Harder, Better, Faster, Stronger è la versione di Sinner che hanno assaggiato i suoi avversari ed è anche il titolo di una canzone dei Daft Punk; in particolare la clip riflette quello che sta pensando da qualche mese a questa parte il resto del circuito ATP a proposito di Jannik: un androide sbucato fuori dopo un pesante upgrade. Scherzi a parte, il Sunshine Double sta per accendere i motori e abbiamo pensato bene di riavvolgere il nastro delle ultime vittorie di Sinner per metterle sotto la lente d’ingrandimento.
Oggetto dell’analisi è il torneo di Rotterdam: per Sinner ruolino di marcia immacolato come non accadeva dal 2001, quando Lleyton Hewitt, dopo la vittoria a Flushing Meadows del 2001 su Pete Sampras, riuscì a ripetersi a Tokyo. Se l’italiano riuscisse a vincere anche la prossima settimana sotto il sole della California sarebbe anche il primo nella storia del tennis ATP a vincere dopo il primo Slam due tornei ATP consecutivi. Ma prima di immergerci nell’azione dei pozzi indiani andiamo a grattare un po’ di dati nascosti sotto la superficie della vittoria di Sinner nei Paesi Bassi. Il confronto è plausibile in quanto in tutt’e due le edizioni l’italiano è arrivato alla finale, giocando in entrambi i casi 5 match.
Sorteggio: la cavalcata 2024 è stata senza dubbio più agevole rispetto al 2023, sia in termini medi che in termini assoluti. Nel 2023 la media della classifica degli avversari affrontati da Sinner è sensibilmente aumentata, passando da 50,6 nel 2023 a 97 nel 2024. Il che significa che in generale possiamo assumere che il viaggio – almeno sulla carta – è stato più agevole. Inoltre, anche in termini assoluti – prendendo a riferimento il ranking più basso dell’avversario incontrato – la differenza c’è stata e notevole. Nel 2023 l’ostacolo, che poi si è rivelato insormontabile, è stato il russo Medvedev, all’epoca bestia nera dell’azzurro e numero 3 del ranking. Nel 2024 invece è stato un più abbordabile De Minaur – numero 11 del ranking ATP – nei confronti del quale gli H2H sono sempre stati a favore di Jannik.
Palle Break: uno degli aspetti di cui si è soliti parlare di Sinner negli ultimi 12 mesi è la sua crescita generale sotto tutti i profili: tecnico, fisico, e mentale. Tuttavia, che Jannik fosse uno tosto mentalmente non è una novità. Sicuramente Sinner continuerà a lavorare senza sosta sotto questo profilo come ha sempre dichiarato, ma la base di partenza è sempre stata invidiabile. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. A fronte di un numero di palle break concesse nel torneo uguale (20) nel 2023 e nel 2024 – che forse non ci saremmo aspettati data il calibro più modesto degli avversari – la risposta dell’azzurro è stata indiscutibile: l’80% di palle break salvate nel 2024, contro il 65% del 2023 e a fronte di una media nel tour ATP del 61%. (ndr. Per media del tour si intende la media delle ultime 52 settimane dei giocatori che hanno disputato tornei a livello ATP). Un dato che fra l’altro fa capire in ogni caso la solidità di Jannik, già sopra la media nel 2023.
Servizio – statistiche complessive: altro aspetto di cui si è spesso e volentieri parlato è stato il miglioramento di Jannik al servizio; e su questo effettivamente i dati parlano da soli. Sia in termini di percentuale di prime palle in campo, sia in termini di efficacia nel trasformare tale situazione di gioco in punto, Sinner ha elevato il suo gioco di una spanna abbondante. Lavorare sulla percentuale di prime palle in campo era la priorità numero 1 per innalzare il rendimento di gioco dell’italiano e il lavoro di Vagnozzi, Cahill & co. ha pagato dividendi abbondanti. Nel 2023 a Rotterdam la percentuale di prime in campo è stata del 57%, in linea con le performance generali registrate fin lì da Sinner. Considerando che la media nel tour ATP era del 62%, capiamo subito come si trattasse di un fondamentale ancora ballerino fino all’anno scorso. La percentuale di trasformazione invece da buona è diventata ottima. Nel 2023 a Rotterdam la percentuale di trasformazione di punti sulla prima di servizio si attestò al 74%, un dato superiore alla media del tour, che si posiziona al 72%. Nel 2024 però abbiamo assistito ad un ulteriore balzo in avanti, raggiungendo la soglia dell’80%.
Per dare un’idea di quanto questo dato sia elevato basta andare a vedere le classifiche leaderboard delle ultime 52 settimane. A livello di prime di servizio trasformate in punti, 80% è la soglia dell’eccellenza assoluta. Basti pensare che le due macchine sparapalle più impressionanti mai viste su un campo da tennis, Karlovic e Isner, stavano in carriera rispettivamente all’83% e all’80%.
