Proseguono i trentaduesimi di finale al Mutua Madrid Open, sugli scudi il classe 2005 Jakub Mensik.
P. Cachin b. [20] F. Tiafoe 7-6(1) 3-6 6-4
L’argentino Pedro Cachin continua a trovare un minimo di fiducia a Madrid vincendo nella capitale spagnola le prime tre partite della sua stagione. Chi oggi deve fermarsi di fronte alla riscossa del sudamericano è Frances Tiafoe, altro giocatore alle prese con un 2024 per ora sottotono. Dopo due set per la verità ben giocati da parte di entrambi e vinti il primo al tie-break dal numero 91 del ranking e il secondo dallo statunitense al nono game, la gara è ugualmente lottata ma segnata anche dal calo fisico di entrambi, che commettono più errori e sono meno brillanti al servizio.
Cachin è bravo nello spezzare, con risultati apprezzabili, il ritmo del rivale nel terzo set con tredici discese a rete e nel recuperare per ben due volte un break di svantaggio; l’argentino riprende l’avversario sul 4-4 e conquista il break decisivo nel decimo game, dopo due ore e quarantatré minuti e sessantasei colpi vincenti equamente divisi. Per Pedro ora c’è nulla di meno che Rafa Nadal.
P. Kotov b. [32] J. Thompson 5-7 6-4 7-5
Sarà Pavel Kotov lo sfidante di Jannik Sinner nei sedicesimi di finale; il moscovita ha eliminato il trentaduesimo favorito della manifestazione Jordan Thompson dopo tre ore e diciotto minuti di partita. Kotov cede in apertura di primo set il break, per ritrovare la parità nel decimo game, non prima di aver annullato due palle-set. Un nuovo break nel dodicesimo gioco assegna la frazione all’australiano. Kotov si prende il secondo set con un break nel decimo game e si porta sul 3-1 dopo un quarto lottatissimo game che si conclude con il break per lui.
Qui l’australiano si scuote e vince quattro game in fila, planando sul 5-3; due palle-match svaniscono però nel gioco seguente e con esse il suo momento fatato. Kotov centra il contro break, completa la rimonta e chiude il set decisivo 7-5.
J. Mensik b. [9] G. Dimitrov 6-2 6-7(4) 6-3
Madrid perde Grigor Dimitrov ma acquista con Jakub Mensik un nuovo protagonista che, se sorretto nel seguito del torneo dalla stessa continuità e coraggio, potrà nutrire speranze solide per protrarre il suo cammino nel tabellone, che nei sedicesimi gli propone Felix Auger-Aliassime.
Il giovane ceco esibisce solidità e una personalità già ben definita, sfidando l’estroso talento bulgaro a campo aperto e palesando doti di power tennis davvero notevoli unite alla capacità di tenere alto il rendimento del servizio nei primi due set senza passaggi a vuoto.
Mensik domina il primo parziale servendo meglio del rivale, che non mette ace e serve tre doppi errori, ma dovendo comunque annullare quattro palle-break; Dimitrov non è però abbastanza profondo quando spinge e il dritto non lo guida come nei giorni migliori nella costruzione dello scambio. Superato lo spauracchio-secondo game, dove deve affrontare la minacciosa quadrupla del bulgaro, Jakub è perfetto nel contrattaccare le iniziative ancora non esplosive della testa di serie numero nove e colleziona un doppio break che lo premia con un 6-2 non facile da prevedere. Come detto, Mensik continua a spingere con la battuta ma così riesce a fare anche Dimitrov, che annulla un periglioso 30-40 nel game d’apertura; nel corso della frazione il bulgaro cresce alla risposta e ha un setpoint sul punteggio di 5-4. Purtroppo per lui lo manca con una risposta di dritto frettolosa su una seconda palla dell’avversario, il servizio aiuta il ceco a cancellarne altri due e siamo al tie-break.
Mensik è bravo a inserire due assi nel tredicesimo gioco, ma i progressi alla risposta hanno dato coraggio a Grigor, che trova il primo minibreak nel terzo scambio costringendo il rivale a un passante di dritto troppo difficile. Mensik risale da 4-1 a 4-3 e con una magnifica risposta di rovescio lungolinea completa il recupero. È però questo l’ultimo punto per lui, dal momento che Dimitrov si risveglia e si prende il 6-4 di nuovo agendo alla perfezione in pressing; con un cross di rovescio in corridoio Mensik consegna il parziale della parità alla controparte.
