L’evoluzione tecnologica e fisica dei giocatori nel mondo del tennis ha richiesto un parallelo avanzamento nell’organizzazione dei tornei a livello professionistico. Craig Tiley, direttore di Tennis Australia, ha avanzato l’ipotesi di creare un circuito premium supportato proprio da questi importanti tornei. Questa proposta potrebbe rappresentare una significativa trasformazione nel panorama del tennis mondiale e l’idea di Tiley è di aprire nuove opportunità finanziarie unendo gli eventi più prestigiosi dopo gli Slam a questo grande circuito mentre i loro cugini meno prestigiosi verrebbero effettivamente declassati a un cosiddetto Development Tour.
Non tutti sono d’accordo con l’idea di Tiley e la voce più importante che si è scagliata contro questo progetto, è quella di Stan Wawrinka. In un’intervista sul giornale francese L’equipe, la star del tennis svizzero ha sollevato dei dubbi contro il principio su cui operano i quattro grandi tornei. Lui che di Slam ne ha vinti 3, ha affermato che questi tornei stanno cercando di conquistare e dominare l’ecosistema del tennis professionistico e sostiene a gran voce che “dobbiamo guardare alla realtà attuale. Oggi ci sono quattro tornei, i Grandi Slam, che realizzano la maggior parte dei profitti nel tennis. E ridistribuiscono solo a un numero minimo di persone, nel senso che la maggior parte dei loro profitti va direttamente alla loro federazione. Il vero problema parte da lì, dalla base. I Grandi Slam non hanno alcuna trasparenza sui loro conti. Non lavorano per la visione del futuro del tennis, non vogliono lavorare nella direzione dei giocatori e dei giocatori più giovani, non dicono nulla sulle pensioni. Non vogliono avvicinarsi agli altri, dividere la loro fetta di potere”
Stan non è contento di quello che bolle in pentola, specialmente perché a rimetterci saranno (come spesso accade) i tornei minori. Va sempre ricordato che il tennis è uno tra gli sport più seguiti al mondo e può vantare milioni di fan sparsi su tutto il globo. È però considerato uno sport costoso da giocare, specialmente se non sei un top player. Il tennis però non è fatto solo dai top player ma esiste un mondo molto più vasto di giocatori emergenti che navigano nei sentieri più oscuri di tornei considerati “minori”. La media dei guadagni di chi non è tra i primi, non è così alta e la differenza di salario medio tra un giocatore tra i primi 20 del mondo rispetto ad un tennista tra i 50 e i 100 è piuttosto enorme, considerando anche che le spese sono più o meno le stesse.
Ed è proprio a questi giocatori che va il pensiero di Wawrinka che proseguendo nell’intervista afferma: “Il risultato concreto delle loro proposte è avere ancora più potere, di far sparire ATP e WTA, mantenere i Masters 1000 e togliere di mezzo i 500 e i 250. Del tipo: “Vogliamo solo ciò che ci fa guadagnare e non vogliamo restituire nulla.” Questo progetto crea vantaggi solo a loro. Per me è incredibile. Quello che dobbiamo fare e muoverci tutti nella stessa direzione perché il vero problema del tennis è la governance dello sport. Questi quattro tornei decidono per loro stessi. Sono anni che ne parliamo e loro non solo non ridistribuiscono i soldi ma voglio avere più potere cancellando tutto il resto. Non vedo come possa funzionare, anche sapendo che non sono mai stati giusti nella ridistribuzione delle loro entrate.”
Un problema di organizzazione legato a delle decisioni che favorirebbe pochi giocatori mentre una grossa fetta di professionisti rimarrebbe con l’amaro in bocca. Per il 38enne svizzero la soluzione è molto più semplice e ovvia, considerando soprattutto il fatto che gli Slam rappresentano il tennis in maniera molto significativa. “Secondo me, l’obiettivo è quello di avere una governance con l’ATP, la WTA, i Grandi Slam e i giocatori. Di fatto, tutte le parti coinvolte, tutti intorno allo stesso tavolo, tutti sullo stesso binario, per avere finalmente decisioni comuni. Ma non si può fare a meno dei Grandi Slam, per quello che rappresentano nel tennis, giusto? Ad un certo punto, i Grandi Slam dovranno andare in una direzione diversa. Per ora, non vogliono fare un passo in quella direzione. Fino a quando non capiranno che devono cambiare la loro mentalità, sarà difficile andare avanti.”
Attualmente, non si intravede alcun cambiamento di rotta da parte di Tiley, il che porta inevitabilmente a una situazione di stallo in cui tutto può ancora essere oggetto di discussione. Questo dibattito coinvolge anche l’ATP, che mostra riluttanza nell’abbracciare questa direzione, a differenza del circuito WTA che mostra interesse nel progetto. Questo interesse è motivato dal potenziale aumento delle entrate e dalla promessa di ottenere la parità di retribuzione per le tenniste.
L’ATP invece sembra essere molto più interessato ad un potenziale accordo dal valore di un miliardo con l’Araba Saudita dove il tennis si sta muovendo verso futuri più rosei e dove è diventato la massima priorità nello sport per i prossimi anni. “Supportano i giocatori al massimo, vogliono davvero entrare in questa realtà. Per ora, ci sono solo aspetti positivi. Probabilmente hanno imparato dai loro errori con LIV nel golf e vogliono fare le cose per bene entrando nel Tour. Sarebbe una buona cosa per l’ATP”, prosegue nell’intervista Wawrinka.
Lavorare tutti assieme per creare un tennis migliore è l’idea che sta alla base delle parole dell’ex numero tre del mondo svizzero. Tutte le parti interessate attorno allo stesso tavolo per seguire lo stesso binario, produrre decisioni comuni che possano rappresentare al meglio un’unica grande entità. Finora le cose sono andate diversamente e anche l’ATP negli anni è stata criticata aspramente sotto questo aspetto. Non è della stessa idea Stan che alla fine dell’intervista aggiunge: “Si può dire quello che si vuole, ma l’ATP sta andando nella giusta direzione. La visione di Andrea Gaudenzi (50 anni, presidente dell’ATP) è quella di far crescere i Masters 1000, restringere un po’ il calendario. Oggi, i Masters 1000 hanno piena trasparenza sulle loro entrate. Gran parte dei profitti sono stati ridistribuiti, questo è un dato di fatto. Ma se chiedi a un Grande Slam di mostrarti i conti, ti dice di no. Sono loro che stanno bloccando tutto il processo.”