Infine un dato che un po’ sorprende è la performance di successo sulla seconda di servizio. Nel 2023 l’azzurro aveva vinto il 60% dei punti sulla seconda, mentre nel 2024 “solo” il 56%. Un dato che evidentemente è più che sufficiente a vincere partite e tornei, ma che nel 2023 non era stato comunque un problema, anzi.
Andando poi più nel dettaglio, e facendo riferimento ad analisi più dettagliate (per le metriche utilizzate rimandiamo anche alla descrizione generale che trovate qua), l’analisi si arrichisce ulteriormente. I dati che sono riportati sono frutto di elaborazioni TennisViz, su dati di proprietà Tennis Data Innovations (TDI).
Servizio – dati di dettaglio: le performance al servizio, in termini di precisione e affidabilità del colpo sotto pressione, sono migliorate sotto tutti i punti di vista. Fra le varie metriche a disposizione ve ne sono alcune di particolare interesse. Cominciamo dalla accuratezza sulla prima di servizio, ovvero la distanza con cui il servizio viene collocato rispetto alle linee del servizio, misurata in cm. Riprendendo un post dell’account X Tennis Insights, abbiamo un quadro d’insieme.
A Rotterdam nel 2023 Sinner aveva tirato questo colpo con un’accuratezza di 57 cm, superiore a quella misurata nel corso dell’anno. Ma nel 2024 questo dato è addirittura schizzato a un notevole 52 cm, ovvero in linea con quello di Hurkacz. Vi risparmiamo i dettagli statistici, ma il risultato (opinabilissimo, vista il sample ridotto) è il seguente
Ovviamente ci sono tante altre variabili che spiegano la resa sulla prima di servizio, ma la correlazione inversa fra velocità al servizio e precisione non è malvagia, e tendenzialmente ci porta a dire che servire a 125 mph con accuratezza di 52 cm, associata a una qualità media nei colpi a rimbalzo garantisce una performance intoccabile dell’80% di punti vinti sulla prima. Se poi la qualità è quella da macchina sparapalle di Sinner basta anche meno.
Sempre rimanendo sulla qualità del servizio messo in mostra da Sinner, un ulteriore dato che merita un approfondimento è quello di servizi unreturned, per cui l’avversario non è riuscito ad organizzare una risposta che torna in campo. Anche in questo caso grande performance di Jannik che fra ace e risposte sbagliate dei suoi avversari ha portato a casa un lusinghiero 40% nel 2023 e un eccezionale 42% nel 2024. Ricordiamo che nel tennis variazioni di un 1% possono fare la differenza fra un solido top ten e un vincitore di titoli slam. A livello ATP la media è del 38% per intenderci
Infine, per chiudere il capitolo del servizio, un ultimo dato, che abbiamo tenuto in serbo per i più meritevoli che hanno resistito nella lettura fino a questo punto: sapete qual’è stata la percentuale di prime palle di servizio sui break point nel 2023? E nel 2024? Bene, ve lo riportiamo in tabella, e non aggiungiamo altro:
Nel 2023, al momento di servire sulle palle break, la prima era arrivato molto meno del solito nei momenti importanti. Nel 2024, invece, l’italiano non si è minimamente scomposto, servendo come se fosse un punto qualsiasi…niente male davvero!
Performance sullo scambio: anche in questo caso ci appoggiamo alle metriche sviluppate da TDI e TennisViz, che ovviamente hanno il marchio ATP; (bonus: se vi capita di guardare qualche match su ATP TV queste metriche avanzate sono a portata di click, nella sezione statistiche dell’App).
Si può apprezzare come Jannik sia salito di livello sia nella capacità di convertire i punti in cui si trovava in vantaggio (conversion score), sia nel riuscire a strappare l’iniziativa agli avversari quando si trovavano nello scambio in situazione di vantaggio (steal score). Infine l’ultimo dato: da fondo, con lo Jannik di questi tempi è dura spuntarla e se consideriamo l’attitudine a ribaltare la difesa in offesa il rebus per gli avversari è quasi insolubile. Infatti così si spiega lo schiacciante 56% di punti vinti da fondo, nettamente superiore alla media ATP. Un dato che trova spiegazione anche in un aggiustamento tattico importante, l’uso più marcato della variazione lungolinea di rovescio. Già di suo la diagonale di rovescio è una bella comfort zone per Sinner, che la può utilizzare comodamente per spremere punti, come un pugile che lavora di jab il proprio avversario; se poi ci aggiungiamo che adesso Sinner è in grado di trovare anche la soluzione lungolinea al momento giusto, di nuovo, sono dolori per i suoi avversari. Nel 2023, Sinner ha colpito il 19,5% dei suoi rovesci lungolinea, mentre nel 2024 tale percentuale è salita al 31,4%, nel torneo di Rotterdam. Un cambiamento che lo ha aiutato a far pendere la bilancia ulteriormente a suo favore nelle battaglie da fondo campo.