Da Madrid, il nostro inviato
[1] J. Sinner b. P. Kotov 6-2 7-5
Più forte dei problemi, più forte dell’affaticamento più forte dei missili di Pavel Kotov. Semplicemente Jannik Sinner. Seppur protagonista di una prestazione tutt’altro che eccellente, dovuta a qualche noia all’anca, l’azzurro è stato capace di battere un avversario che ha avuto a tratti momenti di pura esaltazione tennistica in due set, faticando giusto il minimo sindacale. Arriva così la 27esima vittoria del suo super 2024, nonché 28esima di fila contro giocatori classificati fuori dalla top 20. Tracce e indizi di dominio, nonostante una condizione che non lascia pensieri tranquillissimi, come dimostrano le tante gite a rete e qualche palla corta cacciata dal cilindro che non gli appartiene. Ma (almeno per ora) tutto è bene quel che finisce bene, e dunque c’è da pensare agli ottavi di domani, raggiunti per la terza volta di fila a Madrid, dove avrà Cobolli o Khachanov.
Le dichiarazioni a caldo: “Ogni giorno è diverso. Sono due match che gioco con tetto chiuso ed era diverso rispetto al primo, ed è stato molto complicato Vedremo cosa succederà domani. Ho qualche problema all’anca, ci stiamo convivendo da un po’ alcuni giorni va bene e altri un po’ meno. Ho un buon team che lavora tanto per farmi stare bene e adesso con loro valuteremo la questione. Decideremo domani cosa fare“.
Primo set: un po’ di ambientamento, ma Sinner è di alt(r)a cilindrata
Sulle note di “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri cantata da un Manolo Santana che pian piano inizia a riempirsi, si va a un primo cambio campo sorprendente. 2-1 Sinner dopo aver dominato i primi due game piazzando un immediato break, altrettanto immediatamente però ripreso da Kotov grazie a qualche errore di troppo dell’azzurro. Al netto di un Sinner inizialmente rivedibile, ancora insicuro soprattutto sul rovescio, molto meno fluido del solito, da sottolineare l’inizio ad alta intensità del n.72 del mondo, pesante dal lato destro. E arriva così un’altra coppia di break e contro-break, ma stavolta con molto più tennis che errori. Ma si tratta di una semplice nuvola passeggera, come quella che ha imposto la chiusura del tetto onde evitare rischi. Jannik trova finalmente la quadratura giusta, e di pari passo con i dritti che fanno sempre meno male di Kotov riesce a scavare il solco. Anzi, più burrone che solco, dato che poco dopo arriva un altro break (sesto su otto game) che deposita nelle casse del n.2 al mondo il primo parziale. Sinceramente mai davvero in dubbio.
Secondo set: qualche noia, Kotov accarezza la gloria ma nulla può. Ancora Jannik
Il secondo parziale si apre in maniera assolutamente sconvolgente, con il break di Kotov, che stavolta è il primo a passare in vantaggio. Molto bene in risposta, quasi sempre tiene un ritmo più intenso sul dritto, per quanto tornino ad emergere come all’inizio del match un po’ di errori di troppo di Jannik, che inizia a sembrare di avere qualche noia fisica. Così è Kotov a gestire il ritmo della partita, spingendo da fondo con il vantaggio degli appoggi fissi, dato che Sinner non riesce a muoverlo come vorrebbe e dovrebbe, subendone l’iniziativa. “Fa male, cosa avrei dovuto fare?” sembra dire Jannik, dolorante al suo angolo, poco prima di annullare un set point al suo avversario. Iniziano a pesare i problemi all’anca per il n.1 del seeding, che cerca sempre di accorciare lo scambio. Ma su quel punto gira la partita: con anche una mano dall’altra parte della rete e uno scatto da campione l’azzurro ci mette una pezza in risposta e riacciuffa all’ultima curva il break rimettendo l’equilibrio dalla sua parte, prima di trovare un super ultimo game in risposta, dove il rovescio torna a fare male come sa e riesce ad archiviare una pratica che stava facendosi spinosa.