Rimonta dopo rimonta, vittoria dopo vittoria, a Dubai Jasmine Paolini si è costruita il successo più importante della sua carriera. In un torneo in cui è stata ad un passo dall’eliminazione al primo turno, la toscana non si è mai arresa, dimostrando ancora una volta una mentalità d’accaio che l’ha portata per la prima volta in top15, al n°14 del ranking mondiale.
Dietro a tutti i successi di Paolini c’è un unico comune denominatore, chiamato Renzo Furlan. Il coach di Jasmine – che in passato seguì anche Francesca Schiavone e Simone Bolelli – ha contribuito in maniera significativa ai notevoli miglioramenti messi in mostra dall’azzurra negli ultimi mesi. Abbiamo avuto l’occasione di poter scambiare quattro chiacchiere con l’ex n°19 del ranking ATP – sempre gentile e disponibile – di ritorno dagli Emirati Arabi Uniti.
Dalle tante rimonte realizzate a che cos’è cambiato rispetto alla sconfitta in Australia con Kalinskaya, passando per sogni, obiettivi e una top10 distante poco più di 800 punti. Lavorando sempre con umiltà, costanza e con il consueto, meraviglioso sorriso di Jasmine.
D: Come avete vissuto queste ultime ore?
Renzo Furlan: “Il match è finito alle 21 passate (sabato 24/02, ndr), poi Jasmine ha dovuto svolgere tutte le attività di rito tra foto varie e conferenza stampa… Siamo andati a dormire tardissimo e il giorno dopo (domenica 25/02, ndr) avevamo il volo alle otto del mattino. L’abbiamo vissuta un po’ così, velocemente, però sicuramente è stata un’emozione molto intensa“.
D: Al primo turno Paolini era sotto 4-6 2-4 15-40 contro Haddad Maia, poi anche nel corso del torneo sono arrivate tante altre rimonte, non ultima quella in finale. Cos’è cambiato nel corso dei giorni?
Renzo Furlan: “Con Haddad Maia, dopo essere uscita da quel momento critico, ha giocato un tennis straordinario, che l’ha portata a vincere dieci game di fila vincendo 6-0 al terzo. Già quella partita probabilmente le ha dato tanta carica, poi il giorno dopo ha sconfitto Fernandez, con cui non aveva mai vinto. Si vedeva già che c’era un tennis diverso rispetto alle altre volte in cui l’aveva affrontata. Poi via via si è andati in crescendo: 6-4 6-2 a Sakkari, con la quale aveva perso due anni fa, e 6-2 7-6 a Cirstea. Io credo che strada facendo Jasmine abbia migliorato tantissimo le proprie performance tennistiche a livello di qualità tecniche e tecnico-tattiche. La finale con Kalinskaya, che ha fatto un torneo straordinario battendo tre top10 di fila tra cui la n°1 del mondo, è stata completamente diversa. Per certi tratti la russa ha avuto la partita in mano, ha anche servito per il match, però Jasmine è stata brava a rimanere sempre lì e a non mollare mai“.
D: Dalla TV si aveva proprio l’impressione che, in alcune parti dell’incontro, Kalinskaya avesse effettivamente la partita in mano. Jasmine però è sempre rimasta sul pezzo, standole con il fiato sul collo pronta a sfruttare ogni minimo errore della russa, come poi ha fatto.
Renzo Furlan: “Esattamente, poi nel secondo set Paolini era sotto 4-6 1-3 e nel terzo 3-5. In quei momenti però, in cui si rischia di dilagare, Jasmine è riuscita ad alzare il livello, mentre Kalinskaya si è trovata un pochino più in difficoltà. Probabilmente quando ha servito per il match sul 5-4 la russa può aver avvertito anche un po’ di tensione, com’è normale che sia, ma Jas è stata brava in quei momenti a tenere la guardia alta e a giocare di qualità”.
D: Che cos’è cambiato rispetto alla partita in Australia?
