Il nome di Arthur Cazaux circola ormai da mesi ai primi piani del circuito. Il francese, ventuno anni, ha vinto quest’anno il suo primo torneo challenger – a Numea, Nuova Caledonia – e, successivamente, ha raggiunto i suoi primi ottavi di finale in uno slam: a Melbourne, ha eliminato prima Rune, poi Griekspoor, per cedere infine alla testa di serie numero nove Hubert Hurkacz. Lo ricordiamo, inoltre, per aver dato filo da torcere a Berrettini in occasione del secondo turno del challenger di Phoenix (Matteo la spuntò 7-5 al terzo). L’ultimo match giocato dal numero 75 del mondo ( a una posizione dal suo best ranking ) è andato in scena all’inizio di questa settimana, a Barcellona, contro un altro italiano, Matteo Arnaldi. Il confronto, combattuto e godibile, si è interrotto dopo undici giochi: sul 5-5, Arthur è stato costretto al ritiro per quella che sembrava una semplice distorsione.
Non è così. Il francese ha infatti pubblicato un post sul suo profilo instagram in cui, fra la carrellata di fotografie, si può notare (anzi, non si può non notare) la sua contusa e rigonfia caviglia. Le immagini sono corredate da un testo in cui il francese annuncia: “Dai primi esami è stata rilevata la rottura del legamento piccolo della caviglia. Perciò, dovrò rimanere immobile per tre settimane, prima di poter cominciare un processo di riabilitazione. Vi terrò informati sui progressi e sul mio ritorno alle competizioni. La resilienza è sempre stata la chiave.”
Ci uniamo agli incoraggiamenti e agli auguri di guarigione dei suoi colleghi tennisti, come Hugo Gaston. Tuttavia, questo stop rischia di spezzare in due la stagione sul rosso del francese, che, costretto a saltare i mille di Madrid e Roma, arriverà in condizioni probabilmente non ottimali all’appuntamento più importante della stagione su terra, nonché il più importante in assoluto per un francese: il Roland Garros.