Dopo il primo round finito in parità, continua il confronto a distanza tra Alcaraz e Sinner. Contro Seyboth Wild, lo spagnolo ha fatto il suo dovere e adesso la palla torna a Jannik che lunedì (alle 20) affronterà Pavel Kotov per raggiungere anche lui gli ottavi di finale. Fin qui entrambi sono parsi a dir poco centrati nonostante un condiviso atteggiamento da profilo basso alla vigilia del torneo. Da un lato i dubbi sul recupero dall’infortunio al braccio destro, dall’altro l’apparente intento di usare il 1000 di Madrid quasi solo come preparazione ai prossimi impegni. Ma c’è poco da fare: sulla carta (e anche sulla terra) i favoriti restano loro. È ancora presto però per scoprire definitivamente le carte ed ecco allora che Alcaraz, in conferenza stampa dopo il doppio 6-3 rifilato a Seyboth Wild, non ne vuole sapere di sbottonarsi: “Cercherò di giocare il mio miglior tennis e di non far vincere a Jannik altri titoli, ma è difficile in questo momento. Se gioca su questi livelli è il favorito in ogni torneo che disputa”.
Insomma, Carlitos non sembra fidarsi del poco feeling di Sinner con questo torneo nelle scorse edizioni: “Non è troppo abituato a giocare qui a Madrid. L’anno scorso ha saltato il torneo. Non so come sarà il suo gioco con l’altitudine, ma il suo primo turno è stato impressionante”. Quanto alle sue condizioni, il murciano appare soddisfatto e sereno proprio come dopo l’esordio contro Shevchenko: “Penso di essere in buona forma ora. Non sento nulla all’avambraccio e ho giocato un buon tennis. Ovviamente non sto tirando il dritto al 100% ma mi sto concentrando sul colpire nella maniera più rilassata possibile. Sono davvero felice di essere competitivo senza dolore ma sono ancora molto attento alla gestione dell’avambraccio”.
Infine gli è stata chiesta una riflessione su cosa abbia dato al suo tennis il fatto di essere cresciuto giocando prevalentemente sulla terra: “Si imparano cose diverse giocando su ogni superficie. Io sono cresciuto su campi in terra e probabilmente i miei colpi si adattano bene qui. Ma se gioco sull’erba o sul cemento cerco comunque di calibrare il mio gioco, il mio stile e i miei colpi a quella superficie. Probabilmente guardando le mie partite o il mio tennis, non sembra che io sia uno specialista della terra. Mi piace andare a rete, colpire forte senza troppo top spin, ma mi sento davvero a mio agio quando gioco su questa superficie”.