Mensik si siede mestamente e al ritorno in campo due suoi erroracci spediscono il favorito sullo 0-30. I quattro punti consecutivi conquistati dal ceco ne certificano il carattere e la spavalderia, qualità che lo guidano nel game successivo a fare bottino pieno alla terza palla-break, per un inizio di set decisivo di altissima qualità. Dimitrov subisce lo 0-2 ma riesce ad arrampicarsi alla parità nel terzo game con uno smash poderoso e sfrutta l’ottava palla-break della partita per togliere finalmente il servizio al rivale, che non chiude una volée di rovescio e si espone al passante di Griga.
Il match prosegue nell’essere aperto e divertente: i due alternano prove di coraggio a qualche errore nella misura e in generale si vedono più scambi che non nei primi due parziali. Mensik serve nel settimo game e regala la parità con un doppio errore ma si riporta avanti con un ace, sigillando spavaldo con un altro punto in avanti lo score di 4-3. Il non ancora diciannovenne ceco fa magnificamente la spola per contenere le stoccate del bulgaro nell’ottavo game, ma appena vede una fessura libera spinge con il dritto e raggiunge la palla-break, che sfrutta di nuovo ripartendo in contrattacco dopo aver contenuto le iniziative di varia e pregevole fattura di Dimitrov.
Game-capolavoro e palla in mano per chiudere 6-3: il ragazzo di Prostejov vince con due ace consecutivi e ottiene il suo miglior risultato in un Master 1000.
[17] A. Bublik b. R. Carballes Baena 1-6 6-2 6-2
Alexander Bublik si fa travolgere nel corso della prima frazione dallo spagnolo Roberto Carballes Baena ma non scompare dopo il naufragio e, anzi, a sua volta domina il prosieguo del match e si merita l’ingresso nei sedicesimi di finale, dove incontrerà Ben Shelton. Il kazako perfeziona la resa della seconda palla di battuta, facilmente abbordata fino a quel punto dall’iberico, e concede solo una palla-break contro le sette a suo favore e in quattro casi trasformate.
Break nel primo e nel quinto game nel secondo parziale e rapida corsa sul 5-1 nel set decisivo con match point nell’ottavo gioco dopo soli novanta minuti di match.
F. Auger-Aliassime b. [19] A. Mannarino 6-0 6-4
Solo settantuno minuti di partita, questo il tempo impiegato dal canadese Auger-Aliassime per estromettere il numero 19 del torneo, l’estroso Adrian Mannarino. Il francese può contare poco sul gioco d’incontro e soffre la vivacità atletica e il forcing del nordamericano, praticamente inavvicinabile alla battuta. Mannarino sbaglia molto, se possibile più nel secondo set, dove peraltro rimedia un parziale più decente rispetto al cappotto della prima frazione.
Dopo i sei game che caratterizzano la prima partita, il canadese sfrutta il passaggio a vuoto del transalpino nel quinto game del parziale successivo e reprime le, comunque, modeste ambizioni del rivale, meritandosi la sfida al turno successivo con Mensik.
[14] B. Shelton b. T. Machac 6-0 6-2
Ben Shelton prosegue il suo 2024 immacolato sul clay e, dopo la vittoria a Houston, esordisce in Europa imponendosi con un nettissimo 6-0 6-2 a Tomas Machac in un match che sembrava poter dare molta più sostanza e divertimento. Troppo leggero invece il pur talentuoso ceco, incapace di mettere un freno alla spavalderia allegra con cui il figlio di Bryan cammina sulla terra rossa. Ben lascia a Tomas solo una palla-break, nel penultimo game della sfida, oltraggiando il servizio del rivale ben cinque volte. Solo due ace per il giovane di Atlanta, che mostra la medesima pazienza e sopportazione che lo ha sorretto nel percorso netto di qualche settimana fa in Texas e che oggi ne fa, se non il favorito, uno dei protagonisti più attesi e interessanti del torneo madrileno.
Un’ora esatta di partita e un sedicesimo di finale da seguire con Bublik.
