Non è stato un venerdì’ semplice per il circuito ATP con tanta tensione che si è manifestata in due dei tre tornei che si stanno giocando in questa settimana.
Il caso emblematico è quello di Doha che ha visto la squalifica del tennista russo Andrey Rublev. L’attuale numero 5 del ranking ATP abbandonerà la sua posizione nel ranking da lunedì dopo la squalifica e la perdita dei punti conquistati in Qatar.
L’atteggiamento del tennista russo è stato da censura. Si è avvicinato a qualche centimetro dal volto di un giudice di linea dopo una chiamata da lui ritenuta errata. Nell’occasione sono anche arrivati degli insulti in russo, intercettati da un altro giudice di linea, che sono costati il default a Rublev.
Conclusione problematica in un match già caratterizzato da latente nervosismo. I due giocatori si sono lamentati più volte con il chair umpire. Un esempio il dibattito tra Bublik e l’arbitro di sedia per la tematica cambio delle palline, avvenuto non nei tempi corretti secondo il kazako.
Detto di Doha anche a Santiago del Cile la situazione non è stata delle migliori. Un torneo già caratterizzato già dai primi turni dalle polemiche relative ai campi da gioco tutt’altro che impeccabili. Per informazioni chiedere a Carballes Baena che ha utilizzato parole forti verso il torneo cileno (qui le dichiarazioni dello spagnolo).
E proprio le condizioni dei campi hanno portato il tennista francese Arthur Fils a perdere in maniera palese il controllo. Uno sfogo sopra le righe del numero 44 ATP nel match di quarti di finale perso contro lo spagnolo Pedro Martinez.
Il francese ha ribadito più volte l’impossibilità di giocare in un campo con quelle condizioni, con toni tutt’altro che cordiali. In particolare la vittima dello sfogo del tennista francese è stato il supervisore del torneo. FIls ha alzato molto i toni, insultando il supervisor del torneo, utilizzando più volte il termine “f**k”. Emblematica la frase “Are you a f**king athlete?” rivolta al malcapitato Jorge Mandel.
Un atteggiamento sopra le righe che al contrario di quanto successo a Rublev non è costato la squalifica al tennista francese bensì solo un warning. Una situazione che porta a riflettere.
Qualcuno potrà pensare che siano state applicati due pesi e due misure, altri vedranno in Rublev un atteggiamento più violento rispetto a quello di Fils.
In generale risulta palese che servano regole chiare per disciplinare questi casi e una applicazione uniforme di tali regole da parte dei giudici e dei supervisor.