Non sembra esser roseo il prossimo futuro del 3 volte campione slam Andy Murray… Da molti considerato il quarto componente aggiunto dei “Big 3”, il fenomeno britannico sembra ormai esser veramente stanco. Non tanto stanco del tennis, quanto più del proprio livello. Per un giocatore abituato a competere sui migliori palcoscenici, di fronte al pubblico più ampio, ritrovarsi ad affrontare sconfitte con giocatori a livello challenger deve essere pesante.
Il suo 2023 iniziò come meglio non poteva, alla sua maniera, con partite miracolose e rimonte impossibili, punti persi trasformati in vittoria. Al contrario, la stagione 2024 ha avuto inizio fra gli incubi delle dolorose, e rovinose, sconfitte ai primi turni. Con lenta, ma progressiva continuità, le cose sono sembrate esser meno buie per Andy negli ultimi due tornei: una vittoria con Muller, poi costretto alla maratona da 3 tie break con Mensik, e l’uscita vittoriosa a Dubai sul povero Shapovalov. Piccoli, ma significanti segni di miglioramento. Almeno questo è ciò che a noi è stato visibile.
Forse, però, nella sua testa le cose sono del tutto differenti, e la sconfitta con Humbert per 2-6 4-6, sembra averlo demoralizzato ancor più. Già dopo le ultime deludenti sfide, il britannico aveva parlato del ritiro come una possibilità non troppo lontana, ormai una piccola certezza di questa sua stagione. Qui iniziano le paure, quando la tua più grande certezza, è la fine.
“Sono stufo di ricevere sempre le stesse domande sul mio ritiro” ha detto nel post partita. “Non ne parlerò più fino a quando non prenderò la decisione ufficiale di fermarmi. Al momento nei miei piani non c’è l’opzione di continuare a giocare al termine di quest’estate“. Risposta fredda, sbrigativa, concreta e demoralizzata. Qui, c’è tutto l’Andy Murray del 2024. Stufo delle solite domande, stanco della monotonia nella sconfitta. Serve scuotersi, per provare l’ultimo graffio al circuito, ancora volta. Mettere in dubbio Murray è il più grande errore che un essere umano possa fare. Solo chi lo ha visto giocare, solo chi la ho visto correre su ogni palla come se da essa dipendesse la sua stessa vita sa chi è Sir. Andy Murray. L’uomo e il tennista di ferro, letteralmente, mai vittima di resa e timore. Darlo per vinto, sarebbe la sconfitta stessa.
Non dimentichiamo mai chi è stato, godiamoci quelli che per tutta probabilità saranno i suoi ultimi mesi su un campo da tennis. Lo abbiamo già vissuto, è l’atto due del ritiro di Andy Murray. Forse, questa volta, sarà per tutti più semplice accettarne la perdita.
Roman Bongiorno