[29] C. Norrie b. [WC] J. Fonseca 6-1
Dopo un set-lampo di ventuno minuti in cui il britannico lascia per strada solo sei punti con la battuta, Fonseca stabilizza il rendimento del suo colpo di inizio gioco e cresce in efficacia con i colpi di rimbalzo, riuscendo così a prolungare la sfida in attesa di trovare la strada per la palla-break; nessuna chance però per i due nei primi otto game, che scorrono con totale ossequio ai diritti della battuta. Improvvisamente nel nono gioco Fonseca si distrae e vede Norrie scappare sul 15-40. Con coraggio e forse anche con incoscienza il ragazzo sudamericano manovra il suo terribile dritto per impattare, ma poi di nuovo sbaglia e c’è un’altra palla-break per Norrie.
Lo scambio che segue è logorante e premia la capacità di resistere del tennista europeo, che ritorna a togliere la battuta all’avversario. Norrie serve con il 5-4 che lo sospinge verso i sedicesimi di finale, ma ci vorranno più di dieci minuti per aver ragione della freschezza del Sinner carioca: Fonseca arriva al 15-40 ma Norrie lo raggiunge e lo supera. Joao sceglie la palla corta per annullare il primo matchpoint e la perfetta esecuzione con il dritto lo premia e gli dà la spinta per tornare alla palla-break.
Cameron però rimbalza tutto e ritrova la parità; si industria per spostare il giovane rivale e lo pesca in ritardo nei movimenti orizzontali. C’è un secondo matchpoint, inutile, e un terzo, che stavolta promuove l’atleta inglese all’incontro con Casper Ruud.
[16] K. Khachanov b. [LL] R. Bautista-Agut 3-6 6-3 7-5
Il sogno del trentaseienne Roberto Bautista-Agut dura quasi due ore e mezzo: di tanto ha bisogno Karen Khachanov per spegnerlo, deludendo le aspettative del pubblico che già pregustava la presenza del quarto spagnolo nei sedicesimi, ricchi della presenza di Alcaraz, Nadal e Davidovich-Fokina.
Sarà il russo invece l’avversario di Flavio Cobolli: Il sedicesimo favorito della manifestazione parte piano e non reca disturbo all’iberico con la risposta. Bautista, chiaramente galvanizzato dal poter giocare senza aver nulla da perdere, serve con percentuali d’oro e trasforma la seconda palla-break del sesto game. La prima partita è sua per 6-3 ma non appena ritorna alla battuta nella seconda frazione, Bautista paga il calo di tensione e cede la battuta per la prima volta; la défaillance gli costa cara perché Karen non fa più sconti quando sale al servizio e in breve contraccambia il 6-3.
Nel parziale decisivo il dominio assoluto del servizio viene incrinato in maniera decisiva nell’undicesimo game, quando il tennista di casa soffre l’unico momento di imbarazzo alla battuta. Khachanov ovviamente non si fa pregare, sottrae la battuta a Bautista e, pur dovendo affrontare una palla per il contro break nel dodicesimo game, si fa coraggio e chiude la questione per 7-5.
[5] C. Ruud b. M. Kecmanovic 6-4 6-1
Casper Ruud, fresco vincitore del suo primo torneo 500 a Barcellona, non mostra cedimenti nella solidità della sua forma atletica e si esibisce in una nuova prestazione in progressione, sgretolando a poco a poco le resistenze del serbo Miomir Kecmanovic, protagonista di una stagione piuttosto in ombra fino a ora.
I servizi contano relativamente per i due contendenti, che si avventurano in scambi alquanto fisici e logoranti; il norvegese è più solido e gli errori arrivano soprattutto dalla parte del serbo, che sperimenta la caparbia compattezza del tennista nordico. Ci sono cinque break e l’ultimo premia il numero sei del mondo, che si aggiudica il primo set per 6-4.
Il secondo set è decisamente meno lottato, dal momento che in Kecmanovic si fa strada la consapevolezza di non contare risorse per contrastare uno che gioca come lui ma meglio di lui; tanti errori e sempre meno voglia di rimanere nel match con la pazienza necessaria. Miomir si trova 1-5 senza aver mai difeso la battuta e soccombe anche nel settimo gioco, lasciando via libera all’atleta norvegese, che al prossimo turno si misurerà con Norrie.