Renzo Furlan: “In Australia Jasmine se l’era giocata un po’ troppo di fretta. Quando Kalinskaya è andata via nel punteggio lei, al posto di stare lì com’è successo in finale e a giocare di quantità, ha iniziato a giocare di fretta. Ha preso a tirare tanto perché faceva fatica a sfondarla, ma gli errori sono aumentati a dismisura. A Dubai invece ho l’impressione che abbia sì tirato, ma con molta più coscienza, molto più costrutto. Credo sia stato questo a fare la differenza”.
D: C’è un ingrediente segreto per spiegare tutte queste rimonte? Magari un lavoro particolarmente intenso da un punto di vista mentale? In tutte le partite che Paolini ha giocato nel torneo ha sempre rimontato almeno un break di svantaggio.
Renzo Furlan: “No no, nessun ingrediente segreto! Di certo dietro a tutte queste rimonte c’è la mentalità che ha lei, che è quella di non mollare mai e cercare sempre di fare qualcosa di meglio, provando a metterci più testa. Poi è ovvio che ogni match ha la sua storia, a volte ci riesci e a volte no, ma in questo torneo è andata molto bene”.
D: Qual è stata la vostra reazione quando avete saputo del ritiro di Rybakina? In quel momento vi siete detti ok, adesso andiamo a vincere il torneo?
Renzo Furlan: “Eravamo a pranzo e io ho incontrato l’allenatore di Rybakina. È stato lui stesso ad informarmi del fatto che Elena non sarebbe riuscita a scendere in campo. Ho trovato Jasmine che stava mangiando e gliel’ho detto in quel momento. Lì per lì, sul momento, sai che devi affrontare Rybakina per poter andare in una semifinale ‘1000’… Al 5% può dispiacerti per lei, ma al 95% sei felice perché sei in semifinale. Poi non è che in quel momento abbiamo pensato di vincere il torneo, avevamo solo in testa di giocare bene la semifinale. Noi pensiamo sempre di giorno in giorno”.
D: Grazie a questa meravigliosa vittoria Paolini entra per la prima volta in carriera in top15, al n°14, ma inevitabilmente d’ora in poi la pressione crescerà ancora di più. Qualcuno parla già di un possibile ingresso in top10: è effettivamente un obiettivo?
Renzo Furlan: “L’unica pressione che abbiamo noi è quella di cercare di migliorare alcuni aspetti, perché ci sono ancora tante cose su cui poter progredire. Noi ragioniamo sempre in questi termini, cioè di migliorare alcuni aspetti per performare meglio. Poi se questo ti porta più vicino ai primi dieci possiamo solo che essere contenti, perché il nostro obiettivo di migliorare sarebbe stato raggiunto. È anche vero che se sei n°14 del mondo e riesci a migliorare, inevitabilmente provi ad entrare tra le prime dieci… Però, sinceramente, non stiamo molto su quello”.
D: Dubai non è in ogni caso l’unico highlight degli ultimi tempi per Paolini. Era arrivato anche l’ottavo a Melbourne, il secondo posto in Billie Jean King Cup, un buon finale di 2023. C’è stato un particolare momento di svolta, magari anche nei mesi passati?
Renzo Furlan: “Il 2023 era partito molto in sordina, nei primi quattro mesi si erano vinti pochi match. Poi da maggio le cose sono un po’ cambiate. Jasmine ha giocato bene a Roma, ha vinto a Firenze. Da quel momento si è andati in crescendo. È stato un crescendo di convinzione, perché poi è arrivata la finale a Palermo, gli ottavi a Montreal, i quarti di finale a Cincinnati partendo dalle qualificazioni. Anche il finale di stagione è stato notevole: Jas ha raggiunto gli ottavi a Pechino perdendo da Sabalenka in un match lottato, a Zhengzhou è arrivata un’altra semifinale e prima della finale di BJK Cup c’è stata anche la finale a Monastir. In quel momento si sono consolidati i miglioramenti e la convizione di poter fare ottime cose. Nel finale di 2023 ci eravamo posti l’obiettivo della top30 per essere teste di serie negli Slam e lo avevamo raggiunto. Quando ti poni un obiettivo e lo raggiungi ti arrivano tantissima fiducia e motivazione. Poi in due mesi da 30 siamo arrivati a 14… che dire, bene!”.
