È già la seconda volta, quest’anno: può darsi che non si tratti di un caso. Mariano Navone, nato a Nueve de Julio, in provincia di Buenos Aires, il 27 febbraio 2001, è di nuovo in finale in un torneo del circuito maggiore: questa volta siamo a Bucarest, dove l’argentino – sbarazzatosi della testa di serie numero uno, il connazionale Cerundolo, nella continuazione del match interrotto per pioggia – ha fatto fuori anche il qualificato francese Gregoire Barrere. Domani giocherà per la posizione numero 36. Il 19 febbraio era numero 113.
Della sua scoliosi giovanile, delle difficoltà finanziare, del cambiamento nell’impugnatura del diritto abbiamo già parlato qui. Basti sapere che Navone, nonostante la giovane età, ha già un profilo ben delineato: un terraiolo integralista, come quelli di una volta, specie in via d’estinzione i cui più folti rimasugli si raggruppano, è risaputo, in Sudamerica. Sono spagnoleggianti, e restituiscono in fretta tutta la loro dimensione, provinciale e ristretta eppure di valenza universale, i nomi delle località in cui ha ottenuto i suoi primi successi, quelli challenger nel 2023: Santa Fe, Buenos Aires, Santa Cruz de la Sierra, ancora Santa Fe. Insieme a Poznan, fanno cinque: nessuno nella stagione trascorsa ha vinto più di Navone a livello challenger.
Il 2024 doveva essere l’anno dell’approdo definitivo sul circuito maggiore. Così per ora è stato: il primo, grande exploit è arrivato nel 500 di Rio de Janeiro: dalle qualificazioni, Mariano ha raggiunto i quarti, dove ha interrotto la “favola” del giovane Fonseca; il giorno dopo, ha sbattuto fuori dal torneo niente meno che Cameron Norrie; in finale, ha ceduto di schianto di fronte a Sebastian Baez. Tanto gli è bastato per approdare in top 100 e – riposatosi durante il cemento del sunshine double – ripresentarsi minaccioso a Marrakech. Lì, Navone ha eliminato Stan Wawrinka (o l’ombra di Stan Wawrinka…ma è sempre l’ombra di Stan Wawrinka!); si è spinto dunque fino in semifinale: lì, vinto il primo set al tiebreak, ha subito la rimonta di colui che avrebbe vinto il torneo: il nostro Matteo Berrettini. Giunto a Bucarest, la sfida con un altro italiano (in quello che in realtà era un derby), ovvero Luciano Darderi, gli ha questa volta sorriso. Il resto è cronaca.
Le prospettive: male che vada, Navone lunedì sarà numero 41 del mondo; bene che vada, sarà 36. Se mantiene il ritmo dei mesi passati – nove finali negli ultimi undici – non è azzardato pronosticargli la testa di serie a Parigi. Sarebbe un caso curioso: l’argentino non ha mai vinto una partita negli Slam. Melbourne, Parigi, Londra, New York: ha sempre perso al primo turno di qualificazioni. Attenzione, in ogni caso, a questa new entry, come direbbero gli inglesi: nelle settimane che ci separano dal Roland Garros, la sua presenza in tabellone potrebbe risultare sgradita a più di qualcuno.