sono limiti fisici, come è possibile considerando l’altezza delle due giocatrici, Sara e Jasmine sono le prime a conoscerli e ad addomesticarli, rendendo la vita difficile a chiunque ne voglia approfittare. In campo insieme trionfano il 4 febbraio a Linz 7-5 4-6 10-7 contro Melichar e Perez, protagoniste alle ATP Finals di categoria a novembre. Errani, che in specialità ha già percorso il periplo vincente del Career Gran Slam, si rituffa con infinita umiltà e al momento insieme con la tennista di Bagni di Lucca occupa la settima posizione nella Race; hai visto mai…
Poi altri protagonisti: silente e modesto, quinto davisman campione a Malaga, Simone Bolelli vince l’insalatiera senza scendere in campo e dopo il trionfo ringrazia suo “fratello” Fognini, assente per scelta tecnica ma presente a modo suo e a sé stesso, al punto da vincere nello stesso giorno il challenger di Valencia. Nel 2024 Simone ha un alleato diverso, Andrea Vavassori, ventotto anni, con il quale si impone a Buenos Aires il 18 febbraio per il secondo anno consecutivo (nel 2023 c’era Fabio). Le vittime sono Granollers e Zeballos, finalisti a Torino pochi mesi prima. La Race di specialità ci dice che sono al secondo posto, dietro solo a Bopanna/Ebden.
Tornando al singolare maschile ecco Luciano Darderi, ventiduenne argentino con ascendenti nel Belpaese: il ragazzo si trasferisce a dieci anni con la famiglia in Italia e acquisisce la nostra cittadinanza. Domenica 11 febbraio, dopo essere partito dalle qualificazioni, vince il torneo 250 di Cordoba superando tra gli altri l’argentino Baez.
Da ultimo una citazione ai successi nella categoria challenger: Matteo Gigante vince a Bangkok il 21 gennaio, imitato una settimana dopo da Gianluca Mager a Punta del Este. A febbraio Stefano Napolitano si impone a Bengaluru e mentre scriviamo è in corso la finale di Tenerife tra Gigante e Stefano Travaglia. Comunque vada sarà un successo…