D: Nonostante questo titolo sia stato comunque molto festeggiato, a livello mediatico non mi sembra sia stato celebrato allo stesso modo rispetto al titolo di Sinner a Toronto, nonostante anche in quel caso si trattasse di una prima volta in un ‘1000’. Avete avuto anche voi questa sensazione?
Renzo Furlan: “Che ci sia un grande riscontro mediatico è bello, per carità, ma non è che noi ci pensiamo poi più di tanto. Abbiamo una settimana di tempo per preparare Indian Wells e Miami, se possiamo stare tranquilli durante quei giorni è ancora meglio!”.
D: A proposito di Sinner, c’è una possibilità di doppio misto alle Olimpiadi?
Renzo Furlan: “Questo bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati, il fatto che ci fosse il doppio misto alle Olimpiadi me lo hai ricordato tu in questo momento. Non è una cosa a cui abbiamo pensato“.
D: Invece a giocare il doppio con Sara Errani?
Renzo Furlan: “Quello sì, è un nostro obiettivo. Le Olimpiadi sono una competizione importante e molto sentita, sia da Jasmine che da Sara. È un obiettivo che si erano prefissate, ora si proverà a giocare tanto insieme per arrivarci”.
D: Quanto ha dato Sara a Jasmine in questi mesi?
Renzo Furlan: “Tantissimo. Una giocatrice come Sara Errani è un tesoro, una miniera di informazioni. Poterne carpire esperienze e modi di vedere alcuni aspetti tecnico-tattici all’interno del campo è senz’altro motivante e fonte di grande crescita per Jasmine. Siamo molto felici di questo, cerchiamo di attingere molto da Sara”.
D: Com’è nata la loro unione?
Renzo Furlan: “Hanno giocato un po’ per sbaglio un doppio dopo la pandemia, ad inizio 2022. Sono arrivate subito in finale al primo torneo disputato insieme, in Australia, due settimane prima dell’Australian Open. Fin dall’inizio si sono trovate benissimo come chimica e sintonia. Lo stesso anno hanno partecipato alle Olimpiadi di Tokyo, poi però non hanno quasi più giocato. L’anno scorso, però, hanno deciso di provare a giocare insieme dov’era possibile per provare ad arrivare di nuovo ai Giochi Olimpici. Hanno vinto a Monastir, hanno fatto semifinale a Palermo e Firenze, pur giocando pochissimo insieme. Da fine 2023 hanno così pianificato di giocare insieme il più possibile”.
D: La coppia Paolini/Errani può essere anche un’ottima soluzione in vista dei prossimi impegni di BJK Cup, dove il doppio ovviamente pesa molto. Ultimamente non ci sono state coppie fisse, può diventarlo quella di Jasmine e Sara?
Renzo Furlan: “Quello poi lo vedranno il capitano e i diretti interessati. In questa formula, con due singolari e un doppio, è chiaro che quest’ultimo diventa importantissimo. Presentarsi con il doppio più in forma possibile è fondamentale, però comunque da qui a fine anno è ancora lunga. Vedremo”.
D: A livello di programmazione invece, quali saranno gli impegni dopo Indian Wells e Miami?
Renzo Furlan: “Non dovendo fare le qualificazioni di BJK Cup potremo preparare un po’ meglio la stagione sulla terra. Avremo due settimane piene, oppure anche qualche giorno in più in base al risultato che arriverà a Miami. La programmazione in vista del Roland Garros prevede i tornei di Stoccarda, Madrid e Roma, poi Strasburgo e infine Parigi“.