L’atto conclusivo del BNP Paribas Open 2024 di Indian Wells avrà dunque come protagonisti Daniil Medvedev e Carlos Alcaraz. L’esplosione di Jannik Sinner negli ultimi mesi ha messo in ombra un po’ tutti gli altri in questo inizio di stagione ed era difficile immaginare la finale senza l’altoatesino. Jan ha riconosciuto con sincerità il valore e i meriti di Carlos, che dopo un Australian Open per lui senza infamia e senza lode (uscita nei quarti contro un ottimo Zverev) e una campagna sul rosso sudamericano senza gloria (semifinale a Buenos Aires e ritiro al primo turno a Rio), ha ritrovato il suo miglior gioco nel deserto californiano.
Carlos è giunto alla finale lasciando per strada soltanto due set, entrambi a giocatori italiani: un tie-break ad Arnaldi al primo turno (che si è poi aggiudicato solo un game nel prosieguo del match) e il 6-1 del primo set della semifinale con Sinner. Tra i match con i due davismen azzurri il dominio è stato evidente: quindici game persi in sei set, mai più di tre nella stessa frazione. Contro Auger-Aliassime, Maroszan e Zverev non ha mai ceduto il servizio, annullando la miseria di tre palle-break.
Medvedev ha perso anch’egli due set ma il suo percorso è stato meno agevole; il russo arriva inoltre dalla semifinale di Doha persa contro uno dei tennisti più hot del momento, Ugo Humbert, unico impegno dopo la finale di Melbourne con Sinner.
I precedenti
Daniil Medvedev e Carlos Alcaraz giungono con la finale di domenica al Paribas Open di Indian Wells al sesto capitolo della loro rivalità, che la scorsa stagione ha visto arricchirsi di ben quattro episodi; il campione iberico guida per 3-2. Per la seconda volta i duellanti si incrociano in finale e anche l’altro atto conclusivo fu sotto il sole della California; Carlitos si impose facilmente per 6-3 6-2. Alcaraz stava vivendo un clamoroso inizio di stagione e proprio con la vittoria di Indian Wells coronò l’inseguimento alla prima posizione del ranking. In seguito, lo spagnolo vinse con agio anche la semifinale sull’erba di Wimbledon con un triplo 6-3 ma cedette inaspettatamente allo US Open in quattro set.
L’ultimo incontro tra i due fu nel Round Robin delle ultime ATP Finals, con il successo in due set di Carlos contro un Medvedev già sicuro del passaggio del turno. Al 2021 risale l’altro successo del moscovita, a Wimbledon con il murciano allora diciottenne e numero 75 della classifica sconfitto 6-4 6-1 6-2.
Il numero due del seeding merita a nostro avviso i favori del pronostico: come Medvedev ha sottolineato, la sostanziale lentezza del gioco aiuta l’iberico più di quanto non faccia con il russo. La spiegazione tecnica di Luca Baldissera del perché gli organizzatori abbiano optato per campi lenti e abrasivi (con deterioramento veloce delle palline) chiarisce i motivi della scelta e probabilmente rasserena un pochino l’atleta di Mosca, in passato più di una volta critico con la superficie di gioco del torneo e sulle palline. Ma le storie dei due evidenziano una tendenza importante, che autorizza la preferenza per lo spagnolo. Nelle tre precedenti partecipazioni il murciano vanta il successo nel 2023 e la semifinale persa l’anno prima con il Nadal dominante della prima metà della stagione 2022. Per contro Medvedev quest’anno raggiunge la settima volta nel deserto e, oltre alla finale scorsa, ha soltanto una edizione da last eight, nel 2021 con sconfitta al cospetto di Grigor Dimitrov.
In realtà ultimamente entrambi hanno dato prova di sapersi adattare all’avversario con intelligenza: Medvedev è andato vicino a superare il lanciatissimo Sinner a Melbourne con un atteggiamento più aggressivo, così come ha saputo ribaltare una semifinale che si era pericolosamente inclinata come quella di sabato con Tommy Paul, mentre Alcaraz ha superato sabato Sinner cambiando qualcosa nel secondo set nel modo di portare i colpi. La sensazione è che sarà comunque Medvedev a dover provare a percorrere strade diverse, magari aggredendo di più, se vorrà aggiungere Indian Wells alla sua collezione di Master 1000 (quota sei, Carlitos ne ha due di meno).
Vedremo se Carlos riuscirà a confermare il feeling con Indian Wells o se il brontolone Daniil gli farà uno scherzo; l’ipotesi non è in fondo così bislacca se vediamo che il russo, pur non avendo mai vinto il trofeo qui, vanta un record complessivo di 16 match vinti contro sei persi. Se andiamo a cercare altri dati analoghi nei Master 1000 troviamo Cincinnati 15-6 Madrid 3-4 e Miami 14-4; proseguendo abbiamo Roma 6-3, Parigi 10-5, Canada 13-5, Shanghai 7-3 e Montecarlo 7-4.
Insomma, vince più match che altrove pur lamentandosi dei campi: “This is not hard court. I know what hard court is, I’m a specialist”, come ebbe già a dire (questa non è superficie dura, io la conosco bene, sono uno specialista).