Andy Murray non le manda certo a dire. Il tre volte campione slam anche stavolta ha sparato a zero sui colleghi: stavolta il tema è il lungo calendario della stagione tennistica. Il britannico ha tacciato i suoi colleghi di ipocrisia quando criticano l’ATP per la programmazione serrata, ma poi sono i primi ad accettare i dollari di ricche esibizioni, volando in capo al mondo pur di staccare assegni pesanti.
Il suo pensiero sulla vicenda è stato raccolto dal quotidiano The National. Ecco i passaggi più significativi del pensiero di Murray. “Cosa cambierei nel tennis se mai fossi una sorta di commissioner? Il calendario stagionale, senza indugio. Se potessi fare quello che voglio, e non ci fossero contratti in vigore che mi impediscano di spostare le cose, ci sono ovvie cose che farei. Accorciare la durata dell’anno, per avere una off-season più lunga”. Oltre a questo, in una dichiarazione di un paio di giorni fa, Andy aveva affermato che il Sud America si meriterebbe un evento 1000.
Ecco la critica che Murray rivolge ai suoi colleghi: “Non so, potrebbero servire delle restrizioni sulle esibizioni. Penso solo che a volte i giocatori siano un po’ ipocriti rispetto allo schedule annuale del tennis, è un parlare continuo sul calendario troppo lungo, ma poi volano in tutto il mondo nella off-season e non solo per fare esibizioni, e questa è una loro scelta. Ma sembra semplicemente ipocrita perché non è obbligatorio giocare esibizioni. E nemmeno devono giocare tutti i tornei dell’ ATP Tour. Possono per esempio decidere di non venire qui a Dubai (dove è stata realizzata l’intervista, ndr) o di non dover giocare a Indian Wells. Sì, ciò potrebbe danneggiare la loro classifica, ma possono scegliere di perdere alcuni eventi. Quindi sì, Mi piacerebbe vedere una off-season più lunga”
“Non vorrei vietare in assoluto le esibizioni – aggiunge Andy. Vorrei solo chiedere ai giocatori di essere un po’ più selettivi nel modo in cui parlano del tour, del programma e di tutto quando sono a giocare. E ora vedo che ne stanno inserendo altre nel corso della stagione di esibizioni…”.
I giocatori in effetti tendono a giocare spesso esibizioni nella parte finale dell’anno, ma questi eventi si stanno infiltrando anche nel pieno del calendario ATP. L’Ultimate Tennis Showdown per esempio si è svolto a febbraio. Rafael Nadal e Carlos Alcaraz si sfideranno in The Netflix Slam all’inizio di marzo a Las Vegas. E poi c’è il Six Kings Slam, con grandi ospiti già annunciati (Nadal, Alcaraz, Novak Djokovic, Medvedev, Sinner e Rune) che è in programma in Arabia Saudita ad ottobre, prima della trasferta in Cina e delle Finals. Un momento cruciale per definire le posizioni per Torino e il ranking di fine anno.
Murray ha ipotizzato che un’iniezione di denaro nel tour sarebbe importante per coloro che non arrivano minimamente a certi compensi. “Sono i migliori giocatori del mondo che possono giocare in esibizione, dove guadagnano un sacco di soldi, ma il resto dei giocatori non hanno questa opportunità e l’attenzione dovrebbe invece spostarsi su di loro. I giocatori che sono al vertice guadagnano un sacco di soldi con prize money, sponsorizzazioni commerciali, gettoni di presenza e tutto, e poi anche le esibizioni. Sono i giocatori di livello leggermente inferiore che ovviamente non hanno queste opportunità. Loro vogliono più tornei, perché è l’unica via per loro di guadagnare più soldi. Deve esserci un po’ di equilibrio” conclude Murray.